Credo che il declino sia avvenuto in tre fasi: 1025-1081, quando dopo la morte di Basilio II, l’Impero è esausto per un quarantennio di dura lotta contro la Bulgaria e la sua improvvida, a mio parere, annessione. L’avanzata romea in Armenia, Siria del nord e Bulgaria, seppur ha ridato prestigio allo stato romano, ha però contribuito alla fine dell’esercito tematico, milizia contadina territoriale, creata nel VII secolo d.C., e che aveva salvato l’Anatolia, e quindi l’impero dalla morsa e dalla conquista arabo-musulmana. E tuttavia l’allargamento delle frontiere e la cessazione del pericolo musulmano, avevano reso pesante per il contadino anatolico, continuare a combattere, e questa volta lontano da casa, dalla famiglia, dal villaggio e dalla terra, e per cause che non lo interessavano… Inoltre la cessazione del pericolo musulmano aveva favorito la nascita di grandi latifondi, i cui proprietari si erano impadroniti delle terre dei soldati-contadini, che da parte loro pur di non combattere più, per i motivi sovracitati, avevano preferito vendere i loro appezzamenti e restare a coltivarli come servi della gleba. Gli imperatori della Dinastia Macedone da Romano I (920-944 d.C.) a Basilio II, se ne erano accorti e avevano cercato, invano di frenare il fenomeno, ma appunto dopo la morte di Basilio (1025), l’esercito tematico, nato come milizia difensiva, è ormai in via di estinzione. Già lo stesso Basilio II, per salvare il suo trono dai pronunciamientos della grande aristocrazia militare latifondista anatolica romeo-armena dei Foca e degli Scleri, era dovuto ricorrere all’impiego di mercenari, prima Iberi del principato di Tao-Klarjeti (oggi la regione di Yusufeli in Turchia), nel 976-979, e poi dei Variaghi Rus’ nel 987-989 d.C., che da allora formarono la Guardia Variaga, una sorta di “svizzeri” a protezione della famiglia imperiale romana. Da allora in poi, col declinare dell’esercito tematico, accanto alle milizie indigene professioniste come i catafratti, l’impiego di mercenari divenne più frequente e massiccio, anche perché si trattava di professionisti e quindi più idonei al combattimenti di conquista, ma onerosi e spesso di dubbia fedeltà. Teniamo infine conto che i nuovi territori annessi, tranne la Bulgaria, erano abitati in prevalenza da cristiani non calcedoniani, vedasi Armenia e Siria del Nord, e la politica bizantina in queste terre fu molto pesante nell’imporre l’Ortodossia di Calcedonia e la soggezione al Patriarcato di Costantinopoli. In sostanza ripetendo la stessa politica giustinianeo-eracliana del VI-VII secolo, e che come allora si rivelerà controproducente. Già i Romei avevano da secoli usato la mano pesante verso i gruppi ereticali armeni dei Pauliciani e poi dei Tondrakiani, con modalità non dissimili a quelli dell’odierna repubblica turca verso i Curdi e sempre nelle STESSE ZONE: Questa oppressione si era estesa appunto ad Armeni e Siri monofisiti, con arresti di prelati, notabili, deportazioni e ricorrendo non di rado a torture, distruzioni di villaggi. Per combattere le Chiese Armena e Giacobita, furono create delle diocesi alla cui testa vennero posti dei prelati romei, o “rinnegati” locali che avevano abbracciato l’Ortodossia di Calcedonia. E tutto questo mentre il sistema tematico collassava, arrivavano nuovi e possenti invasori di ceppo turco, come i Peceneghi, Uzi, e Cumani, a nord del Danubio, e i Turcomanni Oghuz di recente conversione all’Islam, alle frontiere armene, per non parlare dei Normanni francofoni che in un quarantennio (1041-1078) conquistarono la Longobardia minor/Puglia/Catepanato d’Italia, e il suo leader, Roberto il Guiscardo, investito del titolo di Duca di Puglia e Calabria da Papa Nicola II nel 1059, aspirava a conquistare la stessa Costantinopoli, nell’ambito della cultura “precrociata” che stava portando all’allargamento delle frontiere del mondo franco, e del Cattolicesimo latino. In questo frangente i sovrani romei tra 1025 e 1081 non sono in grado di rispondere adeguatamente a questi pericoli provenienti da più parti e questo forse, proprio in virtù di attuazione dei sogni universalistici romani, ormani non più attuabili…..
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Sul declino della Romània bizantina – 1 (di Mirko Pazienza)
Creato il 30 maggio 2012 da IstanbulavrupaPotrebbero interessarti anche :
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