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Sulla utilita’, la facilita’ e gli obiettivi di una distribuzione

Creato il 01 febbraio 2011 da Idl3

Ha fatto scalpore l’intervista a Linus Torvalds realizzata da Benjamin Humphrey (quello di Oh mio Dio! Ubuntu!). In effetti alcune affermazioni di LT riguardo Debian sono state alquanto rudi, vediamo quali, ma cerchiamo soprattutto di capire se sono giuste o sbagliate (secondo me).

Distro for Dummies?

Distro for Dummies?

L’intervista esclusiva a LT e’ stata realizzata durante il LCA 2011 (linux.conf.au 2011), in occasione del quale Linus Torvalds ha trovato il tempo di rispondere ad alcune domande di Benjamin Humphrey. La prima risposta che viene riportata (a proposito del suo parere su Ubuntu) e’ questa:

“I’ve tried it a couple of times over the years, mainly because the thing Ubuntu did so well was make Debian usable. I always felt that Debian was a pointless exercise because to me, the point of a distribution is to make everything easy. Easy to install, to be pretty and to be friendly and Ubuntu did that to Debian.”

E continua:

“I’ve always had a few problems [with Ubuntu.] It’s not very friendly to kernel developers, and I just end up giving up. That’s kind of okay, because clearly I am not the target audience.”

Possiamo trarre due spunti di riflessione, uno riguarda il concetto di usabile e di facile, il secondo riguarda invece l’obiettivo di una distribuzione.

Sulla utilita’, la facilita’ e gli obiettivi di una distribuzioneUSABILITA’ E FACILITA’ – Del concetto di usabilita’ ho gia’ parlato, e’ “l’efficacia, l’efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti. In pratica definisce il grado di facilita’ e soddisfazione con cui l’interazione uomo-strumento si compie.” La definizione che ne da LT e’:

  • facile da installare;
  • bella;
  • facile da usare.

Riguardo la facilita’ di installazione, mi chiedo quando e’ stata l’ultima volta che LT ha usato Debian, forse non sa che da qualche anno esiste l’interfaccia grafica per installare Debian, a partire da Debian 4.0 (Etch), rilasciata l’8 aprile 2007.

La bellezza di una distribuzione risiede probabilmente nella grafica, ebbene Debian, per chi non voglia risparmiare sulle risorse, non ha nulla da invidiare a Ubuntu.

Infine la facilita’ d’uso, installare e rimuovere le applicazioni e’ facilissimo in Debian, ricordarsi che al posto di Firefox e Thunderbird c’e’ Iceweasel e Icedove non mi pare difficile. L’installazione dei software non liberi puo’ essere un po’ piu’ complessa, ma trattandosi di una distribuzione libera sporcarla e’ un peccato, quindi e’ anche giusto che chi lo voglia fare a volte debba faticare un po’. Configurare il sistema e’ semplice, esiste anche la possibilita’ di farlo attraverso l’interfaccia grafica. Infine Debian e’ compatibile con la maggior parte dell’hardware, in certi casi si hanno delle difficolta’ (quasi niente comunque che una gita su un forum o la lettura di una guida non possa risolvere).

Riguardo al fatto se una distribuzione con la grafica eccezionale, aggiornatissima e facile (a scapito della liberta’ dell’utente) sia o meno usabile rimando ad un precedente post.

Sulla utilita’, la facilita’ e gli obiettivi di una distribuzioneIL “TARGET” – Secondo Linus Torvalds (o meglio secondo quanto riportato da OMG!Ubuntu!) Debian sarebbe un esercizio inutile perche’ l’obiettivo di una distribuzione e’ quello di rendere tutto facile. Secondo me non e’ questo l’obiettivo di una distribuzione GNU/Linux, senza scendere nella mia solita predica per il software libero, dico solo che al limite una distribuzione deve rendere tutto semplice, non facile.

E’ semplice quando per l’utente e’ possibile capire come funziona e come farla funzionare, mentre e’ facile quando funziona da sola senza fatica da parte dell’utente. Spero sia chiara questa frase. Detta diversamente, e’ l’utente a guidare la distribuzione, e non la distribuzione a guidare l’utente.

Certo, qui si aprirebbe un’analisi dei problemi dell’informatica odierna, nella quale si vuole trasformare l’utente in utonto, avvicinando l’informatica alle persone anziche’ avvicinare le persone all’informatica. Un po’ come se si italianizzasse l’inglese cosi’ che lo parlino quante piu’ persone possibile (su questa analogia e’ possibile che scrivi un altro post).

Il computer in generale e GNU/Linux in particolare viene dipinto come una cosa per pochi eletti. In questo modo mentre prima il computer era al servizio di chi lo utilizzava, ora sempre piu’ spesso sono gli utenti ad essere al servizio dei computer. Questo favorisce il controllo da parte di pochi, la tendenza alla tecnocrazia, con la vera conoscenza sempre piu’ concentrata nelle mani di pochi, barattata per una finta conoscenza diffusa quanto inutile.


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