E' così che ho scoperto che man mano sempre più persone si stanno cancellando da Facebook. Fermi tutti: "a volte ritornano", queste persone spesso ci ripensano, riattivando il profilo che Facebook aveva "congelato" per loro. La cosa interessante e anche abbastanza inquietante di Facebook è il fatto che non ti puoi cancellare definitivamente: il tuo account verrà semplicemente "disattivato", e la tua mail e una parte dei tuoi dati rimarranno per sempre sui server della Silicon Valley, e il social network è sempre pronto a riaccoglierti a byte aperti ogni qualvolta tu decida di navigare da quelle parti.
Ma veniamo al punctum dolens: perché le persone fanno questa scelta?
Ricevo troppe e-mail, inviti e richieste da Facebook. / Passo troppo tempo su Facebook.Senza dubbio la causa più frequente. Alcuni si lasciano "catturare" dal social network a tal punto da sviluppare una vera e propria dipendenza da Facebook, e ricorrono a una soluzione radicale per far fronte a questo problema.
Si tratta di una misura temporanea. Tornerò. / Penso che Facebook sia inutile.
In questo caso, x non trova socialmente o individualmente utile il social network, tanto che ha deciso di abbandonarlo definitivamente, oppure solo per un po' di tempo.
Ho un altro account Facebook. / Altro
Rivolto a quegli utenti che vogliono cancellarsi perché hanno creato account multipli su Facebook dovuti a ipertrofia individuale o all'esigenza di separare lavoro e vita privata, e agli utenti le cui motivazioni non rientrano in quelle precedentemente esaminate.
Ci accorgiamo che Facebook fa veramente molto per tentare di trattenere i suoi utenti con sé e dissuaderli dall'abbandonare la sua Home. Rientra ovviamente fra le esigenze della sua politica commerciale.Ma le motivazioni che spingono l'utente medio a cancellarsi da Facebook sono realmente sempre così serie come egli afferma? Non esiste altro rimedio per lui oltre a questo? O non è forse Facebook un placebo, un riflesso di problemi che afferiscono alla vita reale, e non virtuale?
Condivido la posizione espressa da Prof 2.0 (che molti di voi conosceranno seppur sotto altro nome) quando parla di "Identità e amore ai tempi di FB": Facebook non è niente più che un mero strumento per comunicare, e quindi, come tutti gli strumenti, non va giudicato in sé e per sé come "vantaggioso" o "nocivo", buono o cattivo, ma tale valutazione dipenderà sempre dall'uso che ne si fa, dalle intenzioni di coloro che ne usufruiscono. Rimuovere Facebook dalla propria vita o quantomeno dalla propria routine non rappresenta una reale e duratura soluzione: ciò che bisogna rimuovere sono i problemi che si celano dietro al suo utilizzo. Se Tizio soffre di manie di persecuzione, il suo cancellarsi da Facebook gli darà sollievo solo temporaneo, e comunque non definitivo, in quanto la sua malattia troverà sfogo attraverso altre vie, per altri porti verrà a piaggia (ok, questa me la potevo risparmiare). Se Caio non studia perché sta sempre su Facebook, cancellarlo non gli servirà a molto, in quanto un'altra fonte di distrazione si farà trovare pronta a rimpiazzarlo. Il problema dell'uso e abuso di Facebook non è a valle, ma molto più a monte, e bisognerebbe rendersene conto.
Indi per cui Facebook (e ogni social network), le chat, i blog etc. in genere sono ottimi come strumento e come fonte sussidiaria di amicizie, per scambi di opinioni e far conoscere persone distanti fra loro con le medesime idee. Bisogna tener conto però che proprio per la loro malleabilità si prestano spesso a usi non molto ortodossi, così su scala individuale e privata, come su scala sociale e pubblica.