SuperRugby e SuperCats?

Creato il 09 maggio 2012 da Rightrugby
Un po' tardi ma ragazzi, non è successo niente, il punto sull'undicesima giornata di Super Rugby. Novità? Nessuna: i Chiefs di Rennie e Smith continuano a vincere, i pragmatici Brumbies di Jake White si affermano sempre più chiari leader della Conference australiana e i Bulls predono la guida di quella sudafricana, approfittando del turno di bye degli Stormers; tra le wild card, corrono i Crusaders e si fermano gli Highlanders, ridando speranza agli Hurricanes ma ancor di più agli Sharks.
Da segnalare i ritorni di Stirling Mortlock e Rocky Elsom (in foto), il quasi game over per coach Pat Lam dei Blues e la polemica di John Mitchell dei Lions, utile però a indicare una soluzione la meno traumatica possibile alla imminente, nuova crisi politica auto inflitta del rugby sudafricano.
Conference australiana
- La partitona della giornata anche per la classifica è la prima, quella dell'anticipo del venerdì: a Melbourne Rebels-Bulls finiva 35-41, cinque mete per parte in una partita divertente, ben giocata a viso aperto da ambedue le contendenti. Prima meta al sesto per i Bulls in maglia dal colore simil Stade Francais, con Akuna Ndungane largo a destra in una classica azione alla mano rapida con soprannumero generato dall'inserimento dell'estremo Zane Kirchner a fare il decoy runner; la risposta dei Ribelli arriva con una percussione profonda, rilanciata rapidamente e finalizzata dal pilone Rodzilla Rodney Blake. Non paghi i Rebels, è Kurtley Beale schierato apertura per l'assenza di O'Connor (come l'anno scorso, quando supplì per gran parte della stagione ai mal di testa di Berrick Barnes), ad inventare un break: vede i lentigradi schierati  alla sua sinistra, s'invola con doppio passo e finta e lancia al centro liberissimo l'ala Cooper Vuna. I Bulls rispondono con la meta dell'altra ala Bjorn Basson, lanciato da un passaggio a scavalcare tutta la linea di Morné Steyn. E' sempre il pack dei Bulls ad aprire brecce profonde appena recuperata palla e il mediano ex ala Francois Hougaard apre dalla ruck veloce al largo: prima della mezz'ora arriva la terza meta, simile alla precedente solo che stavolta la profondità dell'incursione e l'assorbimento di difensori da parte degli avanti è tale che non servono passaggioni, può andare a marcare direttamente Steyn. Pochi minuti dopo sono i padroni di casa a installarsi con tanto di mischia ordinata negli ultimi cinque metri sudafricani: ci prova Gareth Delve, poi il mediano Nick Phipps estrae veloce dalla ruck, sguscia basso e marca la classica meta da numero nove. Siamo sempre nel primo tempo: rimessa laterale Bulls, maul da manuale, meta dell'opensider CJ Standers, 21enne che l'anno scorso giocava la Vodacom Cup e veniva provato in Currie Cup. E il tempo non è finito: in recupero arriva la quarta meta anche dei Rebels, da una punizione in mezzo ai pali giocata, lo skipper Delve, l'anno prossimo in Francia, riesce a sgusciare in agilità tra i pesanti difensori. Il primo tempo finisce 26-31, bonus garantito per tutt'e due. La quinta meta arriva all'ora di gioco: gli avanti Bulls stanno lavorandosi la difesa a sportellate come loro costume, arrivati sulla linea dei dieci metri Steyn inventa in favoloso chip col contagiri su cui s'avvantaggia il centro JJ Engelbrecht. Non passano 4 minuti che i Rebels pareggiano il conto: torna in campo Stirling Mortlock e apre la strada al compagno Vuna che marca la sua seconda meta. Grande performance, una di quelle su cui fa piacere dilungarsi (copre da sola metà degli highlights della giornata, in fondo), due punti per i Rebels e cinque con testa della Conference per i Bulls.
Morné Steyn scavalca l'infortunato Johan Goosen a leader della classifica dei marcatori, Bjorn Basson raggiunge Sona Taumalolo (pilone) al secondo posto nella classifica delle mete con sette.
- I Brumbies liquidano i rivali Waratahs nello scontro di vertice con un più che eloquente 23-6 con due mete, dell'ala figiana Henry Speight che danza lungo l'out e del centro Andrew Smith, più 13 punti per Chris Lealifano. Il ritorno in campo nel secondo tempo di Rocky Elsom non basta al team di Sidney.
Brumbies in testa alla Conference con 35 punti, secondi i Waratahs fermi a 26, poi i Reds saliti a 25 ma entrambe troppo distanti dai punti che servono per guadagnarsi una wild card. Seguono i Rebels che comunque hanno accumulato 20 punti e i W. Force con 17. 
Conference Neozelandese
- Venerdì gli Hurricanes danno il colpo di grazia al traballante Pat Lam allenatore dei Blues, battendoli per 35-19, cinque mete a una. Niente aumma aumma coi procuratori, siamo in Nuova Zelanda: in settimana ad Auckland pubblicheranno il "bando di gara" per la posizione di allenatore, se vorrà potrà presentarsi anche quello in carica. L'estremo 'Canes Andrè Taylor va in meta anche stavolta, ora è leader solitario dei metamen con 8 mete.
