Ecco questo è il mio esercizio e le mieriflessioni …
Claude Monet - Il giardino dell'artista a Vetheuil -
Come un ricordo di felicità: un grandegiardino, il cielo blu con le sue nuvole che passano, grida e giochi dibambini, grandi fiori, una mamma che sorveglia da lontano.... luci, rumori,odori particolari.Un bambino se ne sta di fronte alla naturache si apre davanti a lui.Più indietro la sagoma rassicurante dellacasa e due figure familiari quella della madre e di un altro bimbo.Davanti gli si apre la strada, che l’attiracon tale forza che esita per un istante, prima di lanciarsi.... è perfettamentefelice, e il tempo per lui si è fermato, sta assaporando questo istante diperfetto equilibrio tra noto e ignoto... immobilità e movimento... ha lasensazione di un futuro senza limiti, l’intuizione che ci sarà, ancora esempre, un infinito di felicità da vivere....“I bambini non hanno né passato né futuro, e,cosa che a noi succede affatto, godono del presente” (Jean de la Bruyere)
Il mio rapporto con la felicità ha un po’ ache fare con quello che immagino in questo quadro: un sottile equilibrio tral’essere radicati e prendere il volo.Il bambino che esita a lanciarsi nel giardinoè un po’ come me stessa di fronte alla vita.
La felicità per me è concepibile solonell’apertura al vasto mondo. Non può durare nel ripiegamento su se stessi,nella chiusura. Un perimetro angusto non è mai una scelta: di solito è dettatodal dolore o dalla paura, da percorsi di vita che ce lo hanno imposto comeunica decisione possibile per la sopravvivenza.
Al contrario, l’istinto dell’infanzia sirivolge alla felicità in una dimensione più ampia.
D’altra parte un simile slancio è possibilesolo se esiste una base “sicura” alla quale è possibile tornare. Il bambino nonsi lancerebbe mai in quell’impressionante giardino senza tali ancoraggi, senzaessere convinto che la madre e la casa sono là per accoglierlo al ritorno dallesue avventure.
La felicità non consiste nel restarsenechiusi nella propria casa, attaccati alle proprie radici. Ma può consistere nelritrovarle, nel sapere che sono là mentre si è lontani....
...noi abbiamo bisogno di certezze, anchelimitate, per tollerare l’incertezza dell’illimitato... avere salde radici perosare lanciarsi....
La felicità si nutre del libero gioco tra ilnoto e l’ignoto. Tra la tentazione dell’immobilità e della sicurezza – con ilrischio della noia e del deperimento – e la ricerca della sfrenata novità – con il rischio della superficialità edella vacuità .....
Guardo il bambino nel giardino: ha risolto ildilemma.... finito di esitare, si lancia....Si lancia fiducioso tra le braccia dellafelicità......