Dall’eternità a qui di Sean Carroll tratta della natura del tempo, degli albori dell’universo e della realtà fisica che ne è il fondamento, ma anche e soprattutto di certi aspetti del tempo che sono profondamente misteriosi.
I quesiti e i dubbi a cui Carroll cerca di rispondere sono noti e datati: da dove vengono lo spazio e il tempo? L’universo che adesso vediamo è il solo a esserci oppure ce ne sono altri? In cosa il futuro è differente rispetto al passato?
Sean Carroll definisce il tempo in una modo molto preciso, pertinente, non generico. Ci dice, per esempio, che quattordici miliardi di anni fa, dopo il big bang, il nostro universo era in uno stato straordinariamente caldo e consistente, spesso, concentrato. Da allora si è ingrandito e raffreddato in un processo che sta andando ancora avanti e, per quel che si può prevedere, andrà avanti anche in futuro e forse per l’eternità.
Un secolo fa non si sapeva nulla di tutto questo, gli scienziati non riuscivano a spiegarsi la struttura dell’universo oltre la nostra galassia. Oggi l’universo osservabile è stato misurato e possiamo illustrarne la storia e tracciarne in dettaglio dimensioni, forma e costituenti. Ci sono però ancora domande importanti a cui non siamo in grado di rispondere, in particolare ci sfuggono i primi istanti del big bang.
Ecco, tutti questi argomenti hanno un ruolo fondamentale nella comprensione che noi abbiamo del tempo e “anche se non riusciamo facilmente a esprimere che cosa intendiamo esattamente con «tempo», i suoi meccanismi fondamentali hanno per noi un senso a livello intuitivo.”
Sean Carroll
Dall’eternità a qui
(traduzione di Franco Ligabue)
Biblioteca scientifica 49
Adelphi
2011