- I Chiefs non hanno soverchi problemi a controllare la gara coi Lions vincendola per 34-21, quattro mete con doppietta sfiorata per l'ala Lelia Masaga: prima di marcare la meta "buona" arrivava a schiacciare ma sulla linea di fondocampo una meta annullata dal Tmo. I Lions marcano tre mete, doppietta per Cobus Grobbelaar subentrato al nr.5, rendendosi pericolosi in tutti i set piece e con le maul da rimessa laterale.
- I Crusaders alla fine prevalgono sui Reds col minimale 15-11 tutto firmato da Tom Taylor, il ragazzo che spostò Dan Carter al centro, e ora anche il management All Blacks ci pensa intensamente. Al primo minuto però c'era stata l'unica meta della partita, dei Reds dopo un intercetto seguito da una serie di ruck. Richie McCaw parte ancora dalla panca, stavolta entra al posto di Matt Todd al nr.7 e la prossima settimana partirà titolare e capitano.
Chiefs davanti a tutti nella Conference e nella classifica assoluta con 44 punti, seguono a distanza Crusaders a 37; battuta d'arresto per gli Highlanders fermi a 34 ma ancora sufficienti per l'ultima wild card; si riavvicinano gli Hurricanes a 30,  stacatissimi ultimi assoluti i Blues con una vittoria e 12 punti. 
Conference sudafricana
- Sono gli Sharks sempre più tonici a fermare in casa gli Highlanders, battendoli 28-16 e risalendo in classifica generale, quella buona per le tre wild card. Una meta per parte, tutti di Patrick Lambie i punti della franchigia del Kwa-Zulu Natal. La meta dei Kiwis è di Kurt Baker subentrato al centro, all'ora di gioco la meta di Lambie, bellissima, nata da un recupero di Charl McLeod sempre più mediano titolare a scapito di Fredrick Michalak sulla via del ritorno (a Tolone); offload al nr.8 e capitano Keegan Daniels, break al centro, calcione alto su cui s'impappinano i due difensori in verde, arriva il ragazzone e segna.  Stavolta l'ingresso nel finale di Jimmy Cowan, altro partente verso il Nord, non produce gli sconquassi dell'altra volta contro i Cheetahs.
- I Cheetahs finalmente si affermano in casa, battendo Western Force per 17-13. Primo tempo 9-6, nel secondo vanno per primi in meta gli ospiti, su intercetto di un calcio di rinvio di Sias Ebershon, apertura titolare in Currie Cup rimpiazzato nel Super Rugby dalla giovane star Johan Goosen, ora fuori per almeno quattro mesi. Al 52' la meta decisiva dell'hooker Adriaan Strauss, ala per l'occasione.
Bulls davanti nella classifica di Conference con 42 punti, Stormers qualificati lo stesso con 37, si fanno sotto per una wild card gli Sharks a 31. Più staccati i Cheetahs con 26 punti, ultimo posto per i Lions a 14.
Puntuale arriva la polemica del coach neozelandese dei Lions John Mitchell: "sarebbe ora che la Federazione sudafricana la finisse di ricattare ("blackmail") la gente invece di metterla nelle condizioni di dare il massimo". Si riferisce al fatto che alla nuova franchigia Southern Kings della politicamente pesante Eastern Province (la terra natale di Nelson Mandela) è stato garantito un posto nel prossimo SuperXV, a spese di chi non è ancora deciso, visto che di espandere ulteriormente il campionato non se ne parla, almeno per i prossimi anni.
"Una situazione ridicola", la definisce Michell, "nessuno di noi sa cosa farà l'anno prossimo". A questo punto, conferma una idea già qui da noi espressa in totale autonomia: "la soluzione migliore sarebbe una fusione nostra coi Cheetahs". Tornerebbero i Cats di quando le franchigie sudafricane erano quattro e si giocava il Super12, tra 1998 e 2006.
Il merger nei novelli SuperCats (? Leopardi, Puma e altri felini sono tutti già presi, anche gli Elephants; l'ultimo grande animale "libero" sarebbe il Rhino ...) darebbe tra l'altro quel depth nei ruoli mancante a Cheetahs e Lions, che le sta penalizzando. Sono però contrarie le due Province-base Free State e Golden Lions (alla prima sono federate nella franchigia Griquas e Griffons, alla seconda Leopards e Pumas); inoltre, bisognerà capire se la Saru stessa non preferisca "ammazzare" una delle due per rinforzare i Re del Sud di giocatori (ora attinge alle Province EP, Bulldogs e Eagles, nessuna protagonista in Currie Cup da tempo).
Ironicamente, tutte le 14 Province votarono unite per l'ammissione dei Southern Kings al SuperRugby: Free State e Golden Lions incluse. Allora si credeva che le franchigie sudafricane sarebbero state sei e nessuno badò al linguaggio usato: ai Kings è stata garantita la presenza nel prossimo SuperXV, quindi niente soluzione logica che tagli la testa al toro, cioè un playoff/out con l'ultima classificata sudafricana del SuperXV.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :