Sull’Art. 18, sulla dittatura, sulla rivoluzione

Creato il 22 marzo 2012 da Lebarricate @gaetano_rizza


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Sinceramente non ho ancora avuto modo di capire benissimo le differenze che il governo vuole apportare all’art.18. e se davvero, nel concreto, sia il caso di combatterle. Anzi, da quello che ho capito non sarebbe il caso di combatterle, se fossimo in un’atmosfera normale.
Ma in questo momento non viviamo in un’atmosfera normale, stiamo vivendo in una situazione nella quale è stata sospesa la democrazia.
Quindi, per principio, mi schiero dalla parte più scomoda: la parte dei cittadini comuni che sono interessati da queste modifiche, di conseguenza mi schiero contro il governo dittatoriale. Pur avendo evitato per quasi tutta la vita lavorativa di inscrivermi ai sindacati, oggi sto con la Cgil.
Sto con la Lega, Con l’Idv, sto con Vendola che ha fatto la seguente dichiarazione:
(AGENPARL) – Roma, 21 mar – “E’ davvero imbarazzante l’atteggiamento del governo Monti, a fronte di un’Italia che sta vivendo una sofferenza, un disagio straordinario . Di fronte a notizie di suicidi di chi non riesce a trovare lavoro, di fronte alla disperazione di un’intera generazione di ragazzi e ragazze , assediata dalla precarieta’. L’unica ossessione del governo Monti e’ quella di recidere il legame con la nostra cultura democratica”.
E ancora…
“Cancellare l’articolo 18, manipolarlo, deformarlo, – prosegue il leader di Sel – significa semplicemente portare lo scalpo della civilta’ del lavoro presso i potentati della finanza internazionale. Questo e’ francamente inaccettabile. I conservatori italiani che hanno voluto questo colpo di mano stiano comunque tranquilli: la Cgil non e’ certo isolata nel Paese. E fara’ valere le ragioni di milioni di italiani, nell’interesse del futuro dell’Italia Compito del centrosinistra in Parlamento e nelle piazza, ora, – conclude Vendola – e’ di non lasciare solo il proprio popolo”.
Sto anche con Bersani, che ieri sera a Porta a Porta ha dichiarato la propria contrarietà con delle motivazioni condivisibili.
Sto con questi, perchè sono gli unici, con tutti i distinguo possibili, che non vogliono consegnarsi senza combattere al governo dittatoriale dei professori dementi.
Ripeto, è una questione di principio: non voglio accettare le decisioni prese sulla nostra pelle da un governo di ricchi milionari insensibili non eletti dal popolo che, peraltro, si credono missionari.
So bene che questi politici hanno le tasche piene, anch’essi, e che non si oppongono disinteressatamente, ma lo fanno anche per la speranza di avere più voti in seguito. Ma l’importante, al momento, è opporsi alla mannaia della dittatura. Con qualsiasi mezzo.
Anche con una rivoluzione!
IL CRONISTA
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