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Sulla rappresentazione delle donne nei media

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Questo blog non andrà in vacanza, perchè il sessismo e le segnalazioni che ogni giorno vengono fatte sul nostro blog non ci concedono tregua. Ho sempre parlato della rappresentazione femminile nei media italiani, dove da una parte è presente un’imbarazzante assenza fisica dai dibattiti politici trasmessi in tv in questi giorni e dall’altra dove è presente una grande quantità di donne (quella che Lorella Zanardo chiama “presenza di quantità”) incaricate a mostrare il lato b ad ogni pausa pubblicitaria o all’interno delle trasmissioni sempre condotte da uomini o in  veste di conduttrice di programmi friv0li.

C’è anche un’altra aspetta agghiacciante che riguarda la rappresentazione svilente e stereotipata del mondo femminile nei mezzi di comunicazione. Si tratta dei processi mediatici che testate, televisioni e altri mezzi di comunicazione di massa fanno alle donne coinvolte in alcuni episodi di cronaca nera anche dove non si ha minimamente certezza della loro colpevolezza, ma solo ipotesi.

Anche quando si hanno solo delle ipotesi le donne vengono bollate automaticamente come colpevoli come se il giudizio che l’opinione pubblica o chi è indagato come loro (se uomo) ha su di esse provenisse da chissà quale giudizio divino addirittura superiore alla sentenza che un giudice competente ha il compito di esprimere.

La tv italiana così come tutti i mezzi di comunicazione appaiono “berlusconizzati” i processi vengono fatti sui media in modo talmente becere che pare ricordare la caccia alle streghe che la Chiesa compiva durante gli anni della Santa Inquisizione.

A noi pare che a differenza degli uomini indagati in reati penali, che spesso dai media vengono fatti passare come innocenti anche se sono presenti prove schiaccianti contro di loro, le donne vengono messe nella gogna mediatica.

Abbiamo visto nel caso di Melania Rea, dove già dall’inizio i sospetti si siano volti contro le amanti di Parolisi (marito della vittima), ora lo vediamo con il caso Sarah Scazzi che ritorna al centro della cronaca dopo l’arresto di Cosima, madre di Sabrina Misseri e moglie di Michele. Da quando fu arrestata Sabrina, Michele viene descritto come vittima di due “iene” che in casa avevano un ruolo attivo, che dai media è stato descritto come un abuso nei confronti del marito e utilizzata come prova sufficiente per sostenere che esse hanno partecipato altrettanto attivamente all’omicidio.

Le testate italiane, comprese quelle più libere dal monopolio berlusconiano, pregne di misoginia inaudita fanno il processo mediatico alle donne coinvolte nell’omicidio di Sarah con un disprezzo e un linguaggio privo di etica giornalistica.

Il Corriere della Sera pubblica un articolo che è stato criticato da molti internauti per i contenuti sessisti e razzisti e in particolare per queste parole:

“Lei è la ragazza del dopo mezzanotte,
grassottella, collo taurino, braccia da camallo, quella con cui non ti
faresti mai vedere in pizzeria ma che dopo la terza birra a ora tarda non ti
dispiace più come prima. Lui cammina sul filo dell’amicizia ambigua, fanfarone
come siamo noi maschi”

Avete mai visto il Corriere o un’altro giornale usare lo stesso linguaggio quando per descrivere un omicida di sesso maschile? Il problema è che la rappresentazione femminile nei media è stereotipata a livelli beceri e le donne vengono giudicate sempre mediante un’ottica maschile: ci sono le buone descritte come belle e sessualmente appetibili, poi ci sono le vittime di uomini violenti considerate un pò colpevoli e puttane perchè quel giorno indossavano l’abbigliamento sbagliato o si sono comportate in modo inappropriato e infine ci sono le più cattive (le carnefici), descritte come brutte (o meglio non conformi allo stereotipo femminile della società berlusconizzata), perchè le cattive sono tali in quanto brutte…come se questo dettaglio futile fosse importante o servisse a ad avvalorare la tesi della sua presunta colpevolezza costruita ad hoc in stile disneyano senza alcuna prova.

Non sto cercando di difendere Sabrina o Cosina ma è assurdo quest accanimento in assenza di prove utilizzando sempre i soliti stereotipi di genere ossia: le donne posono essere o buone o cattive o brutte o belle…o sante o puttane.

Il problema è che la nostra società, quella italiana in particolare continua a rappresentare le donne in modo marginale, stereotipato e svilente, classico atteggiamento di un Paese il cui modello femminile ideale sarebbe quello della donna servile all’uomo o dell’ oggetto sessuale, dove addirittura un filo di cellulite è direttamente proporzionale al nostro istinto omicida.

Non ci stupiamo infatti sul perchè il tasso di violenza contro le donne nel nostro Paese detiene tassi altissimi e spaventosi, perchè a quanto pare basta solo essere distanti dalle aspettative maschili propagandate dall’immaginario mediatico o pornografico- che sono sia estetiche che in base al ruolo di genere che occupiamo-  che veniamo considerate “cattive” o “inutili”, quindi da eliminare. Tanto si sa, per i nostri assassini c’è sempre una buona parola di comprensione.

Ps: Queste sono le donne secondo Corriere della sera o meglio le corrierine:

Sulla rappresentazione delle donne nei media

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Mary



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