Il colpo di genio lo si riconosce subito...
..quell'estro della supercazzola antani come se fosse a destra che sorgeva di colpo nella mente del mitico quintetto di "Amici Miei"....e venivano fuori delle "zingarate" eccezionali....
Stamattina, mentre leggevo qua e là...documentandomi ed informandomi come sempre 12 ore al giorno da circa 200 fonti diverse, ho riconosciuto la "zingarata di genio" nel post di FunnyKing (Rischio Calcolato)...
Per chi non è riuscito a fuggire via da questa Italia allo sfascio ed a valorizzare al 100% le sue potenzialità....o per chi non ha voluto...
per chi non ha delocalizzato o non si è delocalizzato
qui in Italia c'è la migliore rivoluzione possibile...ed anche quella più in sintonia con il contesto italiano...
Fare al Meglio il Nostro Minimo
Non fare un cazzo o meglio fare il meno possibile....
ridurre il proprio livello di attività al minimo indispensabile
ridurre il proprio livello di produttività a quello della media dei dipendenti pubblici...;-)
Tanto...
a che cappio serve farsi il kiulo,........
...investire, intraprendere, inventare, tribolare in questa Italia sull'orlo di una bancarotta che potrebbe cancellare tutti i tuoi sforzi?
In questa Italia dove tutto ti va in tasse al 90% buttate nel cesso o rubate da qualche furbetto della Casta?
In questa Italia stritolata tra globalizzazione selvaggia ed euro-che-così-non-va dove ti fai un culo così e magari sei costretto a chiudere lo stesso tra 6 mesi per manifesta inferiorità genetica ed ambientale...?
Del resto te lo dice spesso anche il tuo commercialista che diventa d'improvviso (non per merito suo ma per merito del fisco beckettiano) un genio del paradosso logico-economico-sociale: ...non fatturare più di "x" altrimenti non ti conviene e ci perdi ad essere più produttivo...fermati qui ed incrocia le braccia...oppure fai pure....ma nella dichiarazione dei redditi non deve risultare....;-)
etc etc
Pertanto Fare al Meglio il Nostro Minimo
ed in questo modo accelereremo l'INEVITABILE ESITO FINALE
e poi forse finalmente si potra ripartire, in qualche modo....
Tanto in Italia sono ormai bravissimi a farti pagare di tutto ed a spremerti come un limone, a fotterti in tutti i modi
MA MAI NESSUNO TI COSTRINGERA' A LAVORARE PIU' DEL MINIMO INDISPENSABILE
Dunque niente rivoluzioni complicate, violente, impegnative e faticosissime...che francamente ci spaventano un po' tutti e che nessuno ha voglia di fare...ammettiamolo...
Niente scioperi fiscali o nero di autodifesa che comunque rischi grosso...
Niente Bankrun dove preleviamo soldi dal conto corrente tutti lo stesso giorno...tanto non funzionano mai perchè uno proprio quel giorno ha la partita di tennis, l'altro la manicure, l'altro la seduta di massaggi shiatsu etc
Niente manifestazioni in piazza che ormai sono demodè e poi d'estate sudi anche in mezzo alla folla...meglio facebbbbbooook e la tastiera...
Basterà fare il meno possibile
e man mano daremo la spintarella finale a questo Stato Italiano già sull'orlo del baratro...
e ci scrolleremo di dosso tutti quei parassiti che ci danno il tormento e che saranno costretti a mollare la presa per affamamento...
Fare al Meglio il Nostro Minimo
in questa Italia muro di gomma
è LA MAGGIORE FORZA DIROMPENTE DI CAMBIAMENTO che abbiamo a disposizione (paradossalmente ma nemmeno troppo...).
e vedrete che alla fin fine ci godremo anche molto di più la vita....:-)
e non è poco....
Ed adesso buona lettura e buona riflessione
Fare al Meglio il Nostro Minimo, L’Arma Finale per Distruggere Questo Stato..
di FunnyKing
In Italia non ci sarà violenza fisica, le piazze urlanti di Brasile, Turchia, Egitto è cosa per paesi giovani, con un età media intorno ai 30 anni. Al massimo nel nostro paese potremmo assistere ad episodi di disperazione, follia o di segnali da parte della criminalità organizzata.
Ma niente di veramente serio, eversivo e pericoloso per l’incolumità fisica della nostra classe dirigente.
