![SUGAR MAN, IL PIU’ GRANDE MISTERO NELLA STORIA DELLA MUSICA SUGAR MAN, IL PIU’ GRANDE MISTERO NELLA STORIA DELLA MUSICA](http://m2.paperblog.com/i/210/2103478/sugar-man-il-piu-grande-mistero-nella-storia--L-k1Bzqo.jpeg)
Chi è Rodriguez? Se non abitate in Sud Africa o non avete visto il film documentario Sugar Man, molto probabilmente non ne avrete idea. Il consiglio che vi do subito, per primissima cosa, non è allora quello di trasferirvi in Sud Africa, a meno che non ci teniate, bensì è quello di andare a vedervi questa pellicola, questo straordinario documentario. Non importa se non amate i documentari, Sugar Man è comunque imperdibile. Io non sono un fan assoluto del genere documentaristico, preferisco i film recitati, “di finzione”, però ogni tanto capita di imbattersi in un docu-gioiellino e Sugar Man è uno di questi. Perché?
Quella di Rodriguez è forse la storia più incredibile che io abbia mai sentito. In assoluto. Di certo è la vicenda più pazzesca e inverosimile nella storia della musica in cui mi sia mai imbattuto. Pensavo di averne sentiti di tutti i tipi, di aneddoti curiosi e folli sulle rockstar, di racconti sulle incredibili vite dei più grandi artisti dello showbiz musicale, e invece non erano niente in confronto a quanto capitato a Rodriguez. Su di lui cercherò di dirvi il meno possibile, perché la sua vicenda dovete sentirla raccontare attraverso la pellicola Sugar Man. Il mondo è pieno di belle storie, ma una bella storia da sola non fa un bel film. Invece Sugar Man è anche un gran bel film. Un documentario che però sembra un thriller, che riesce a creare una tensione palpabile e a mettere addosso una curiosità enorme intorno alla figura di questo mistero, il più grande mistero nella storia della musica pop-folk-rock, che si cela dietro al nome di Rodriguez. Oltre a essere costruito in maniera narrativamente brillante, in grado di tenerti incollato allo schermo manco fossi di fronte a una nuova puntata inedita di Lost, Sugar Man è una pellicola molto ben girata, con una fotografia magnifica e scene di autentica poesia che molti film di fiction fanno fatica a regalare. L’altra cosa splendida di questo documentario è il suo approccio alla musica. Sugar Man presenta le canzoni di Rodriguez al loro meglio. Le fa assaporare fino in fondo, non con uno stile da videoclip e nemmeno cercando di ricreare in maniera didascalica i testi delle sue songs. Semplicemente, le fa vivere. Una cosa semplice, no?
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Questo per semplificare in maniera estrema. Ci sono poi altri fattori che entrano in gioco. A volte basta una canzone che comincia ad andare su un programma di una radio e poi viene suonata pure dalle altre stazioni e poi la senti ovunque, a volte basta un riff di chitarra per farti passare da cult alternative band a gruppo sulla bocca di tutti, come capitato nel 1991 ai Nirvana. A volte, oggi, conta un video che si diffonde in maniera virale sul web. Spesso è fondamentale anche il marketing, dai Sex Pistols che sarebbe difficile immaginare senza il loro manager e “creatore” Malcolm McLaren, alle Spice Girls ideate genialmente a tavolino mettendo insieme 5 tipi classici (più o meno) di donna: la sportiva, l’elegantona che se la tira, la pazza pericolosa, la lolita e la zoccola.
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Quello che è mancato a Rodriguez è allora forse quest’ultimo fattore, una strategia di marketing valida all’epoca, nei primissimi anni ’70 quando ha pubblicato i suoi due primi (e unici) album “Cold Fact”, fenomenale album d’esordio, e il secondo anch'esso notevole “Coming From Reality”, che hanno tutti e due venduto pochissimo e quasi nessuno si è filato. È mancato il marketing ed è mancata anche la classica botta di culo che pure quella, in ogni storia di un successo che si rispetti, non può mai essere assente. Giusto questo, è mancato a Rodriguez. Il resto c’era tutto. C’erano le canzoni e c’era il personaggio.
Molti gruppi di nicchia, amati magari dalla critica e da un piccolo zoccolo duro di fan, non riescono ad avere un grande successo perché fondamentalmente gli mancano le hit. Gli mancano quei pezzi in grado di sfondare, di poter essere suonati in radio e di conquistare subito le orecchie e il cuore degli ascoltatori. Non è il caso di Rodriguez. I suoi brani sono semplicissimi, sono diretti, basta un solo ascolto per cominciare ad amarli e sentirli propri, come se fossero sempre esistiti, come se già li conoscessi e facessero parte della tua vita da sempre. La sensazione raccontata nei film romantici, con lui che incontra lei ed “È come se ti conoscessi da sempre!”. È quella sensazione lì che fanno le canzoni di Rodriguez. “I Wonder” ad esempio è un brano pop di presa immediata, con una melodia di quelle che avrebbero potuto scrivere i Beatles e un giro di basso che si incolla in testa istantaneamente.
Altri brani ricordano più Bob Dylan, anche per la notevole qualità dei testi, ma, come dice uno dei produttori di Rodriguez: “Bob Dylan non era al suo livello”. E non è che sia una sparata tanto per. Certe canzoni di Rodriguez, molte canzoni di Rodriguez, Bob Dylan se le può sognare in cartolina, e diciamolo. Con questo non voglio sminuire Bob Dylan o dire che sia sopravvalutato, perché il suo posto di rilievo nella storia della musica se l’è guadagnato tutto. Non voglio sminuire nessuno, voglio solo dire che il nome di Rodriguez non dovrebbe essere seguito da un “Chiiiiiiiiii?”. Il nome di Rodriguez dovrebbe stare lì accanto a quello dei grandi riconosciuti della musica, con Dylan e Jimi Hendrix e i Rolling Stones e i Beatles e tutti gli altri. Quello è il suo posto.
Oltre all’irresistibile “I Wonder”, di canzoni incredibili Rodriguez ne ha tirate fuori un sacco. Cito giusto “Sugar Man”, il title theme della pellicola che suonerebbe alla grande pure in qualunque film di Quentin Tarantino, o “Cause” e “Crucify Your Mind” che sono brani di drammatica bellezza, poesia urbane che ti strappano fuori il cuore dal petto e te lo riducono in pezzettini, o ancora “Street Boy”, un altro pezzo di presa immediata , o una magia come “I’ll Slip Away”, sulle cui note è difficile non farsi venire i brividi. E poi c’è “I Think of You”, uno di quei pezzi che suoni a una ragazza e lei ascoltandola te la smolla subito. Questo almeno in un mondo ideale, un mondo in cui Rodriguez è una celebrità e le sue canzoni le conoscono tutti a memoria.
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