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Sul tema del “risveglio” [Viator]

Creato il 16 marzo 2011 da Tnepd

Sul tema del “risveglio” [Viator]

Sul tema del “risveglio” [Viator] Raccolgo con piacere l’invito dell’amico TNEPD a scrivere qualche considerazione circa il tema del cosiddetto ‘risveglio’, che da qualche tempo sembra stia coinvolgendo sempre più persone, anche grazie al contributo delle informazioni ‘alternative’ reperibili in rete. Un celebre passo del Vangelo di Luca recita: “Io altresì vi dico: Chiedete e vi saràdato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiedericeve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.”
Per chi sia allergico alle sacre scritture citerò un paio di film cari a buona  parte dellacultura ‘alternativa’. Il primo è Fight Club, pellicola dai molti contenuti simbolici. In una delle fasiiniziali si vede il protagonista, depresso e senza casa, che dopo avercontattato il nuovo amico Tyler (suo alterego illuminato) con l’intenzione di chiedergli ospitalità, proprio nonriesce a farsi uscire di bocca la richiesta d’aiuto. A quel punto Tyler losprona: “Basta chiedere. Tre boccali dibirra e ancora non riesci a chiederlo (…)“ Il secondo è The Matrix. La scena è quella dell’incontro tra Neo e Trinity, in discoteca. “So perché sei qui, Neo. So cosa staifacendo. So perché vivi da solo, non dormi, ed ogni notte lavori al tuocomputer. Tu stai cercando lui (…)”
Prendo spunto da queste tre citazioni perintrodurre il primo concetto che credo valga la pena sviluppare. Il vero ‘risveglio’ non è un processo automatico.  Non ci coglie alla sprovvista come unraffreddore. Non è un’idea che spunta d’improvviso e che in potenza possacoinvolgere chiunque, per caso oinduzione. Non può attecchire egermogliare nel terreno della passività, della supponenza o della superbia.Esso è il risultato di un processo evolutivo che si concretizza in un umileatto di volontà da cui scaturisce una ricerca, spesso lunga e solitaria, laquale di solito restituisce più interrogativi di quanti riesca a soddisfarne. Perciò: se non bussi non ti sarà aperto. Se nonchiedi, non otterrai risposte. Se non cerchi, non troverai.

Può sembrare una banalità, ma non lo è. Perché inrealtà non sono molti coloro i quali siano realmente  disposti a bussare, chiedere e cercare.Questa fame di Verità non è patrimonio di tutti. Chi ne è in possesso lo sabene fin dalla più tenera età. Lo sa perché laddove molti erano portati ad accontentarsidelle risposte fornite dalla cultura dominante, già allora intuiva lalacunosità di quelle informazioni; intuiva che in realtà vi fosse ben altro daconoscere e comprendere.

Di conseguenza potrai essere subissato diinformazioni e messaggi più o meno espliciti, ma se in te non sussistono glianzidetti presupposti, difficilmente sarai disposto a barattare i grezziassiomi ‘sistemici’ sui quali hai fondato la tua esistenza, con una serie diconcetti sfuggenti, spesso destabilizzanti, che per tradursi in un cambiamento‘concreto’  hanno bisogno di esserecoltivati con coraggio, umiltà e dedizione.

