Wizard Service Srl e Atlantide – Teatro Stabile di Verona presenta Sugar (regia di Federico Bellone), un esilarante musical ispirato ad A qualcuno piace caldo (regia di Billy Wilder, 1959), una delle migliori commedie della storia del cinema. Le avventure di Jerry e Joe saranno i grado, dopo aver vinto sul grande schermo un Oscar e tre Golden Globe, di trionfare anche sul palcoscenico?
Il copione del musical (Peter Stone) è stato particolarmente fedele a quello della pellicola cinematografica. Nella Chicago della grande depressione, della mafia e del proibizionismo due musicisti jazz squattrinati, il sassofonista Joe (Pietro Pignatelli) e il contrabbassista Jerry (Christian Ginepro), assistono casualmente alla Strage di San Valentino mentre trasportano degli spartiti in un garage per qualche spicciolo, poiché l’iniziale impiego come musicisti è andato perduto in seguito all’irruzione della polizia nello speakeasy dove lavoravano. Per sfuggire a Ghette Colombo, il temibile sicario di Al Capone, che sta setacciando ogni orchestra d’America alla ricerca dei due scomodi testimoni, Joe e Jerry si travestono da donna e si uniscono ad un complesso jazz di incantevoli fanciulle diretto a Miami per una tournée di due settimane. Si tratta di un’occasione perfetta per sparire dalla circolazione, ma le stupende musiciste sono un’atroce tentazione per Josephine e Daphne (così si chiameranno d’ora in poi i due jazzisti), che rischieranno più volte di tradirsi e rivelare la loro vera identità.
Il problema principale è costituito da Sugar (Zucchero Cantido nel film, interpretata nel musical da Justine Mattera), la sensuale cantante e suonatrice di ukulele con il vizio per l’alcool e una vita sentimentale travagliata: entrambi i fuggitivi sono perdutamente cotti di lei e farebbero di tutto per conquistarla. Ma come corteggiare la bellissima artista, interpretata nel film da Marilyn Monroe, senza fare saltare la copertura? Fingere di essere la sua migliore amica o sedurla nei panni dell’uomo dei suoi sogni, un miliardario occhialuto e sensibile? E cosa accadrebbe se Josephine e Daphne attirassero le lusinghe di ammiratori indesiderati, come il miliardario Osgood Fielding II?
La commedia musicale si è prestata egregiamente alla trasformazione in un musical: ogni canzone del film, tradotta in italiano, è stata egregiamente interpretata da ballerine di tip tap selezionate appositamente per l’occasione, secondo criteri fondati tanto sulle loro abilità artistiche quanto per l’avvenenza fisica. Le scarpette da tip tap sono stata indossate anche da Ghette Colombo, il mafioso ballerino più simpatico di Chicaco. Le coreografie di Gillian Bruce sono ammiccanti, graffianti, sexy ma soprattutto comiche e perfettamente in linea con i ruggenti anni ’20 in cui è ambientata la commedia. Non dimentichiamoci che il titolo del film si riferisce ad un sottogenere del Jazz, il Jazz Caldo, perciò la musica è un elemento portante del film quanto del musical.
Justine Mattera ha dovuto affrontare l’arduo compito di confrontarsi con un’icona del’ cinema d’altri tempi, l’immortale Marilyn Monroe. L’artista ha dimostrato di essere all’altezza della situazione: il suo sensuale accento anglofono a conquistato la platea e le sue movenze ispirate a Marilyn hanno saputo sedurre il pubblico, ma soprattutto la Mattera è stata una fantastica cantante e ballerina, in particolare sulle intramontabili note di I want to be loved by you. Unica pecca … la corporatura troppo secca! Il libretto consegnato agli spettatori vantava la straordinaria somiglianza tra la Mattera e la Monroe e effettivamente le due attrici hanno una fisionomia del viso molto simile; peccato che dal fondo della platea tutto ciò sia ininfluente in quanto l’unico confronto possibile tra le due attrici riguarda la loro corporatura. La pur bellissima Justine Mattera, rispetto alla formosa e procace Marilyn, sembra un manico di scopa!
Un’ovazione meritata per le due simpaticissime drag queen, Pietro Pignatelli e Christian Ginepro, che hanno saputo trasformarsi ora in perfetti musicisti gentiluomini, ora in ridicoli maschioni disperatamente alle prese con rossetti e sottane, ora in eleganti e beneducate signorine. I due artisti hanno dovuto inoltre interpretare rispettivamente in un timido miliardario snob dalla erre moscia e un’abilissima ballerina di tango, con tutte le “sgambettate” del caso. Si tratta insomma di artisti a tutto tondo con una perfetta padronanza del proprio corpo e della propria arte, capaci di soddisfare appieno le esigenze del regista e di incantare il proprio pubblico.
Gli scenografi Roberto e Andrea Comotti hanno voluto illuderci che le scene del film si materializzassero come per magia sul palcoscenico. Alle scenografie realizzate in stile tradizionale, come le cuccette del treno e la hall dell’albergo, si affiancano così le proiezioni di alcune scene in bianco e nero del film su un maxischermo, attraverso il quale gli interpreti possono entrare e uscire a loro piacimento mediante una celebre tecnica illusionistica chiamata Fregoligraph. Essa sfrutta delle luci stroboscopiche per dare l’impressione che gli attori, quando si trovano dietro il maxischermo, non siano più sul palcoscenico ma vivano all’interno della pellicola cinematografica.
Nonostante le scenografie siano in bianco e nero, i costumi (Beatrice Laurora) sono coloratissimi, in omaggio all’iniziale volontà di Wilder e Marilyn Monroe di girare il film a colori. Le stoffe variopinte e luccicanti sono inoltre una prassi nel genere musical e, in generale, nelle coreografie jazz degli anni ’20.
La tournée per Sugar è iniziata a Saronno nel novembre 2013, ma io ho assistito allo spettacolo il 17 gennaio 2014 presso il Teatro Sociale di Como. Ci sono tuttavia ancora molte date in programma nelle principali città italiane, perciò non mi resta che invitarvi a teatro per assistere alla trasformazione di A qualcuno piace caldo in una sensazionale commedia da palcoscenico.
.
Questo articolo è stato pubblicato nella mia rubrica “Avventure da palcoscenico” sulla rivista online “Eclettica – La voce dei blogger” #3