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SundayDriver: le gomme del tuner

Da Retrò Online Magazine @retr_online

Dopo aver visto le caratteristiche più importanti delle gomme stavolta passeremo in rassegna le varie tipologie tra doti e difetti, per cercare di capire qual è la scelta migliore per gli intenti di ognuno.

La doverosa premessa da fare è che il peso delle gomme è meno rilevante di quanto si possa credere, a patto che offrano evidenti vantaggi in termini di grip. Il mercato offre gomme adatte ad ogni situazione, dalle invernali a quelle da usare solo su piste asciutte. Tralasciando quelle per il freddo, scopriamone le “macrocategorie”.

Le gomme del “tuner” per antonomasia sono le semislick omologate: sapendo che le slick sono le gomme usate dalle auto da corsa, completamente prive di intagli per l’espulsione dell’acqua, è facile dedurre che queste “semi” abbiano ben pochi canali nel disegno. Infatti queste gomme non vanno d’accordo con la pioggia e devono essere usate con una buona dose di sale in zucca e il piedino di fata se si vuole stare al sicuro su una strada allagata. Tuttavia questo difetto è compensato da una resistenza alle alte temperature imbattibile (e quindi agli abusi più sconsiderati) e da una tenuta paurosa, una volta “scaldate”. Il loro intento è evidente: perché portarsi gomme adatte alla pista ad ogni track day? Bastano le semislick e si potrà circolare su strada prima di andare a cercare “il tempo” tra i cordoli.

Una seconda importante categoria è quella delle gomme UHP (ultra high performance) che sono delle stradali con disegni adatti all’uso con piogge moderate, ma che garantiscono un’ottima aderenza sull’asfalto asciutto (non al livello delle semislick). Uno dei possibili difetti è che, a seconda del modello, non sono il massimo che si può avere in ogni situazione quindi non sono particolarmente indicate a chi vuole dell’agonismo o per chi abita in zone dal clima “londinese”.

Le stradali “pure” sono le più diffuse: gomme generalmente economiche, dalla rumorosità contenuta, morbide per garantire un buon confort e votate, principalmente, alla tenuta sul bagnato per evitare brutti scherzi all’utente medio. Questo è il tipo di gomma che chi elabora una vettura non vuole per nessun motivo, rappresentano una condizione di compromesso che, seppure si sposa con le richieste di un automobilista “comune”, non offre vantaggi emozionali.

La categoria più recente di gomme è quella delle “energy saver”, pensate per ridurre all’osso i consumi di carburante. Un’auto in movimento è sottoposta a migliaia di forze ma quelle che si oppongono all’avanzamento sono soltanto due: l’attrito dell’aria e la resistenza al rotolamento degli pneumatici. Chiariamo subito la questione, queste coperture non sono in grado di fare miracoli, che nessuno si aspetti di vedere una Porsche che consuma come una Panda grazie all’adozione di quattro semplici gomme! Però il loro contributo è tangibile e, grazie a prezzi contenuti, trovano un posto di privilegio per chiunque volesse ricercare nella propria vettura la massima efficienza.

Alla prossima puntata per un viaggio tra gli impianti frenanti!


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