Sul tema del “risveglio” [Viator]
Credo risieda proprio in questo elemento la differenza che intercorre tra conoscenza e consapevolezza;  tra unaserie di vezzi modaioli – fatti di molto fumo e poco arrosto – come quelli checoinvolsero gran parte della generazione ‘Peace and Love’ degli anni ’60 (laquale – è brutto dirlo – compone l’attuale classe dirigente) ed una reale epermanente presa di coscienza che si rispecchi in ogni singolo pensiero edazione che compiamo in questo ‘giro di giostra.’ Quanto detto mi offre lo spunto per introdurre ilsecondo concetto che tengo a sottoporre all’attenzione di chi legge. Non si può parlare di reale ‘risveglio’fino a quando le belle parole non rispecchino un tangibile cambiamento nell’indole,nelle azioni e nello stile di vita. E’ molto facilepredicare la pace e l’altruismo, manifestare indignazione nei confronti diquesta società vampiresca, e al contempo proseguire a brucare nei veneficipascoli sistemici, magari propugnando le proprie idee ‘illuminate’ con lestesse modalità beluine con cui i politici bisticciano in TV. Il vero risveglio implica molto più di una presa diposizione intellettuale colma di autocompiacimento, in funzione della qualesparare feroci critiche nei confronti dei poteri forti, delle elite, deibanchieri, del popolo bue o di qualsiasi altro soggetto si sia scelto comebersaglio dei nostri anatemi. Implica un taglio netto nei confronti di ogniforma di superbia e violenza, non esclusa quella dialettica. Solo in questomodo, infatti, ci si pone al riparo da qualsiasi forma di strumentalizzazione. Siamopronti ad ignorare le pretese del nostro ego? Siamo in grado di lasciarciscivolare addosso le provocazioni, girando al largo dalle lenze lanciate da unsistema che fa di tutto per dividerci, istigando i nostri peggiori istinti? Infine – cosa forse ancora più essenziale – il vero risveglio implica unadisconnessione materiale. E’questa la parte più impegnativa. Chi è disposto a rinunciare al proprio stiledi vita, al proprio bel lavoro all’interno di matrix, magari al soldo – più omeno direttamente – degli stessi soggetti di cui dice peste e corna nei forumweb o guardando un notiziario? Chi ha il coraggio di respingere i beigiocattoli con cui viene comprata la sua complicità? Chi è disposto a pagarnele conseguenze? Poca, davvero pochissima gente. Con ciò non intendo colpevolizzare nessuno. Il mionon vuole essere un discorso elitaristico. Sono convinto che non vi sia alcunacolpa in coloro i quali proseguono le loro miopi esistenze all’interno dimatrix. Credo anzi che chiunque – nell’arco del proprio processo evolutivo, cheabbisogna di tempo, esperienza, ‘fortuna’, e numerose incarnazioni – siadestinato a raggiungere quel punto dirottura oltre il quale gli sembrerà semplicemente inconcepibile prestare lapropria diligente collaborazione al mantenimento del mostruoso baraccone. Il problema – se così vogliamo definirlo – è chetale  ‘trasmutazione alchemica’ non puòaver luogo per tutti nel medesimo ambito temporale, semplicemente perchéciascuno di noi si trova in un diverso stadioevolutivo. Chi più avanti, chi più indietro, senza alcun particolare meritoo demerito. Un individuo adulto può forse vantare qualche merito rispetto ad unaltro ancora fanciullo? Ecco perché personalmente considero utopistico ilperseguimento di un ‘risveglio globale’.
Per quanto sia evidente – infatti – che negliultimi anni stia effettivamente accadendo qualcosa di bello nei cuori e nellementi di tante persone, lo è altrettanto che la stragrande maggioranza dellapopolazione sia ancora ben lontana dal pervenire ad un autentico risveglio. L’impegno profuso dalla informazione e culturaalternative a mio avviso non sta facendo altro che catalizzare il cambiamentodi coloro i quali già abbianoconseguito autonomamente la ricettività di cui si diceva qualche paragrafoaddietro. Fino a non molto tempo fa le risposte erano celateall’interno di grandi libri spesso difficili da reperire ed altrettantodifficili da comprendere. Andavano desunte nella maieutica di pochi grandimaestri illuminati. Bisognava ricercarle tra le righe di mille articoli, saggigiornalistici e trattati filosofici e religiosi. Gli stessi esempi concreti, di persone che avesseroconsapevolmente scelto di vivere un’esistenza differente, erano eclissati dai modelli ostentati dal pensiero unico diffuso dai media mainstream, controllati da chi ci vorrebbetutti supini, addormentati, egoisti ed in perenne conflitto per questioni disoldi, classe sociale, credo religioso, genere sessuale, età anagrafica, ideologiapolitica, patria, etnia e tifo sportivo. Così il lavoro di coloro i quali fossero animati dauna reale volontà di conoscenza risultava inevitabilmente rallentato da una serie diostacoli ‘materiali’, con il risultato che il ‘risveglio’ – avendo luogo inmaniera più isolata e differita – non spiccava con l’evidente sincronismo cui invece assistiamo oggi, nell’era dellacomunicazione istantanea globale. Siti, blog, libri, articoli, videoclipvengono oggi prodotti e diffusi in gran quantità, e sono facilmente reperibilida chiunque abbia raggiunto un adeguato grado evolutivo che susciti la volontàdi ricercarli e – soprattutto – elaborarele informazioni da essi veicolate, trasformandole in azioni concrete. Risulta molto più semplice – oggi – lasciarsi ispirare dagli esempi virtuosidi singoli individui o gruppi di persone che abbiano deciso di tagliare i ponticon i diktat demenziali di questa società e che si adoperano eroicamente perrecidere i legacci culturali ed economici con cui il sistema tenta diimmobilizzarli. Perché le alternative esistono,nonostante qualcuno si adoperi per nascondercele. In ciò  –ritengo – risiede la differenza rispetto al passato.
Sul tema del “risveglio” [Viator]
Per cui rallegriamoci pure di questa sorta di seconda nascita che – a differenza diquanto avveniva in passato – ci è concesso di sperimentare simultaneamente, manon illudiamoci di assistere un giorno ad un risveglio che coinvolga tutta lapopolazione della Terra, perché probabilmente questo non accadrà mai. Ciò che possiamo fare – a mio parere – è adoperarci affinché alla massa di individuiaddormentati torni a fare da contrappeso un nutrito numero di persone risvegliate, in modo tale che sianoripristinati i necessari equilibri. Tale obiettivo è perseguibile mediante laproduzione di siti, blog, libri, video ed articoli che siano in grado dicalamitare l’attenzione di coloro i quali siano disposti a bussare, chiedere ecercare. Ma soprattutto attraverso ilcoraggio di cambiare profondamente noi stessi, la nostra mentalità ed ilnostro stile di vita. Perché prima di qualsiasi illuminante digressionedialettica, c’è un impellente bisogno diesempi concreti. Viator su TNEPD Vorrei ringraziare TNEPD – che mi ha datol’opportunità di esprimere il mio punto di vista riguardo un tema cosìinteressante e complesso – e tutti gli autori, i blogger, gli utenti youtube, icommentatori dei post e le persone comuni che con il loro apporto ed il loroesempio concreto stanno aiutandomi a vedere il mondo con nuovi occhi. P.S. Inutile puntualizzare che questa divagazionesi basi su una serie di considerazioni personali, dunque lungi da me pretendereche sia accolta come verità assoluta.

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