Sul ciglio di confini non visibili
ci aggiriamo, non visti d’alma alcuna.
Decimati e sconfitti, noi derisi
siamo misura di morte, ed oscura
la fine senza fine ci ha divisi,
luce in assenza, vuota per natura.
Gli ormeggi della vita, pur recisi,
tengono ancora in catene una luna.
É facile annegare in queste ombre
in quel racconto udito da nessuno,
narrato dagli affreschi delle tombe.
Giungiamo lentamente a quel raduno,
sotto la mano del Fato che incombe.
Giungiamo, sol per non trovarvi alcuno.