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Sull’orfismo

Creato il 16 dicembre 2011 da Timoretremore

Sull’orfismoPitagora insegnò una nuova concezione dell’anima umana, considerata immortale, quindi divina, capace di incarnarsi in altre forme viventi (la trasmigrazione delle anime); la pratica di un regime di vita improntato da alcuni tabù superstiziosi.
Il dato per noi più indicativo, alla luce delle influenze posteriori, è quello riguardante i rapporti con l’orfismo.
L’orfismo è un movimento religioso ispirato alla figura leggendaria, quella del poeta tracio Orfeo, che dovrebbe risalire almeno al VI secolo a.C., anche se le testimonianze dirette (laminette e terracotte funerarie) sono posteriori e la produzione poetica, improntata a quelle credenze, solo tardo-ellenistica. L’orfismo, a sua volta, si riallacciava poi, riformandolo dall’interno in senso ascetico, all’orgiasmo tipico delle sette dedite al culto di Dioniso.
Centrale doveva quindi risultare il mito dello sbranamento di Dioniso-Zagreus da parte dei Titani, dalle cui ceneri avrebbe poi visto la luce il genere umano, portando in sé, nell’oscura malignità propria dell’involucro corporeo (i Titani erano forze telluriche) un brano di luce divina, immortale (daimon). Il riscatto di quel frammento doveva avvenire, secondo gli orfici, attraverso una vita ascetica, con cui scontare quella colpa originaria in una serie di successive reincarnazioni, fino alla piena espiazione e alla conseguente liberazione dal ciclo.



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