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sull’esibito, sul mostrato

Creato il 23 maggio 2011 da Vivianascarinci

Quale è la differenza che intercorre tra il mostrarsi e l’esibirsi dell’ambito stringente di questa contemporaneità? Vincenzo Cuomo con uno scritto intensamente poetico esamina la situazione del corpo oggi. Il suo dibattersi all’esterno e all’interno della visibilità. L’essere perennemente visibili nel modo ingannevolmente risolto della virtualità. In questa possibilità di essere visibile e invisibile insieme, toccabile e intoccabile, il corpo, come scrive Cuomo, è anche quello escluso, dimenticato dello straniero, ridotto al silenzio dal lavoro manuale coatto, quello che ospita la sofferenza psichica o le pause che difficilmente si accettano come non performative. Al di là della stringente sintesi filosofica, lo scritto di Cuomo risulta essere profondamente poetico, proprio perché alieno alle sclerosi che rendono filosofia, poesia e società materia fredda, riservata a chi se ne aggiudichi lo studio esclusivo, nella misura di una “esibizione” di contenuti, piuttosto che nel suo mostrare questi “esponendosi” nel divenire di una ricerca che come mozione ha il mantenimento del “segreto” che l’ha ispirata. Lo scritto di Cuomo in questo senso procede in perfetta coerenza con i suoi enunciati. “Solo la danza” scrive Cuomo “una danza capace di dis-orientare il corpo e di dis-organizzarlo, è capace di mettere definitivamente fuori gioco il sistema del giudizio, perché danza intorno al vuoto, al pericolo, al segreto. Pura scrittura intorno al nulla”.

“E’ sufficiente questo movimento di luna” di Vincenzo Cuomo a VDBD

(…)
se si è fatto di me un rogo,
era per guarirmi d’esser al mondo
E il mondo mi ha tolto tutto.
Ho lottato per cercare di esistere,
per cercare di acconsentire alle forme
(a tutte le forme)
la cui delirante illusione d’esser al mondo
ha rivestito la realtà
Non voglio più essere un illuso
morto al mondo, quel che per tutti gli altri è il mondo, caduto,
salito in quel vuoto che rifiutavo
salito in quel vuoto che rifiutavo
ho un corpo che subisce il mondo è rece la realtà
E’ sufficiente questo movimento di luna
che mi fa chiamare quel che rifiuto
e rifiutare quel che ho chiamato
(…)

Antonin Artaud



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