Magazine Cinema
Tecnicamente questo spazio virtuale non era nato per parlare di cinema perché chi lo gestiva non ne sapeva e non ne sa niente tutt’ora, col passare dei post ha poi iniziato a farlo in qualche modo e lo farà sicuramente fino a quando, sempre in qualche modo, morirà.
Quindi il quesito che mi pongo è più che legittimo, ma prima di dare una risposta voglio dire chi secondo me è un cinefilo.
Un cinefilo non è quello che guarda tanti film, manco per il cazzo. Se vi credete affetti da cinefilia solo perché avete visto in divx la filmografia completa di un regista cambogiano allora siete sulla strada sbagliata. Un cinefilo è prima di tutto una persona che va al cinema. È così. Il Cinema, ovvero la parola che comprende tutte le sfaccettature della settima arte, ha il suo habitat naturale nel cinema, nei seggiolini, nel fascio di luce del proiettore, nel silenzio e nel buio della sala. A casa no, a casa non vale. È come professare amore incondizionato ad una squadra di calcio e non essere mai andati, o esserci andati poche volte, allo stadio per vederla.
Ma un cinefilo è anche tale se legge, se si informa, se discute, se colleziona, se parla e sente parlare di cinema. È poca cosa scarabocchiare un foglio word con le impressioni suscitate da un film, liberissimi di farlo, certo, ma ciò non vi farà acquisire lo status di cinefilo.
Detto questo, io non sono un cinefilo.
Perché delle migliaia di parole che avrò scritto in questi tre anni sul cinema, sono poche, davvero poche quelle sputate dopo una visione in sala. Almeno il 90% delle pellicole da me viste l’ho indegnamente scaricato, ed ogni volta che il download raggiungeva il completamento, una piccola pietruzza si aggregava a quella valanga rotolante che oltre a chiedermi cosa sono, schizzava qua e là dell’etico fango. Come potrei mai professarmi cinefilo se sono il primo (il primo!) ad affossare questa forma di espressione andando poco al cinema, comprando pochissimi dvd, leggendo svogliatamente qualche recensione e assuefacendomi alle criptiche parole di Ghezzi? Non mi professo per un par di palle, non sono un cinefilo e bon.
Ma allora, direte a ragione voi, perché continuare a riempire codesto spazio con parole che non avrebbero ragion d’essere? Perché mi piace scrivere. E il fatto che io scriva sul cinema è solo un particolare, ho imboccato questa strada come avrei potuto fare con un’altra; mi piace scrivere e soprattutto scrivermi, e ciò comporta una misera esistenza in funzione di un commento data la necessaria conseguenza dello scrivere che è quella di essere letti.
Se quel 20 novembre del 2007 non avessi pubblicato questo post probabilmente la mia vita nei tre anni a seguire non sarebbe stata la stessa. Magari oggi non avrei la più pallida idea di chi siano Tsai Ming-liang o Sharunas Bartas e avrei speso in altra maniera il tempo che ho impiegato per edificare questo traballante blog, ma di contro la mia esistenza sociale ne avrebbe gioito, forse sì, senza di esso ora sarei più stupido di quel che sono, tuttavia non so davvero quanto ci abbia guadagnato a convivere 1095 giorni di fila davanti a uno schermo del pc.
A parte ‘ste chiacchiere Oltre il fondo giunge al suo terzo compleanno. Grazie a chi ha avuto e ha la bontà di leggerlo, a chi lo segue tutt’ora e a chi lo ha seguito.
Grazie!
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