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Sudtirolesi: non contate su noi per il 150esimo. Ecco perché

Creato il 13 febbraio 2011 da Zfrantziscu

Sudtirolesi: non contate su noi per il 150esimo. Ecco perché

1860, l'anno prima: Il Regno di Sardegna


La dichiarazione di Luis Durnwalder, presidente del Sud Tirolo, che i cittadini di lingua tedesca non festeggeranno il 150° dell'unità d'Italia ha suscitato oltre alla pacata, ma non per questo fondata, reazione di Napolitano, la solita canea dei nazionalisti italiani di cui è meglio neppure occuparsi. E anche qualche entusiastica, e poco meditata, reazione di indipendentisti sardi. Durnwalder aveva detto: “Non avrebbe senso che la Provincia di Bolzano, intesa come istituzione pubblica, partecipasse alla celebrazione di questa ricorrenza. La storia del legame tra la nostra terra e l'Italia non risale al 1861, ma molto più tardi, ovvero al primo dopoguerra e a tutto ciò che è accaduto a cavallo tra i due conflitti bellici. La mia sensibilità di appartenente alla minoranza austriaca in Italia, su questo tema, è differente rispetto a quella di un mio concittadino italiano, e mi auguro che ci sia una comprensione reciproca”.Napolitano ha espresso “sorpresa e rammarico” e “ha rilevato che il Presidente della provincia di Bolzano non può parlare a nome di una pretesa "minoranza austriaca" dimenticando di rappresentare anche le popolazioni di lingua italiana e ladina, e soprattutto che la stessa popolazione di lingua tedesca è italiana e tale si sente nella sua larga maggioranza”. Al che ha replicato Durnwalder: "Ho il massimo rispetto verso i sentimenti di chi vuole festeggiare, ma chiedo la stessa comprensione per chi non la pensa allo stesso modo", ha detto ricordando come questo atteggiamento verso la ricorrenza dell’Unità d’Italia sia dettato da ragioni storiche oggettive: "Nel 1861 la nostra terra non faceva parte dell’Italia e nel 1919 l’Alto Adige è stato annesso contro la volontà dei suoi abitanti. Non si può quindi chiedere a parte della popolazione locale, la gran parte, di festeggiare l’Unità d’Italia quando in molti sudtirolesi è ancora vivo il ricordo di quello che i loro genitori hanno sofferto per decenni, e solo per il fatto di voler parlare la propria lingua e difendere la propria cultura."Se i tre gruppi linguistici fossero della stessa opinione, non avrei difficoltà a rappresentarli, ma mentre i concittadini di lingua italiana hanno sicuramente un motivo legittimo per celebrare quella ricorrenza, tedeschi e ladini hanno molte e giustificabili perplessità. Non voglio quindi riaprire vecchie ferite, lasciamo invece che tutti i gruppi abbiano la possibilità di partecipare o meno, rispettando le diverse sensibilità."Questa posizione nei confronti delle celebrazioni di Italia150, "naturalmente non mette in discussione - precisa ancora Durnwalder - la lealtà della Provincia di Bolzano verso lo Stato e le istituzioni: io rispetto in pieno la Costituzione italiana, con lo Stato abbiamo sviluppato una forma di autonomia moderna e, credo, ben amministrata nell’interesse di tutti i gruppi linguistici." In conclusione il Presidente della Provincia ricorda che "in Alto Adige si è raggiunto un alto grado di convivenza, come molti riconoscono, grazie al dialogo e alla reciproca comprensione: è il frutto di uno sforzo di condivisione ben lontano dalle imposizioni di simboli che questa terra ha sperimentato in epoche passate e che oggi vuole definitivamente lasciarsi alle spalle."Ho preferito riportare i documenti ufficiali perché il giudizio sia fondato sulla oggettiità dei fatti e non sulle semplificazioni quasi mai innocenti dei giornali. Se qualcuno volesse, poi, avere un quadro sia pure molto sintetico della questione, può vedere in questo link di che cosa si tratti. Ho detto delle reazioni scomposte della Sacra Giacobineria Unita e francamente non vale la pena di considerare la incolta mole industriale di sciocchezze rovesciata sul presidente sudtitolese e sul suo popolo. C'è invece da restare allibiti davanti a quanto scrive Giuseppe Galasso, uno dei massimi storici italiani, catturato dalla necessità di mettere da parte la sua scienza per partecipare alla retorica unitarista. Così si può leggere in un suo articolo a commento della dichiarazione di Durnwalder: “Vero è che durante il periodo fascista, il trattamento delle minoranze etniche non fu né dei più equi, né dei più intelligenti, come lo è ogni politica di snazionalizzazione non fondata su basi di una qualche ragionevolezza e lungimiranza”. Una politica di snazionalizzazione può essere fondata su “ ragionevolezza e lungimiranza”? Ohibò. E ancora. Parlando delle “Opzioni”, la drammatica scelta cui furono costretti dal nazismo e dal fascismo i sudtirolesi (rimanere in Italia che avrebbe tolto loro lingua e cultura o trasferirsi in Germania), Galasso scrive: “gli optanti per la Germania nazista furono allora numerosissimi”. Solo l'85-90 per cento, davvero “numerosissimi”. Ma, se volete, vale la pena di leggere estesamente la penosa arrampicata sugli specchi di un grandissimo storico italiano. Qui.

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