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Suocere nuore e filosofia

Da Virginia Less

canova

A nonne e filosofia ho dedicato un articolo* l’estate scorsa. Elogiando l’iniziativa del sindaco (una prof.), che aveva aperto uno sportello di consulenza ad hoc, cercavo di spiegare come la disciplina, molto più pratica di quanto si pensi, possa appunto svolgere un ruolo nella vita quotidiana, abituandoci a considerare le nostre difficoltà con il senso della misura e, perché no, un’ (auto)ironia consapevole. Per chi non ha voglia di rileggere, cito il fulcro:

Lo scopo (…) è la conoscenza di sé, da cui derivano la padronanza, il controllo, la qualità della relazione con il mondo esterno. Molte delle condizioni di disagio che tendiamo a ritenere patologiche (…) non lo sono. Si tratta di timori, ansie, delusioni, dolori che fanno parte della “normale” esistenza: da padroneggiare, sopportare, superare (…).

Torno sull’argomento perché si è appena chiuso il Festival della filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, che ha avuto un gran successo di pubblico. Forse anche per il tema prescelto, l’Amore. Non ho grandissima simpatia per i cosiddetti eventi culturali, in cui la banalizzazione concettuale è quasi inevitabile;  questo approccio (dal sito ufficiale) sembra darmi ragione:

Durante i giorni della manifestazione, i bambini a partire dai sei anni di età potranno imparare trucchi e stratagemmi della vita amorosa delle piante grazie a “Mai sotto i cavoli!”, il laboratorio-gioco sui meccanismi messi in atto nel campo della riproduzione vegetale. Agli adulti è invece dedicata la mostra “Rose rosse per te” in cui saranno esposte piante della collezione dell’Orto ed esemplari forniti dai vivaisti di… (nome dello sponsor)”

In una cornice di mostre, musica e molto altro, sono peraltro intervenuti nomi illustri (http://www.festivalfilosofia.it/2013/?mod=protagonisti) e alcune lezioni hanno avuto un notevole spessore disciplinare. I titoli un po’ frivoli, atti a richiamare il pubblico, come Attrazioni fatali per Remo Bodei e Homo eroticus per Michel Maffesoli non traggano in inganno. Snobismi a parte, sono dunque compiaciuta che la mia disciplina abbia incontrato vistoso favore e attratto anche soggetti finora disinteressati.

E, mentre leggo in rete qualche relazione, vado appunto augurandomi che del numero abbiano fatto parte anche un po’ di suocere e nuore. Un’infarinatura filosofica potrebbe aiutarle a collocare nella giusta prospettiva le loro tensioni e suggerire comportamenti più etici, rispettosi di sé e dell’altra. Siete persone, prima che moglie o madre dell’uomo “conteso”. E Kant si esprime in maniera esemplare: Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo.”

Sarò naturalmente lieta di indicare i pensatori più adatti (e piccoli brani dalle opere) a chi vorrà fare esperienza.

*http://virginialess.wordpress.com/2012/07/17/nonne-e-filosofia/


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