Neppure ci saranno oceanici e paralizzanti scioperi generali, la stragrande maggioranza dei lavoratori tiene letteralmente famiglia, e non ha più la sicurezza del posto di lavoro. Troppo difficile e costoso perdere preziose giornate di stipendio con il rischio di vedere la propria fabbrica o il proprio ufficio chiudere e spostarsi da qualche parte nel mondo.
Non ci sono ancora le condizioni per stravolgimenti politici attraverso le elezioni. L’informazione è saldamente in mano alle due principali famiglie politiche e il danno enorme provocato dalle speranze di cambiamento tradite dal Movimento 5 Stelle con un infinita teoria di inutili, sterili e stupide beghe interne ci lasciano come primo partito l’astensionismo. Di fatto a votare va in maggioranza quella parte di Italia ché ha un interesse specifico e personale a far vincere questa o quell’altra forza politica. E’ vero che rimane aperta una enorme prateria politica, ma ad oggi non esiste o non si è ancora palesato un soggetto che possa attirare abbastanza consenso da cambiare il sistema.
Cosa rimane per esprime rabbia e protesta e insieme per sopravvivere e badare al bene delle nostre famiglie?
Chi ne ha avuta la possibilità e il talento è andato via dall’Italia o sta pensando di farlo, le migliori aziende italiane non legate al territorio delocalizzano. Il caso più clamoroso è quello di Indesit, azienda che “ancora fa profitti in Italia” (ma la Camusso si rende conto delle stupidaggini che dice?) come se una società debba aspettare il dissesto o la crisi per decidere di levare le tende da questo inferno di tasse, burocrazia e di giustizia fallita. I giovani più istruiti, incoraggiati e sovvenzionati per quanto possibile dalla propria famiglia vanno a creare ricchezza per altri paesi, e non torneranno a meno che non convenga loro e non allo Stato Italiano.
Ma ci sono migliaia di Italiani e di Aziende Italiane che per molteplici motivi, familiari, di legame con il territorio, di mancanza della preparazione necessaria o per semplici questione anagrafiche non possono o non hanno la forza per andarsene.
Cosa resta per protestare e portare questo Stato Italiano al collasso?
Fare al meglio del nostro Minimo
In Italia oggi non è il tempo per fare soldi, è il tempo di sopravvivere e preparasi alla bancarotta del paese. Ogni attività economica ha un rapporto fra rischio e rendimento atteso. In Italia in più abbiamo una pressione fiscale così asfissiante che lavorare di più, produrre di più e assumersi maggiori rischi rende come minimo temerario la ricerca del reddito.
Pensate ad un dentista che lavora 5 o addirittura sei giorni la settimana: si assume il rischio che il gran numero di clienti non lo paghi, e deve pagare al fisco una quantità di tasse enormi peraltro spesso commisurate a quanto fatturato e non a quanto effettivamente incassato. Forse potrebbe lavorare 3 o 2 giorni la settimana, selezionare solo i clienti che pagano e evitare di trovarsi indebitato e in difficoltà solo per avere cercato di produrre di più.
L’idea di lavorare a testa bassa per accumulare un bel patrimonio per il futuro, in un paese in piena repressione fiscale non funziona, è un idea sbagliata pericolosa e che porta alla rovina.
Oggi è giusto fare al meglio il nostro minimo, ridurre le attività al punto ottimale allo scopo di farla sopravvivere. L’obbiettivo deve essere la conservazione della professionalità e degli strumenti del mestiere.
Per paradosso proprio ora il tempo libero non è mai costato così poco e il rischio di impresa non è mai stato così alto in Italia.
E contemporaneamente è rivoluzionario.
Lo Stato può confiscare il nostro patrimonio, può toglierci le libertà ma non può costringerci a fare del nostro meglio per produrre ricchezza.Fare al meglio del nostro minimo significa sopravvivere e contemporaneamente condannare questo Stato alla morte per fame, portare l’Italia al cambiamento per mancanza di mezzi, per mancanza delle tasse su un reddito che non viene più prodotto e per i minori consumi.
Fare al meglio del nostro minimo significa pianificare il proprio lavoro e la vita della propria famiglia dando maggiore valore e qualità al tempo al di fuori della produzione del reddito.
Non è facile ma è possibile, si può passare un periodo della vita in un parziale ritiro volontario che implica anche a dure rinunce se si ha un obbiettivo adeguato.
Sopravvivere e fare una piccola, silenziosa, micidiale rivoluzione, non è un obbiettivo da poco.
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