STORIE (Sunderland). A Sunderland piove tanto e c’è il mare. A Sunderland è nato Joseph Swan, inventore della lampadina. A Sunderland si fatica e la crisi morde, ma la coscienza sociale, la lotta sindacale per avere un mondo migliore, le sezioni socialiste dove si discuteva e si discute di politica sono ancora lì a fare la spina dorsale della città. Una città bella se non fosse per la mancanza cronica di sole e per il freddo, visto che è a nord, poco sotto la Scozia. Una città dove hanno chiamato lo stadio “Stadio della Luce” forse è da ascoltare prima di agire. Perché il bagliore viene dal campo di calcio, uno stadio modello quasi sempre pieno nonostante le le alterne fortune del SAFC, vuol dire che tutto intorno di luce non ce n’è poi tantissima. Workers a testa bassa vanno verso il porto anche oggi perché lì non ci si ferma mai, ma sono workers che parlano di una cosa sola: Paolo Di Canio, il fascista, preso come allenatore del club che è anima e simbolo di rivincita della lower class socialista e compatta, intenta da sempre a rivendicare il diritto a una vita migliore e degna, sia essa nelle cellule sindacali al porto o sulle seggiole dello Stadium of Light. Oggi si sentono traditi da un americano che “tratta il Sunderland come un giocattolo e non sa nulla della sua storia, così come avviene per molti club che hanno padroni stranieri: questi signori non conoscono la realtà e la storia del football britannico e dei suoi club”. Queste sono parole del manager Steve Coppell che raccontano lo stupore per l’esonero di O’Neill e per l’ingaggio, come allenatore di un certo Paolo Di Canio: ecco il tradimento perpetrato ai tifosi dei “Black Cats”. Un tradimento politico e ideologico che ha avuto in queste ore l’operazione di facciata delle dimissioni dell’ex capo del Foreign Office David Miliband dal board della società (“Non sto in un club che ha un tecnico fascista”, avrebbe dichiarato), ma che sotto ha un movimento terrificante di tifosi che stanno letteralmente assaltando la pagina ufficiale di Facebook del club.
Sono tifosi di una squadra socialista e popolare e di avere a che fare con un tecnico che fece il saluto romano alla curva della Lazio non ne hanno alcuna intenzione. L’attempato Nick Palmer: “Sabato il giorno di Mandela, domenica quello del Nazista. Spero che il club vada in B e che lui sia un disastro. Un’altra billante idea del SAFC”. Miss Helen, invece, ricorda che gli ultimi fascisti che hanno allenato Sunderland “l’hanno allenata fino alla distruzione”, mentre Matthew Greenway trova “sarcastico supportare il programma Kick racism out of football” e poi assumere un tecnico fascista. Preferivo la retrocessione – conclude – con O’Neill”. Insomma un diluvio di proteste, perché le simpatie fasciste di Di Canio sono note e scritte anche nella sua biografia che nei giorni britannici da giocatore fu un best seller. Quindi i tifosi non si sbagliano, lo ha detto lui… L’errore che i fan imputano a qualcuno è del proprietario, l’americano Short, il quale lo ha visto e lo ha preso senza indugi. Certamente il nostro non si iscriverà al gruppo di Facebook “Sunderland Against Fascist Di Canio”, ma dovrà forse tenerne conto. Fanno 1300 fan in 24 ore. Poi ha iniziato a spopolare una foto di facebook che noi abbiamo deciso di mettere nella sezione apposita delle foto notizie.
Ritrae Di Canio e il giocatore greco radiato qualche giorno fa per un saluto nazi alla curva… Sotto il secondo c’è scritto “squalificato a vita”, sotto il primo c’è scritto “Assunto al Sunderland”. La sua foto mentre fa il saluto romano alla curva della Lazio ha fatto il giro del web. Sotto, il più delle volte, i fan del SAFC scrivono “no words needed”. Non servono parole. A un certo punto bisogna anche prendere coscienza che un club è fatto di persone e ha una sua storia. Ultima resta la frase ironica di un fan deluso “Beh, potremo consolarci con una formazione d’attacco: Di Canio schiererà undici ali estremamente… destre”.