L’editorialino odierno di Alessandro Sallusti è davvero una perla:
Scrive: Dopo anni, per la precisione otto, di spasmodica attesa l’opposizione ha ottenuto ciò che voleva, cioè vedere Silvio Berlusconi varcare la porta di un tribunale, quasi che da questo dipendesse il futuro del Paese.
A parte che c’è opposizione e opposizione, e la nostra opposizione preferirebbe vederlo uscire dal Parlamento invece di vederlo entrare in tribunale (magari varcare la soglia di Regina Coeli, ma non accadrà mai). Il futuro del Paese non dipenderà solo da questo, ma sarebbe un ottimo inizio.
Scrive: La verità è che l’opposizione ormai sa soltanto fare sfascismo. Se Berlusconi non va ai processi è scandaloso, se ci va è scandaloso uguale. Dalla crisi libica al problema dei clandestini, tutto è usato in chiave di polemica, direi guerra, politica. Basta infangare, distruggere anche ciò che di buono e utile si riesce a fare.
Giunto a questo punto, Sallusti vira sul messaggio di fondo del suo gran pezzo, passando all’attacco di Report (sinistra-sfascismo-fango-Report), in particolare dell’ultima puntata. L’accusa è di rinnovata antitalianità (fa ridere solo a sentirla), in quanto durante la trasmissione hanno analizzato la torbida figura di Sergio Marchionne.
Il passaggio è spettacolare: L’altra sera, sulla Rai, tv di Stato, la trasmissione Report è riuscita a toccare un nuovo picco di antitalianità, facendo passare Sergio Marchionne,amministratore delegato Fiat, per un furbetto in cattiva fede e anche un po’ incapace. L’uomo che ha salvato la Fiat, il manager che il mondo ci invidia e che ha la fiducia del presidente degli Stati Uniti è stato ridicolizzato perché abita in una lussuosa villa in Svizzera [...] La Gabanelli e soci evidentemente la sanno lunga su come gestire la prima industria italiana. Si sono avventurati in calcoli ed analisi, hanno cercato di contare i giorni che Marchionne passa in Italia, perché se fossero più di 183 si potrebbe configurare il reato di evasione fiscale. Insomma, Marchionne è avvisato. Come tutti quelli che in Italia vogliono cambiare per modernizzare il Paese (il caso Berlusconi insegna), sta finendo nel tritacarne mediatico.
Di conseguenza, la conclusione è che A sinistra, quando si tratta di fare male all’Italia, sono specialisti.