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Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Creato il 15 febbraio 2012 da Enquire @enquire_mag

Daniele Cascone è un artistista digitale e fotografo ragusano, classe 1977.
Realizza le sue opere con tecniche di foto-manipolazione e digital art, si diletta con video in stop-motion ed ha fondato diversi progetti, tra cui il web magazine Brain Twisting.
Dopo i primi esperimenti ulizzando esclusivamente strumenti digitali, espande i mezzi a sua disposizione coinvolgendo pittura, inchiostri, oggetti di vario tipo, fino ad arrivare alla fotografia che, con il passare del tempo, diventerà la tua tecnica predominante.
Ha partecipato a numerose mostre, le sue opere sono presenti in diverse pubblicazioni, sia in Italia che all’estero.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Cupa ed inquietante, questi alcuni aggettivi usati per descrivere la tua arte. Daniele Cascone invece com’è?
Credo (e spero) meno cupo e inquietante di come talvolta la gente che non mi conosce mi immagina. E, al tempo stesso, chi mi sta vicino, sa che il mio stile è strettamente legato alla mia personalità. Ma non mi va di recitare la parte dell’artista maledetto o del depresso tormentato, poiché non lo sono. Mi definisco un pessimista cronico e disilluso, ma che ride più spesso del migliore degli ottimisti e che vuole ottenere quanto più possibile dalla vita. D’altra parte, come Pirandello insegna, siamo uno, nessuno e centomila e la mia arte esprime solo un lato, peraltro intimo, di me.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Il pittore lo immaginiamo con tavolozza e colori, lo scultore con martello e scalpello. I tuoi abituali strumenti di lavoro invece quali sono?
Reflex, faretti, fondali e, soprattutto, tante cianfrusaglie che assemblo e modifico in continuazione, quindi anche chiodi, martello e tenaglia fanno parte dei miei strumenti di lavoro preferiti. Poi, naturalmente, un computer con il quale do un senso a tutte queste strane “attività da cantiere” che si alternano nel mio studio.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

L’apporto della digital art può essere una scintilla d’innovazione o è, al contrario, il colpo di grazia per definire obsoleta quella che più comunemente viene definita arte classica?
Non credo che sia una tecnica a far diventare superata una proposta artistica, bensì le idee che quest’ultima riesce a veicolare. Il digitale non è altro che una tecnica e come tale bisogna analizzare cosa viene presentato da coloro che la utilizzano. Ho visto artisti digitali proporre concetti superati da secoli e puristi della pittura portare innovazione e freschezza.
Sicuramente il digitale fornisce numerose possibilità espressive e, di conseguenza, ci sono state parecchie rivoluzioni in campo artistico ma, superato l’entusiasmo iniziale, l’unico aspetto determinante è quello che da sempre ha spinto l’arte: gli uomini e le loro idee.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Quanto conta un buono scatto di partenza e quanto invece il lavoro di postproduzione/costruzione?
Ho avuto diverse fasi nella mia evoluzione artistica e se in passato la fotografia contava poco, a volte nulla, adesso è prioritario che lo scatto di partenza sia adatto all’elaborazione che andrò a fare. A volte realizzo più di cento scatti per ottenere una singola foto, di conseguenza l’elaborazione, pur se fondamentale, richiede meno impegno e ha minore peso all’interno del processo creativo.
Ma più della buona foto, ha importanza l’allestimento della scena: se gli oggetti che dispongo si adattano bene e riescono a dare la potenza visiva che mi prefiggo, allora mi trovo già a un buon 80% del mio lavoro.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

La tua arte: un modo per estraniarsi dalla realtà, o un modo per raccontarla?
Rispondo con una frase che è  un controsenso: è un modo di percepire una realtà che non esiste da nessuna parte, a volte neanche dentro di me.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Dove o come trovi  l’ispirazione, è difficile reinventarsi continuamente?
Reinventarsi è la cosa più difficile in assoluto: un processo lungo che spesso porta con sé dei fallimenti. È la cosa che trovo  più fastidiosa, dove la voglia di esplorare e realizzare fa a pugni con la mente, tenendomi sempre nervoso, inquieto, insoddisfatto, anche dopo aver raggiunto un successo. È la testardaggine e il sapere che non posso farne a meno, a tenermi sempre in carreggiata.
L’ispirazione invece è qualcosa di più confortante, più facile da ottenere. Spesso la trovo in canali diversi da quello della fotografia, come il cinema e la letteratura, e non mi precludo nessun genere. Anzi, è propedeutico  interessarsi di cose lontane dal mio punto di vista.

Un artista italiano che ti piace particolarmente e che ci consigli di tener d’occhio?
Ce ne sono sicuramente tanti, ma adesso mi viene in mente Roberto Kusterle.

Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Un libro, un film e una canzone.

Di recente ho letto “Q” di Luther Blissett (oggi conosciuti come collettivo Wu Ming), e mi ha appassionato come non mi accadeva da tempo. Ieri ho rivisto dopo tanti anni “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini. Adesso sto ascoltando un CD dei Paradise Lost ed è appena terminato il pezzo intitolato “Forever Failure”.

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Qualcosa che vorresti dire, ma che non ti è stato chiesto?
No, non sono pazzo!
È arrivato il momento di salutarci. Esprimi un desiderio.
Partire nuovamente per qualche meta lontana.

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Surreale, onirico, visionario: Daniele Cascone

Ringraziando Daniele, vi lasciamo visitare il suo sito www.danielecascone.com


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