Si è cominciato a parlare presto di metafore e di simboli e di miti, a proposito della nave da crociera finita sugli scogli del Giglio. La grande nave riversa su un fianco, immagine-sipario su quel che un tempo fu il paese de “E la nave va”, a sua volta metafora di qualcosa d’altro, anch’esso perduto. Ma le metafore sembrano corde tese tra il sensibile che ci sfugge e l’ultrasensibile che non raggiungeremo mai. E poi sono parole. Non sempre abbiamo bisogno di parole. Invece converrebbe pensare allo sfaldarsi delle corde sotto la gigantesca chiglia squarciata, quelle corde rese ogni giorno più sottili e più esauste dalla muta e incomprensibile profondità del mare. C’è silenzio, in fondo al mare. Tutto questo silenzio.