Da un po’ di anni a questa parte e con l’ormai imminente apertura dell’Expo, non si fa altro che parlare di cibo. E l’altro giorno sono entrata in libreria e ho visto un nuovo libro intitolato proprio «Ma perché agli italiani piace parlare di cibo?». Già, perché?
Sarà che siamo il paese della pizza, del gelato e della pasta, il paese che ha fatto innamorare ma soprattutto ingrassare Julia Roberts in Mangia Prega Ama, sarà che solitamente, subito dopo averti dato il caffè tua madre ti chiede cosa vuoi mangiare per cena, insomma sarà quel che sarà, ma in Italia, è evidente, ci piace parlare di cibo. E mangiarlo anche.
Credo che sulla cultura eno(perché pure a vini, mica scherziamo) gastronomica del nostro paese si possono tranquillamente scrivere non libri, ma enciclopedie. Senza alcun dubbio viviamo in un paese in cui si mangia meravigliosamente bene e in cui l’immagine di Sordi con il suo enorme piattone di pastasciutta campeggia felice in almeno la metà delle nostre trattorie e osterie. E sempre l’Albertone nazionale mi ha fatto pensare ad un’altra scena cinematografica che credo sia impressa indelebilmente nella mente di tutti noi nati e vissuti in Italia, pur di generazioni diverse: quella di Miseria e Nobiltà, in cui la famiglia dei poveri che si fingevano ricchi si avventa festosa sulla mega batteria di pasta mirocolasamente apparsa sulla povera tavola grazie a uno dei tanti geniali escamotage del capofamiglia, niente po’ po’ di meno che il Principe della risata Totò. Una scena di festa mangereccia che non si può scordare.
Ma, non divaghiamo, ché questo è pur sempre un blog di libri e se vado avanti così la pasta ci si scuoce. Quello che in realtà mi è balzato all’occhio in quest’ultimo periodo è che al boom di libri di cucina, inaugurato qualche anno fa dalla regina dei fornelli e idolo delle desperate housewives Benedetta Parodi, con i suoi manicaretti cotti e mangiati, sta seguendo adesso un boom di libri sul mangiar sano e mangiar bene. Un certo gusto per la raffinatezza e per la conoscenza, incrementato fors’anche dalle tante battaglie di Cuochi e fiamme e le mille edizioni di Masterchef, si è lentamente instillato nella nostra coscienza mangiona, sorretto dal desiderio di capire cos’è la corretta alimentazione.
Del resto, siamo pur sempre l’Italia, il paese che ha sfornato la dieta mediterranea, quella che non si cambia con niente e vale anche come dieta dimagrante; perciò, chissà, forse è una naturale evoluzione delle cose questa aumentata sensibilità nei confronti del cibo, dell’alimentazione e della nutrizione.
E visto che se ne parla tanto e se ne cucina pure di più, mi dico: OK, va bene, parliamone e soprattutto, leggiamone.
Ma quali sono i migliori libri sull’argomento?
Di qui l’idea di fare una breve lista, non della spesa, ma di alcuni libri che possono essere illuminanti sull’argomento…
1. Michael Pollan In difesa del cibo, pubblicato per Adelphi, questo saggio ha scatenato diverse polemiche, proprio perhé Pollan critica i nutrizionisti con la loro folle precisione molecolare, come se cucinassimo con vitamine e proteine invece che con ingredienti; e lo fa in modo tanto scorrevole quanto irrefrenabile, spinto sempre dal motto “Non mangiar mai nulla che tua non avrebbe mangiato”;
2. Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene: questo è forse il libro summa delle ricette italiane, raccolte dall’autore nei suoi viaggi nella penisola e subuto diventato un caso editoriale. Il libro fu pagato dalle tasche dello stesso Artusi, perché nessuno voleva pubblicarglielo; eppure, il suo successo fu enorme e la sua fortuna letteraria più che discreta, visto che moltissime case editrici l’hanno pubblicato e v’è addirittura una versione, la più famosa forse, curata da Piero Camporesi per Einaudi; rientra ormai nella canonica tradizione letteraria e culinaria italiana;
3. Marie-Momique Robin: Il veleno nel piatto, dopo tanto parlare di corretta alimentazione, veniamo alle cose toste, ossia ai libri-verità che non ti fanno dormire la notte. Dopo un’inchiesta lunga due anni e mezzo, l’autrice spiattella (è il caso di dirlo) quello che secondo lei è la causa dell’incidenza di tumori e leucemie nei paesi occidentali, ossia le sostanze chimiche velenose che infestano il cibo che regolarmente ingeriamo;
4. Dario Bressanini, Pane e Bugie: agrobiotecnologie, OGM, geopolitica economica, comninazioni alimentari, geni ed etichette: insomma, chi più ne ha più ne metta! I l libro di Bressanini racconta il magico mondo del cibo da diverse angolazioni, affrontando i problemi macro con quelli micro, con un occhio attento alla salute ed uno al palato; anche qui, a voi la scelta;
5. The China Study: ok, adesso depuriamoci un attimo che è il caso. E qual è il miglior modo per depurarsi se non con una bella dieta orientale? Vietato carne, pesce e altri cibi di origine animale: con the China Study, da moltissimi considerato una Bibbia in campo di scelta alimentari, il male risiede lì. Niente paura, però: oltre alla patalogia, il libro offre anche la cura. Prendete nota;
6. Sara Ragusa, Pappamondo: una guida non Michelin ma edita dalla rispettosa ed etica casa editrice Terre di mezzo, è un must in qualsiasi articolo che parli di cibo. Perciò, ecco la lista con indirizzi e città di ristoranti etnici e non, adatti a portarci la famiglia, la fidanzata, i colleghi di lavoro, ecc. Tutto rigorosamente bio, affidabile e green. O almeno, così si spera.
Arrivata a sei, un numero di mezzo, pari, che difficilmente troverete in altre liste, ho deciso di fermarmi, che ormai ero già ben oltre dessert e cordiale libresco; inoltre, ho capito che ormai ogni giorno c’è una nuova legge che determina il corso delle mode e delle credenze letterarie e culinarie. Perciò, ho messo il mio q.b. In questa breve lista, dando a voi capacità di scegliere dal menu e magari anche pescare e modificare. Del resto, si sa, la migliore cucina nasce dalla creatività del cuoco.