SugarPulp
Sugarpulp Festival
a cura di Omar di Monopoli
Arrivando in quel di Padova è impossibile non lasciarsi irretire dal tripudio tentacolare di portici, disseminati ovunque nel centro cittadino per uno sviluppo complessivo di circa 12 km. Nella mente di chi scrive – terrone tra i terroni ma con alle spalle un indimenticato decennio post-adolescenziale trascorso tra i mattoni rossi di Bologna – l’impatto con questo crogiolo di archi, slarghi e architetture medievali ha richiamato immediatamente alla memoria quello altrettanto caratteristico del capoluogo emiliano; e, quasi a rimarcare questa sorta di «gemellaggio astrale» tra le due realtà urbane, la cittadina veneta in cui William Shakespeare ambientò La bisbetica domata è sede, proprio come Bologna, di una prestigiosa e antica università: stesso pulsare frenetico di giovani curiosi e motivati, stessa attitudine alla cultura slegata dalle manfrine ammantate di polverume delle baronie d’ogni sorta.
Non poteva quindi che essere Padova il luogo più adatto a ospitare la prima edizione dello Sugarpulp Festival, originale kermesse dedicata a quel particolare genere narrativo che è il noir (ma anche al thriller, al giallo e quindi al pulp nella sua accezione più estesa) che sullo spirar di una stagione estiva invero lunghissima quest’anno ha consacrato il certosino lavoro di una corrente culturale nata tra le sterminate distese di barbabietole padane ma propagatasi presto – e con meritato successo – in tutto il Belpaese.
Joe R. Lansdale
Si deve infatti a due cultori della materia autoctoni, gli indomiti Matteo Righetto e Matteo Strukul (cui si sono in breve aggiunti il valente Giacomo Brunoro e un numero sempre più nutrito di collaboratori entusiasti), lo start-up di un progetto pensato originariamente come un semplice portale incentrato sui libri, qualcosa di poco più d’un sito amatoriale animato però da un’idea forte e assai suggestiva: la diffusione e la promozione di una cultura letteraria sui generis – quella del noir, appunto – con la pretesa di adattarne gli stilemi e i cliché al Nord-Est e a tutta la Bassa. Una direttiva di lavoro che presto, complice il successo dell’iniziativa, ha messo al bando i meri limiti regionali per tramutarsi in una concreta occasione di confronto tra autori e appassionati di tutto lo stivale. Ecco perché anche il sottoscritto, in ragione della sua trilogia «western-pugliese» data alle stampe dal 2007 a oggi con l’editore milanese ISBN, si è ritrovato tra gli ospiti del neonato festival in compagnia di un carnet d’autori di caratura davvero internazionale.
Nella solenne cornice del Centro Culturale San Gaetano, dal 29 settembre al 2 ottobre, si sono alternati pertanto pezzi da novanta come Jeffery Deaver, uno tra i più popolari scrittori di thriller del mondo; o il mitico Joe R. Lansdale, geniale storyteller texano capace di spaziare con assoluta nonchalance tra i più svariati generi; ma anche lo scoppiettante Victor Gischler, solido romanziere nonché sceneggiatore di fumetti made in Marvel del calibro di X-Men, Punisher, Deadpool e via di questo passo; oppure il formidabile scrittore inglese Tim Willocks, lo svedese Jan Wallentin e via così a rimpinguare un succulento programma d’incontri, mostre, proiezioni, concerti e conferenze: una sequela di appuntamenti tale che elencarli tutti diverrebbe un’impresa (e non si possono certo omettere le allegre reunion conviviali in chiusura di giornata: incontri spesso innaffiati da ottima grappa veneta grazie alle virtù della quale si mettevano in contatto traduttori, redattori, scrittori e semplici lettori).
Omar di Monopoli
Tra l’altro, assieme a questo folto parco di personalità straniere, a Padova ha sfilato anche una variegata compagine di penne nazionali, capitanata dal veterano Massimo Carlotto (che proprio in Veneto ha ambientato molti dei suoi più riusciti lavori) ma nella quale si sono fatte notare un bel po’ di voci nuove del filone italico: gente come Marilù Oliva, Pierluigi Porazzi, Francesca Bertuzzi e un sacco di altri dotati giovani talenti di cui sentiremo sicuramente parlare ancora, parola di Giovane Marmotta!
Ultima chicca, in ossequio a un’interdisciplinarietà dal sapore molto contemporaneo (quelli che parlano bene direbbero «pop»), alla pura narrativa di genere lo staff organizzativo ha pensato di affiancare l’altro media protagonista del settore: il fumetto. E così nelle ampie sale della struttura polivalente – un gigantesco pertugio acuminato chiazzato di vernice fucsia nel bel mezzo del pavimento, per far scena! – è stato possibile incontrare molti dei maggiori disegnatori italiani, professionisti sovente emigrati con successo negli U.S.A. come Alberto Ponticelli (Vertigo, Edizioni BD), Alessandro Vitti (Marvel e Bonelli), Matteo Scalera (Marvel), Elia Bonetti (Marvel), Davide Furnò (Bonelli e DC Comics) e Andrea Mutti (Marvel, Vertigo, Glénat, Bonelli).
Scevro da qualsivoglia volontà di casta, il festival, fatto col cuore e con la passione di chi guarda al fenomeno con il batticuore del fan ancor prima che con lo snobismo dell’intenditore privilegiato, ha ottenuto uno sbalorditivo riscontro di pubblico, perlopiù gente under-30: le celebrità si sono rivelate estremamente disponibili verso lo stuolo di curiosi e appassionati, giunti dalle più disparate parti della penisola per incontrarli in un clima sempre amichevole e rilassato. E questa è, decisamente, una bella vittoria per chi, come gli amici di Sugarpulp, ha deciso di puntare sulla qualità e sul territorio in barba ai mille veti incrociati e alle ristrettezze economiche di sorta che la congiuntura politico-sociale impone; a riprova del fatto che è importante continuare a lavorare sui giovani, sui loro sogni, sulle loro passioni, invitando con serietà – ma anche una certa levità – le persone a lasciarsi contagiare dagli stimoli esterni: soprattutto quando si tratta di qualcosa di così maledettamente sfaccettato, dissacrante e proteiforme come il noir.
Omar di Monopoli per Libriconsigliati.it