Barbara è una ricercatrice in fisica che vive a Vienna. Il suo lavoro consiste nel spiegare i complicati meccanismi che governano le interazioni tra polimeri. Lei svolge il suo lavoro attraverso simulazioni e modelli che permettono di interpretare risultati sperimentali e di predirne di nuovi.
Nonostante lavori su argomenti complessi e che sembrano lontani dalla vita di ogni giorno, lei non si é mai distaccata da quello che le succede intorno, ed anzi da qualche tempo ha deciso di mettere sù un progetto per aiutare un ospedale in Palestina, Sunshine4Palestine. Le ho chiesto di raccontarci come è nata questa idea:
“Quando il 14 aprile 2011 Vittorio Arrigoni venne rapito, e poi il 15 aprile venne ucciso, rimasi sgomenta. Per anni avevo sentito la sua voce raccontare del disastro di Gaza, della difficile quotidianità, delle condizioni inumane nelle quali il popolo di Gaza era costretto a vivere in una prigione a cielo aperto, nella quale era impossibile far entrare persino cibo medicine e gas. Incontrai subito Yahya, un ragazzo che aveva da poche ore aperto una pagina che aveva intitolato Stay Human, e gli proposi di istituire un sito di traduzione, da varie lingue all’inglese e dall’inglese in varie lingue, perché si potesse continuare a diffondere con voce forte una informazione sulla situazione di Gaza. Nulla e’ più forte della conoscenza, tanto invece può coprire un duro silenzio. Creammo e fondammo un gruppo, che si chiamava Inform to Resist. In questo gruppo raccogliemmo persone da ogni parte del mondo, americani, italiani (tanti), francesi, svizzeri e persone di Gaza. Tra queste vi era Haitham. Nel leggere il profilo di Haitham quando si unì al progetto di traduzione, notai che era un manager nel ministero che si occupa del mantenimento degli edifici a Gaza. E pensai che forse un giorno avremmo potuto pensare di fare qualcosa insieme. Nel parlare quotidianamente con Haitham, in orari proibitivi dovuti ai continui black out, mi resi conto, in modo via via più profondo, di quanto fosse drammatica la situazione energetica a Gaza, con civili ed edifici pubblici, inclusi gli ospedali, costretti ad un funzionamento ridotto di 4-6 ore al giorno.”…
A questo punto Barbara ha un’idea. Qualche tempo prima insieme ad Ivan, avevano progettato e realizzato un impianto fotovoltaico per la sua casa. Forse questa poteva essere la soluzione anche per alcuno problemi a Gaza.
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A questo punto un pizzico di fortuna fa sì che Barbara riesca a coinvolgere Francesca, una ragazza conosciuta su un aereo …
…. “…. esperta in marketing, e lei sta ora organizzando tutta la parte di fundraising del progetto, e Francesca aggiunse Clive al progetto, un cortesissimo signore inglese con vasta conoscenza di leggi. Inizialmente provammo ad appoggiarci su altre ONG, ma dopo vari fallimentari tentativi decidemmo di aprire la nostra no profit, che ora e’ attiva negli UK e si chiama Sunshine4Palestine, ed appena riusciremo a raggiungere 5000 pounds potremo fare l’upscale ad una charity.” …… Il resto della storia continua sul loro sito. In bocca al lupo ragazzi.





