Flavio Insinna ha fatto centro in molteplici occasioni, portando al successo persino trasmissioni “ereditate” da altri conduttori e alle quali sembravano legati indissolubilmente, come la “Corrida”, “creatura”, per una vita, di Corrado, di cui è stato il successore più accreditato, molto di più di chi lo ha preceduto, Gerry Scotti e anche “Affari tuoi”, che, nella sua edizione, ha conquistato due Oscar Tv, dove è subentrato a Max Giusti, aggiungendo al gioco a premi il suo inconfondibile tocco e “personalizzandoselo” in base al proprio estro, ma alle prese con l’ennesimo “talent” di ballo, “La Pista” – rimpasto, seppure con ingredienti modificati, di altri programmi simili (“Ballando con le stelle”, “Io ballo”, della d’Urso “Amici” e “Academy” con Raffaele Paganini), sebbene lui stesso neghi (ndr in un’intervista su “Vero Tv” n. 12 01/04/2014) che possa rientrare in tale genere, anche se l’impressione è che di questo si tratti e niente di sostanzialmente innovativo – è sembrato “girare a vuoto”, così come tutto l’”ambaradan” che gli stava attorno, non riuscendo a convincere completamente.
Lo “show” (così lo chiama Insinna) ha, comunque, le connotazioni di una gara, che contrappone otto squadre composte da ottanta ballerini non professionisti provenienti da tutta Italia che si devono sfidare danzando negli stili più disparati sulle note di un brano, interpretato da artisti di fama a loro abbinati.
Questi i “team”, i loro “capitani” e le canzoni ascoltate la prima puntata: i “Virality”, con Amii Stewart, che propone “Happy”, lei ha classe da vendere e con la voce può fare ciò che vuole, dei ragazzi al suo seguito si ricorda solamente Sergio, fisionomia alla Boy George e cresta impressionante che si erge ritta dal capo rasato, della forma, dimensioni e setole di uno spazzolone di ricambio per scopa, vi sono poi le “Adrenalina”, che si esibiscono con Massimo Lopez in “Tu vuò fa l’americano”, i “Bad Boys” accanto a Paola Iezzi, che infila delle stecche da far sussultare su “Vogue” di Madonna, i “Lecce-zione” con Sabrina Salerno, ancora discretamente provvista di “verve”, anche se non più “indiavolata” come negli anni ’80, in “Born to be alive”, i “Confusione”, assieme a Cristel Carrisi, che canta, piuttosto anonimamente “Ma che freddo fa” e che in questi giorni è duramente contestata sul Web per le “parentele” celebri e i meriti non proprio visibilissimi, le “Tacco 10” con l’inglese ultracinquantenne ex “Spandau Ballet” Tony Hadley, il pezzo scelto è “Crazy little thing called love”, i “167 Scampia” con Dario Bandiera per “Banane e lampone”, che si classificano primi, al termine delle operazioni di voto, il cui esito finale è frutto delle preferenze della giuria “Vip” e del pubblico in studio, “ex aequo” con i “Cosmo P”, guidati dall’ex-concorrente di “Amici” Antonino Spadaccino, vocione da tabagista e fisico da omaccione adusato a lavori “del braccio”, una delle sue ballerine non nasconde di non gradirlo e lo dice apertamente “Secondo me non ci rispecchia come stile”.
Sui tre giurati “d’eccezione”, come li definisce Insinna, rimarrà forse il solo a sprecare superlativi enfatici e ampollosi a profusione, Gigi Proietti è per lui un “Gigante assoluto”, a teatro è inconfutabile che lo sia o ai bei tempi che furono era straordinario nei panni dell’indimenticato “Maresciallo Rocca”, ma ne “La Pista” ha mostrato soprattutto di accusare i segni dell’età ed è apparso scarsamente partecipe, affaticato, con una concentrazione discontinua, godibile la barzelletta sulla “staticità” che ha raccontato, con protagonista un gufo, Rita Pavone, così introdotta dal presentatore “Sulla pista di Rai1 è arrivata la regina”, di se stessa ha invece detto “Sono sopravvissuta dai tempi di Studio 1” e non ce la sentiamo di smentirla, peccato, ma è inesorabile, “tutto scorre” (ndr espressione attribuita a Eraclito), della bella Claudia Gerini ci viene in mente solo la corsetta ansimante, quasi da “groupie” adolescente, per “bloccare” Tony Hadley sul palcoscenico prima che si eclissi e la richiesta, in un inglese zoppicante e approssimativo, ma comunque migliore di quello di Insinna, di una “selfie”, o meglio, foto-ricordo con cellulare. E le coreografie come sono state?
Qualcosa da ridire anche qui, si respiravano davvero troppo dilettantismo e improvvisazione, i passi e i movimenti dei ballerini talvolta non erano ben sincronizzati e a tempo, tanto che qualcuno ha anche “intralciato” i colleghi vicino, per un’involontaria svista analoga, si dice, una danzatrice “di fila” che coprì parzialmente, mettendoglisi davanti, Nurejev, rimediò un sonoro ceffone dal leggendario “divo” del Kirov di Leningrado, ma questa è tutt’altra storia. Fondamentalmente, a “La pista”, sono mancati il clima festoso del debutto, i guizzi imprevisti, il brio, la voglia di divertirsi dei protagonisti e di divertire chi guarda da casa.
Una partenza con 3.892.000 telespettatori (16,49/% di share) però non è certo un dato trascurabile o di poco conto, vedremo come andrà nel “prosieguo”.
[Artocolo di Fede]