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Un articolo, sul Guardian, che potrebbe essere stato preso di peso da Estropico: Immortality isn't unethical, di Alexander Chisholm. Sottotitolo: molti condannano la prospettiva di vivere per sempre, ma un mondo transumanista non sara' inevitabilmente distopico.
Riassumo liberamente - i miei commenti sono [fra parentesi]:
L'immortalita' biologica potrebbe essere molto piu' vicina di quanto si pensi. Il recente trapianto di trachea con cellule staminali e' stato descritto come "imbarazzantemente semplice" dal team che l'ha effettuato. Per non parlare dei progressi della SENS Foundation di Aubrey de Grey che potrebbero realizzare il sogno dei transumanisti nel giro di qualche decennio. Il giornalista accenna anche a coloro che sostengono questo tipo di ricerca, come l'Oxford Future of Humanity Institute di Nick Bostrom e Humanity+, e si dichiara lui stesso un sostenitore dell'idea: "se un dittatore stesse uccidendo milioni di persone, saremmo disposti a fare il necessario per eliminarlo. Invece, anche se l'invecchiamento e', per dirla con Nick Bostrom, 'un tiranno assassino', non facciamo nulla per fermarlo." Alcuni sostengono persino che, ammesso che fosse possibile, un nostro intervento non sarebbe etico. Un futuro in cui l'immortalita' fisica fosse una realta' non sarebbe un'utopia. Gli incidenti mortali non potrebbero essere completamente eliminati, e la societa' continuerebbe ad essere afflitta da contraddizioni e problemi con cui dovremo confrontarci - come facciamo da sempre. Da sinistra, poi, si aggiunge che l'economia trickle down altro non e' che "briciole dal tavolo dei ricchi" [il Guardian e' il quotidiano di riferimento degli elettori del partito laburista]. Ma anche l'andare in palestra, o il prestare attenzione alla nostra dieta potrebbe essere descritto come un trickle down per quanto riguarda le aspettative di vita. "Un anno qui, un anno la'. Briciole dal tavolo degli dei." Forse quello che piace ad alcuni e' la relativa equita' della morte [la livella di Toto' - video]. Per alcuni, l'arrivo di enormi disparita' in termini di aspettative di vita sarebbe semplicemente troppo. Francis Fukuyama [ironicamente, visto che si tratta di un'intellettuale tutt'altro che di sinistra] ha criticato il transumanismo proprio sulla base del fatto che creerebbe una "mostruosa" stratificazione sociale. Eppure, le societa' moderne si sforzano di dare accesso ai servizi sanitari a chiunque. Perche' si dovrebbe fare un'eccezione per l'immortalita'? Un'altro ostacolo all'adozione del transumanismo da parte del grande pubblico e' quello demografico. Anche se il problema dell'accesso equo a tali tecnologie fosse risolto, sostengono i critici, assisteremmo ad un'esplosione demografica che risulterebbe in un mondo affollato e inquinato. Eppure, le societa' in cui le aspettative di vita sono piu' elevate sono anche quelle con la natalita' piu' bassa. Per quale ragione questa tendenza non dovrebbe continuare quando le societa' industriali diverranno societa' immortali? Se sapessi di poter vivere migliaia di anni, quanti secoli aspetterei prima di avere dei figli? L'articolo si conclude chiedendo al lettore di immaginare di ritrovarsi, fra qualche decennio, in condizioni di salute disperate, causate dalle malattie associate alla terza eta'. Le uniche terapie disponibili sarebbero quelle anti-invecchiamento e quindi la cura comporterebbe il suo ringiovanimento. In quelle circostanze, "diresti di no?"
Immagine: Francis Fukuyama, acerrimo critico del transumanesimo e della prospettiva dell'immortalita' biologica (dall'articolo del Guardian)
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