Magazine Diario personale
Pero', ho deciso di fare l'esperienza americana per eccellenza, un altro step nel mio lungo adattamento alla terra di orsi e bufali: il Super Bowl. Motivo in piu' per guardarlo, il fatto che quest'anno in finale ci fosseri i grandi, i bravissimi, i certamente vincitori Denver Broncos. Contro i certamente perdenti Seattle Seahawks
Si, South Park e' un posto che esiste davvero, un quartiere di Denver.
Da brava Americana, me ne sono andata in un pub a bere birra e mangiare schifezze, circondata da gente con la maglietta arancio pronta a grandi festeggiamenti. L'attesa del Super Bowl e' stata forse la cosa piu' bella, con schermi ovunque che mostravano bandiere a stelle e strisce, la Dichiarazione d'Indipendenza e l'inno americano. Questo patriottismo trash che mi rende sempre un po' perplessa ma al tempo stesso mi piace.
Ho pensato di fare molta attenzione alla partita e di fare un post bellissimo e dettagliato, ma poi qualcuno mi ha piazzato in mano questo:
Si lo so, sembra colluttorio con acqua sporca. Probabilmente e' proprio quello
Si chiama "Broncos Bomb" ed e' un cocktail fatto apposta per il Super Bowl. Per berlo bisogna gettare il liquido color puffo (con tutto il bicchierino) dentro il bicchiere piu' grande e poi mandare giu' alla goccia. E' cattivo. Cattivissimo. Sembra di bere una Big Babol sciolta con dei pezzettini di lecca lecca alla menta. Pero' subito dopo il mondo sembra piu' bello e le tre ore di football passano via velocissime.
Ho comunque potuto farmi delle impressioni generali sul football, che non avevo mai guardato prima. Ci sono due squadre, composte da bestioni enormi e talvolta anche ciccioni con delle imbarazzanti calzamaglie. Essi hanno un paradenti a volte fosforescente che mi ricorda quello che mettevo io alle medie per raddrizzarmi i denti e che mi causava tremendo imbarazzo. Alcuni giocatori hanno il paradenti legato con una sorta di filo alla visiera del casco, mentre altri se lo tolgono e se lo mettono in una rientranza del casco stesso, un po' come le bambine che si attaccano le gomme da masticare dietro l'orecchio.Il gioco consiste in questi bestioni che si mettono in fila e si saltano addosso dandosele di santa ragione. In tutto questo c'e' anche una palla che evidentemente non riuscivano a produrre rotonda e quindi e' ovale.
In tutto questo, ci sono un sacco di pubblicita', che per me, esperta di media wannabe, erano un po' la parte migliore. Ad ogni SuperBowl c'e' anche uno show musicale, e quest'anno il palco vedeva Bruno Mars e i Red Hot Chili Peppers. Bruno Mars aveva un'interessante giacca fatta di foglio di alluminio di quelli per incartare il pesce, e Anthony Kiedis e' e sempre sara' l'amore indiscusso della mia adolescenza, anche senza i lunghi capelli e con dei baffi molto hipster. Pero', devo dire che il concerto mi ha deluso. Io mi aspettavo qualcosa di grandioso, pacchiano, post- coloniale, pieno di stereotipi e politicamente scorretto come questo:
Il Signor Disney era probabilmente una persona orrenda, ma ammettiamolo: gli spettacoli della Disney sono uno step piu' avanti degli altri.
La cosa piu' importante di questo Super Bowl, tuttavia, era il fatto che le due squadre provenissero proprio dai due stati americani dove la marijuana e' stata legalizzata, Colorado e Washington. Da quello che ho potuto capire dalla partita, pero', solo i Broncos si sono ammazzati di canne prima del match e sono arrivati in campo senza sapere bene cosa farsene della palla.Cosi i Seattle Seahawks, saggi abbastanza da non sperimentare le gioie della legalizzazione, hanno vinto 43 a 8. Che, anche per chi non e' esattamente un'esperta di football come me, e' un risultato un tantino deprimente.
A quel punto, molta della gente nel pub ha chiesto a gran voce dell'altro Broncos Bomb. Con l'eccezione di qualcuno che si e' tolto la maglia arancione dicendo con discretion "Go Seahawks! Seattle spacca! L'avevo detto io!"
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