Sul Grande Fratello e disturbi mentali: il caso di Mauro Marin

Da Psicoterapeutico

In merito al caso di Mauro Marin, vincitore dell’ultima edizione del “Grande Fratello” reality show prodotto da ENDEMOL per il network MEDIASET, l’associazione italiana di psichiatri dirigenti medici e specialisti ambulatoriali (AIPSIMED) si sente di esprimere una propria riflessione.

Mauro Marin sta per far uscire un libro, un’autobiografia, di cui alcuni stralci sono stati pubblicati in anteprima dal settimanale «Chi», in cui, tra le altre cose, afferma di soffrire di una forma di sofferenza psichica che nel passato lo ha costretto al ricovero in ambiente psichiatrico ed anche in regime di trattamento sanitario obbligatorio (T.S.O.) nel corso del quale per lui si sarebbe fatto ricorso alla contenzione a mezzo di “camicia di forza”. Il ventinovenne di Castelfranco Veneto sarebbe poi stato dimesso dal S.P.D.C. (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) il cui Primario dell’ospedale di Montebelluna avrebbe fatto diagnosi di «Schizofrenia affettiva con disturbo bipolare, che comporta sbalzi d’umore che portano a picchi maniacali in stati di agitazione e supereuforia alternati a continui cali depressivi». A questo sarebbero seguiti altri ricoveri in ambiente specialistico per un’alternanza di scompensi e periodi di benessere, benessere o buon equilibrio psichico che è lo stato psichico in cui si ritrova oggi il Marin al momento dell’uscita del suo libro.

L’accadimento potrebbe avere anche dei risvolti etici o medico-legali nel momento in cui per partecipare ad un evento telemediatico indubbiamente “claustrofobico” (in ogni accezione) e stressante perché continuamente sotto gli occhi di tutti i telespettatori in ogni ora del giorno, con compagni di “viaggio” sconosciuti e in ogni momento valutati in base a comportamenti o a simpatie “estorte” onde esser accettati o espulsi e rinunciare al ricco premio o alla notorietà che comporta quindi un periodo di vita ad “alta pressione”, prevede perlomeno un saldo equilibrio psicologico che, a dire di ENDEMOL, la società di produzione del GF, viene per tutti i concorrenti valutato a inizio selezione tramite test, provini e visite ad opera anche di uno psicologo, Carlo Alberto Cavallo, allo scopo di accertarne l’idoneità alla partecipazione. A posteriori il collega psicologo del programma conclude che “…Mauro è stato un gran concorrente, tanto abile e capace da vincere il Grande Fratello. L’edizione più lunga di sempre. Alla faccia del suo passato”.

Questi sono i fatti riassunti in breve. Ad AIPSIMED preme valutare ben altro.

Cosa implica, cosa svantaggia e penalizza chi è affetto da schizofrenia affettiva (meglio schizo-affettività) con disturbo bipolare, psicopatologia che comporta sbalzi d’umore che portano a picchi maniacali in stato di agitazione e supereuforia alternati a continui cali depressivi?

Rispondiamo subito noi stessi: NULLA!

I disturbi psicotici, la bipolarità e quant’altro sia appannaggio dello spettro affettivo oggi si curano e BENE! Ed a tal punto che nei periodi intercritici, quelli liberi da malattia (le crisi possono comunque presentarsi anche virando da un giorno all’altro laddove malgrado la farmacoterapia e il sostegno psicoterapeutico talvolta non riescano a contenerne eventuali scompensi) la persona che ne è affetta può svolgere qualsiasi tipo di attività conducendo una vita pressoché normale fatta magari di frequenti controlli, ma non più di una epatopatia per dirne una, compreso vincere un reality show ad esempio come è stato il caso di Mauro Marin.

Dal nostro punto di vista di medici, ma crediamo concordino anche gli altri pazienti affetti da un disturbo psichico similare ed i loro familiari, Mauro Marin ha fatto un Grande Favore alla causa dell’abbattimento del pregiudizio che, oggi più di ieri, avvolge i sofferenti psichici. Non è un “outing” quello di questo ragazzo, ma vogliamo credere che sia la coraggiosa pubblica esposizione di una sofferenza, quella più dolorosa, quella psichica che comunque non impedisce nulla se affrontata seriamente, scientificamente, con buon senso ed umanità. Nulla di scandaloso quindi.

In particolare chi è affetto da disturbo bipolare non è un paziente per forza fragilissimo al quale impedire ogni attività come se fosse un malato infettivo persona da cui la società potrebbe volersi difendere offrendogli una “quarantena”. Tutt’altro. Nel caso di specie si può invece anche aggiungere una nota di simpatia, in particolare nei confronti dei pazienti bipolari, quelli cosiddetti “toccati dal fuoco”, i quali quasi sempre son persone creative, piacevoli o empaticamente piacenti, personaggi che in genere inducono affetto verso il loro caso e la loro persona, talvolta addirittura geniali nella loro attività, molto spesso penalizzati da varie “comorbidità” (gioco, compulsività), ma non per questo da lasciare da soli quando l’umore “off” in loro prende il sopravvento. Per questo sia nel corso di episodi maniacali o depressivi l’intervento dev’essere improcrastinabile, immediato ed efficace in tutti i suoi risvolti. Si attacca spesso l’organizzazione assistenziale psichiatrica, in particolare la si accusa di non porre in essere quasi nessuna operazione di prevenzione. Ebbene può essere proprio la vita che può venire in soccorso per questa prassi, consentendo di fare ed amplificandolo massmediologicamente il racconto delle proprie sofferenze psichiche a persone in vista, popolari sotto ogni profilo, come è capitato di fare al portiere della nazionale italiana di calcio Gigi Buffon a proposito del suo periodo depressivo, o alla nuotatrice Federica Pellegrini rispetto ai suoi attacchi di panico. E quindi anche tale esplicitazione del noto Mauro Marin può tornare comoda per questa benefica operazione di prevenzione primaria. Non pregiudizievole sarebbe il ritorno d’immagine per questi personaggi, ma grande sarebbe per questi disturbi, per chi ne è affetto e per chi se ne fa carico la cassa di risonanza ideologica tesa ad affermare con forza che guarire si può e occuparsene si deve.


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