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Sull’accoglimento del ricorso del Capo dello Stato.

Da Ifioribludizazie

Non nutrivo dubbi sull’accoglimento del conflitto di attribuzione sollevato dal Signor Presidente Giorgio Napolitano: la Corte Costituzionale ha ribadito che non spettava alla Procura valutare la rilevanza delle intercettazioni

intercettazioni
e che la procedura corretta avrebbe dovuto consistere in una richiesta di distruzione immediata, a prescindere dai contenuti.

In realtà bisogna anche aggiungere che l’art. 90 della Costituzione sottolinea che Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni tranne che per alto tradimento o attentato alla Costituzione. In tali casi, e solo in queste due ipotesi, viene messo in stato di accusa dal parlamento in seduta comune e a maggioranza assoluta dei suoi membri.

La Procura ha operato ingerendo in una sfera di non propria pertinenza visto l’articolo sopra citato e visto che il Presidente incarna la garanzia costituzionale, delle leggi e del principio di legalità. La magistratura, più che ordine indipendente, appare sempre di più come un “potere” indipendente, fortemente politicizzato e corporativo, spesso interessato, o al passaggio nelle fila della politica o al mantenimento dei propri privilegi. Nel primo caso ne consegue una politica che si snatura dei suoi caratteri di scontro/concertazione in virtù della conoscenza di situazioni giuridiche, errori, compromessi; nel secondo si rivelano  tutti gli strumenti finalizzati al mantenimento di uno status privilegiato, dall’abuso del fuori ruolo, agli automatismi nelle valutazioni per le progressioni delle professionalità, al mancato riconoscimento di una eventuale responsabilità civile. La magistratura, quella più seria, agisce senza ricercare la spettacolarizzazione, opera per mandato istituzionale e secondo l’etica di cui dovrebbe sempre essere espressione, agendo con discrezione e soprattutto, forse è proprio questo il senso costituzionale da cui rinvenire della loro autonomia, indipendentemente da eventuali pressioni politiche.


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