Oggi post doppio giustificato dall’eccezionalità dell’evento capitatomi questo week end: il primo regalo a sorpresa ricevuto dopo i 6 anni di età!
(Ebbene sì: tra le letterine a Babbo Natale, le wish list e la pessima consuetudine di comprarmi i regali da sola, erano anni che non vivevo una simile gioia!).
Sabato è stato l’Anniversario mio e del Signor G. e quindi siamo andati a cena in uno dei nostri ristoranti preferiti: Andreina a Loreto, 1 stella Michelin e in cucina lo chef Errico Recanati.
(Qui trovate la succulenta cronaca in scatti di tutte le delizie che abbiamo assaggiato).
Fatto sta che poco prima della mezzanotte varcavamo la soglia di casa con i sensi vagamente ottenebrati da cibo e vino ed io arrancavo subito verso la camera da letto, con la ferma intenzione di prepararmi per la notte in un battibaleno e dormire almeno 12 ore filate.
Struccata e pigiamata alla velocità della luce scendevo in cucina a scaldare il mio inseparabile cuscino di ossetti quando il mio occhio stanco percepiva un elemento di disturbo nel panorama casalingo: un foglio bianco appiccicato sul portoncino d’ingresso.
Ho allungato pigramente il collo verso il foglio (sono curiosa come una scimmia anche quando casco dal sonno) e i miei occhietti semi chiusi hanno messo a fuoco un testo in rima:
“L’anniversario è passato e il regalo è mancato.
Ma se la speranza non hai perduto…”
Ovviamente non ho avuto bisogno di leggere altro ed ho cominciato subito ad urlare e svolazzare in giro come una ghiandaia impazzita, gioiosa (dovete sapere che adoro le cacce al tesoro) e pure un po’ brilla.
Al suono delle mie urla il Signor G. si è affacciato dal ballatoio per commentare serafico: “Vista la tua proverbiale arguzia forse ti conviene metterti una vestaglia perché temo che andrà per le lunghe”.
E infatti devo confessare che sarei stata ancora impegnata a smantellare uno per uno tutti i gradini della nostra scala alla ricerca del primo indizio se alla fine il Signor G. non si fosse rassegnato a dirmi che scala = scala musicale = pianoforte.
Superato l’inghippo ho proceduto spedita , correndo di stanza in stanza, e ho risolto da sola ben otto enigmi per arrivare stremata al nascondiglio finale: la mia valigia.
Quando l’ho aperta e ci ho trovato dentro la busta di Lino Ricci Boutique che vedete nella foto di apertura ho subito pensato che DOVEVA essere uno scherzo.
Cioè… un pensiero stupendo ha attraversato immediatamente il mio stanco cervellino, ma mi sembrava così incredibile da non poter essere vero.
Così urlando “Oddio è uno scherzo?! No, non posso aprirla! Ah, muoio…. muoiooooooo!” ed altre frasi sconnesse ho continuato a saltare in giro in ciabatte aggrappata alla mia preziosa shopper fino a che…
Non ne è uscita Lei.
Questa voce è stata pubblicata in borse, festività, week end, wish list. Contrassegna il permalink.