Invece dei soliti cartellini ragionati e highlights (che si trovano comunque qui come sempre), stavolta proponiamo un ranking a metà corsa del torneo SuperXV ispirato dal sito australiano Rugby Heaven.
In classifica, i Blues soffiano la leadership della Conference Neozelandese, mentre rimangono in testa alle altre due Reds e Stormers. I tre posti wildcard nel decimo turno sono appannaggio di Crusaders, Highlanders e Sharks. Inseguono i Waratahs ma hanno accumulato sei punti di svantaggio sulle ultime due, mentre Brumbies, Chiefs e Bulls sono oramai staccatissimi. Le prime sei - tre neozelandesi, due sudafricane, una australiana - si vanno quindi consolidando.
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1. Reds
Queensland Reds 19 -15 Waratahs (prevale Quade Cooper su Kurtley Beale nel derby, segnando una meta in più) - I progressi e la nuova capacità dei Reds di gestire tutti i tipi di situazione quest'anno, dai derby casalinghi alle gare on the road, è già stata sottolineata qui. Il risultato del confronto diretto tra squadra australiana più ambiziosa e quella più cresciuta lo sancisce. Comqunue sono stati i Tahs' a fare la partita, a tenerne il pallino e a schiacciare i Reds davanti, ma gli è mancata la capacità di chiudere la gara, venendo puniti dai padroni di casa.Il problema dei Reds per ora è proprio soffirire i pack potenti, e i Crusaders in arrivo in Australia ce l'hanno, tra le altre cose.
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2. Blues
Blues 40 - 23 Melbourne Rebels (sei mete a due, doppietta di Rene Ranger) - Dominano la partita coi Rebels, potrebbero provare a vincere la New Zealand Conference con la potenza di un reparto arretrato micidiale (Brett, Ranger, Stanley, Payne, Rokocoko, Toe'ava), sostenuto da avanti di grande esperienza (Woodcock, Mealamu, Afoa, Boric, Ali Williams, Kaino).
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3. Highlanders
Crusaders 18-26 Highlanders (due mete a tre, doppietta dell'ala James Paterson) - Sottovalutati e sottostimati all'inizio del torneo, sono gli eredi della ottima prestazione di Southland alla ITM Cup dell'anno scorso: un team solido, votato a far le cose semplici, ai basics. E sono riusciti a battere i Crusaders, pur privi della coppia di titolari in mediana (Cowan e Slade) e affidati al 22enne Aaron Smith e al 36enne Tony Brown rientrato dal Giappone.
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4. Crusaders
- La sconfitta con gli Highlanders non va certo sovrastimata ma ... che non siano i primi sintomi di affaticamento dovuti al "nomadismo" imposto dal terremoto? E' come essere continuamente in trasferta, e difatti il numero di infortunati è in aumento.
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5. Sharks
Sharks 40-24 Hurricanes (5 mete a due, doppietta di Lwazi Mvovo, in difficoltà fino all'ora di gioco poi si scatenano) - Il calendario li aiuta: senza più partite da giocare lontano dal Sudafrica, gli Sharks sono pronti a capitalizzare ogni passo falso degli Stormers per la leadership della Conference. Dopo gli esperimenti "loose", l'aver rimesso le cose a posto - cioè John Smit a fare il tallonatore "in seconda", quello che dà riposo a Bismark Du Plessis, aiuta gli equilibri sia di squadra che della nazionale.
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6. Stormers
A riposo nel turno - Riposatisi, avranno la sfida decisiva per la leadershipdella Conference nel prossimo turno congli Sharks, poi 4 partite in tournèe australasiana.
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7. Waratahs
- Nella terra di nessuno. Han perso il contatto con l'ultimo posto wildcard (28 punti contro un minimo di 34 necessari) ma non hanno nessuna minaccia per il secondo posto in Conference e hanno un buon vantaggio sugli ottavi, i Bulls. Favoriti dal prossimo calendario (tre partite apparentemente molto potabili in casa, con una sosta in mezzo), la cattiva notizia che li tormenta sin da inizio torneo sono gli infortuni continuati. E' annunciato comunque il rientro di Berrick Barnes, tenuto cautelativamente fermo per due commozioni cerebrali rimediate in fila: potrebbe provare nella prossima gara.
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8. Chiefs
Lions 30-34 Chiefs (tre mete contro 5, doppietta per Scott Waldrom) - Come i Bulls, sono troppo staccati dalle prime sette per competere per un posto nela fase finale, almeno per adesso. E la ristretta vittoria sui Lions pare certificare la loro attuale scarsa adeguatezza al compito di eredi degli ultimi finalisti neozelandesi del SuperRugby, due stagioni orsono.
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9. Force
Western Force 26-21 Bulls (una meta a due) - La franchigia con James O'Connor in gran spolvero (dato partente per i Brumbies di Jake White l'anno prossimo?), sperimentato primo centro per far posto alla esperienza di Will Ripia all'apertura, è squadra capace di tutto. Ancora di pià lo sarà coi rientri di David Pocock e Matt Hodgson.
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10. Bulls
- Tre sconfitte consecutive marcano il fine corsa per i campioni in carica, pur con altre otto partite da giocare. Han finito di girare, questa è l'unica buona notizia, che potrebbe favorire un po' di ricostruzione.
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11. Hurricanes
- They Quest'anno han brillatosolo alla prima giornata coi Crusaders, poi sin da subito han rivelato il loro livello intermedio, senza infamia ma senza lode.
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12. Brumbies
A riposo nel turno - Se al vedranno coi Cheetahs nel prossimo turno, vedremo se l'annuncio del nuovo coach per l'anno prossimo - Jake White - sortirà qualche effetto di ricarica per la sconcertante stagione del team di Matt Giteau.
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13. Rebels
- Il rinascimento di fine girone di andata è passato, le avversarie han smesso di rilassarsi dopo le prime due, tre mete e i tempi per la nuova franchigia si son fatti duri. Buona la campagna di rinforzo perl'annoprossimo,ma intanto c'è pressione su Danny Cipriani e soci.
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14. Cheetahs
A riposo nel turno - Hanno perso otto gare su nove giocate, ma non hanno mai perso per molto. E non hanno maipotuto contare su Juan Smith e Heinrich Brussow. Adesso ricominciano da casa, potrebbe essere un cambiamento delle loro fortune. Indispensabile per evitare tentazioni "politiche" ai tenutari del rugby sudafricano, tentabilissimi da mozioni integraliste pro Southern Kings (le cui Union costituenti peraltro non ce la fanno manco a qualificarsi per le fasi finali della Vodacom Cup, dove dominano i Pampas).
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15. Lions
- E' l'unico team a non aver ancora avuto un turno di riposo (alcuni han già sostato due volte); c'erangrandi aspettative per il rinnovato team guidato da John Mitchell, ma sinora s'è dimostrato solo molto combattivo (prova ne siano i sei punti di bonus conquistati) ma non vincente (una vittoria in dieci gare disputate).