Voglio citare uno dei miei autori preferiti: “L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene. Anche chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di loro”. E’ l’incipit dell’opera più conosciuta di Jean Jacques Rousseau, “Il contratto sociale”. Il filosofo francese va dritto al punto, non fa giri di parole, mostrando una consapevolezza che ancora oggi in pochi possono vantare. L’uomo vive in prigione, una prigione invisibile, che non ha sbarre e mura, fatta di paura e ignoranza che rende servi persino i re. Poco è cambiato da quando Rousseau scrisse queste parole, anzi ad essere onesti, il sistema ha fagocitato l’intero globo, creando un vero e proprio mondo immaginario. Noi esistiamo nella mitica caverna platonica, essa è il nostro mondo. Quindi, di certo il primo passo verso il “risveglio” è acquisire coscienza di questo nostro “status”.
E’ innegabile, abbiamo fatto passi da gigante in ambito tecnologico, ma spiritualmente siamo regrediti alla all’età della pietra. Ultimamente le due cose appaiono inversamente proporzionali. Più la tecnologia si evolve più noi lasciamo il nostro essere in balia degli eventi, siamo stati corrotti e abbindolati da questa favoletta di benessere. L’arretratezza interiore, l’arrendevolezza di spirito e questo fideismo cronico al sistema, si rispecchia sul mondo esterno. Difatti, i tempi che viviamo sono incerti e burrascosi. Va riconosciuto, al di sopra di tutto, che questo è un periodo di grandi cambiamenti fisici e spirituali. Tali mutamenti sono stati previsti da grandi saggi in diverse epoche, essi hanno indicato il lasso di tempo che va dal 1987 al 2012 come il punto di svolta di un imponente ciclo dello sviluppo umano. Molti rideranno di ciò, è normale, è una trappola del sistema, la derisione è una di quelle sbarre invisibili di cui ho scritto. In generale tale tematica, a noi che ancora perdiamo tempo dietro i nostri feticci tecnologici anziché dedicarci alle infinite potenzialità del nostro essere, è poco approcciata dal grande pubblico. E’ la paura che ci blocca, essa è la forza più grande che ci incatena nei meandri dell’oscura caverna. La paura degli altri, la paura di noi.
“La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati, la nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura. E’ la nostra luce e non la nostra oscurità che più ci spaventa. Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo, non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in se stessi così che le persone intorno a noi si sentano insicure. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c’è dentro di noi; non è solo in alcuni di noi, è in tutti noi. Se noi lasciamo la nostra luce splendere inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso. Appena ci liberiamo dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri”. (“A Return To Love: Reflections on the Principles of A Course in Miracles” del 1992. Citato da Nelson Mandela in un suo discorso del 1994 davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite).La realtà sotto gli occhi di tutti è che l’umanità sta attraversando un grande cambiamento epocale. I punti di riferimento culturali, religiosi, politici e sociali sembrano non essere più validi. Molti ne hanno intravisti i limiti e vogliono andare oltre. Il crescente scambio di informazioni, anche e soprattutto grazie ad internet, sta stimolando sempre più persone a “risvegliarsi”. Le nostre antiche credenze vengono sbriciolate quotidianamente, nuove idee si insinuano nella nostra mente, è l’evoluzione. Un filo di luce è penetrato nella caverna che abitiamo, attirandoci a sé. L’oscuro muro che ci hanno abituato a vedere ed amare, convincendoci che era tutto il nostro mondo, non ci basta più. L’uomo con immenso sforzo si sta elevando, sta rompendo le immaginarie catene che lo tenevano legato e imprigionato nella caverna. Il velo è tolto, l’inganno è svelato, la verità è tremenda e inaspettata. Intravista la luce la mole di dati e informazioni a disposizione manderanno in tilt il nostro cervello. Accettare il mondo reale sarà dura, essere coscienti di averne fatto parte metterà i brividi. Anche la sensazione di smarrimento fa parte del sistema. La pecora abituata al gregge rasenta la follia prima di accettare la condizione di individuo senziente e cosciente. La solitudine nella società massificata non è permessa, non è consentito pensare. Pensare uccide il sistema e risveglia l’essere divino che è in noi.
Questo percorso di risveglio è un cammino puramente personale, non può essere indotto o insegnato. Può essere indicato, ma è il singolo a scegliere la strada da percorrere. Non tutti gli uomini si trovano sullo stesso piano evolutivo, è palese. Chi non lo è, va guidato e/o accompagnato ma il passo fondamentale spetta sempre e comunque all’individuo. “Conosci te stesso” era l’iscrizione che appariva sul tempio dell’Oracolo di Delfi. Il consiglio del saggio era semplice: per conoscere la grandezza dell’universo basta conoscere sé stessi. Ancora una volta il singolo, l’individuo, che si eleva agli dei con un percorso di crescita personale. Straordinario. Pensare uccide il sistema e risveglia l’essere divino che è in noi.
La prima via per trovarsi è perdersi. Così bisogna lasciare le strade principali del benpensare, percorrere sentieri sconosciuti o mai addirittura battuti. Insinuare la scintilla del dubbio, domande su domande, dubitare di cose di cui prima non si sarebbe mai dubitato.
Tutti i sogni, gli obiettivi preposti, perdono la loro costruita importanza, quando la comprensione prende piede definire qualcosa “importante” è ardua impresa, tutto diviene relativo, quello che una volta era fondamentale può divenire un dettaglio. E’ normale, la fenice ha bisogno di cenere per rinascere e la consapevolezza non necessariamente implica comprensione. Tempo al tempo, quella verrà con l’applicazione pratica quotidiana.
E’ importante capire che risvegliarsi non è premere un interruttore, ma è qualcosa di più, che va coltivato giorno per giorno. Il risveglio è un modo di vivere, una filosofia di vita che probabilmente permetterà all’uomo di fare un passo in avanti nella scala evolutiva. Da uomo macchina a uomo libero. Da schiavo e cocreatore di meraviglie. Un tutt’uno con l’ambiente circostante, un’unica rete fatta di infinite coscienze e conoscenze. Delirio? Utopia? I veri pazzi sono coloro che credono che questo sia il mondo migliore possibile dove mettere al mondo i propri figli.
E’ ora della sveglia.
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