Nella Bibbia gli anziani sono emblema di saggezza e virtù, ma nel libro 13 di Daniele due viscidi personaggi in tarda età molestano e accusano ingiustamente una giovane chiamata Susanna. Nel XVI e XVII secolo l’episodio diventò piuttosto popolare nella pittura, soprattutto perché offriva la maliziosa occasione di ritrarre un nudo.
Susanna era la splendida sposa di Joachim, un ebreo benestante che soleva organizzare eventi sociali nel parco del suo palazzo; spesso agli incontri partecipavano due anziani magistrati segretamente attratti dalla giovane. Un giorno Susanna, credendo di essere sola, si spogliò per fare un bagno nel proprio parco e ordinò alle ancelle di recuperare dell’olio e del balsamo, ma i due magistrati si nascosero per spiarla. Architettato un perfido piano, gli anziani proposero a Susanna di avere un rapporto con loro, minacciandola di accusarla di adulterio nel caso in cui si opponesse. Rifiutandosi di tradire il marito, Susanna iniziò a gridare per chiamare i servi, cadendo così nell’inganno dei due uomini che subito la accusarono di adulterio. Venne istituito un processo: se Susanna fosse stata dichiarata colpevole, sarebbe stata uccisa mediante lapidazione.
Davide era poco più che un ragazzino, ma era molto abile nel risolvere inganni; non a caso il suo nome significa “Dio è il mio giudice”. Per salvare la malcapitata Susanna, Davide propose di interrogare separatamente i due anziani e domandò ad entrambi dove si trovassero la fanciulla e il suo amante quando furono sorpresi insieme: un magistrato rispose di aver sorpreso i giovani sotto un lentisco, il secondo sotto un leccio. Essendo evidente che i due anziani stavano mentendo, Susanna fu scagionata e i suoi malvagi aguzzini furono condannati a morte.
La vicenda offriva agli artisti l’occasione di ritrarre una scena biblica di cui è protagonista una donna virtuosa e una seducente fanciulla nuda, così i quadri (e le incisioni) dedicati a Susanna si moltiplicarono, spesso evitando di soffermarsi sul fatto che Susanna fu tragicamente molestata. Nel mare magnum del web abbiamo scoperto diversi elenchi di opere al riguardo, noi vi proponiamo i dipinti più significativi e azzardiamo una descrizione per ciascuno di essi, aggiungendo il relativo link.
- Luini nel 1515-1516 ritrae una riccia Giovanna frontalmente mentre rivolge il volto verso sinistra e porta un braccio al seno. Dietro di lei, nascosto da due tronchi d’albero, un canuto vecchione e il dito indice del compagno.
- Lorenzo Lotto nel 1517 realizza una scena dal forte carattere narrativo: Susanna si trova in un cortile murato, attorno al quale si trova un giardino e si intravedono una stradina percorsa da una donna, un castello e le colline circostanti. Susanna, in basso a sinistra, è inginocchiata sulle sue vesti sparse a terra e, coprendosi con un manto azzurro, cerca di scacciare i vecchioni; rispetto all’opera precedente, che si sofferma principalmente sulla bellezza e la grazia della fanciulla, Susanna è solo uno dei cinque personaggi dell’animata vicenda. Di fronte a lei si trovano infatti i due anziani: il primo allarga le braccia e il secondo, un poco più indietro, indica indignato la fanciulla ai due personaggi che stanno entrando in scena attraversando la porta del cortile. Su due pergamene sono state scritte quelle che potrebbero essere le frasi pronunciate da Susanna e da uno dei vecchioni.
- Nel 1538-1544 Vincent Sallaer raffigura una Susanna quasi interamente coperta da drappi colorati (sono visibili soltanto la pancia e un seno), alle sue spalle la fissano i due vecchioni immobili. Qui il tema portante del dipinto è la castità della fanciulla.
- In seguito vengono realizzate delle variazioni sul tema, infatti Tintoretto nel 1557 raffigura Susanna mentre si specchia durante il bagno, ignara di essere spiata dai due vecchioni nascosti dietro la siepe. L’opera è assai pregiata soprattutto per i particolari: le piante e i fiori dell’incantevole giardino, gli animali e una statua in lontananza, i biondi capelli intrecciati di Susanna, le stoffe raffinate, gli oggetti ai piedi della fanciulla (un raffinato porta gioie, un filo di perle e uno spuntone) e i suoi braccialetti d’oro, i riflessi sulla superficie dell’acqua. La siepe taglia prospetticamente la scena e rimbalza sul corpo di Susanna e su ogni oggetto presente in scena. Nel 1560 Tintoretto rappresenta Susanna in compagnia di due ancelle, una le fa la pedicure e l’altra le pettina i capelli. In entrambe le opere l’artista si sofferma sulla bellezza e la raffinatezza della protagonista.
- Nel 1561 Alessandro Allori modifica radicalmente il significato della vicenda di Susanna e i vecchioni: i due anziani riescono ad afferrare la fanciulla che, anziché respingerli, flirta maliziosamente con loro. Considerando il disgustoso e criminoso approccio dei vecchioni nei confronti di Susanna raccontato dalla storia, è gravemente maschilista rappresentare una lieta disponibilità all’amplesso della fanciulla anziché il suo rifiuto, tutto ciò comporta la trasformazione della donna in un mero oggetto sessuale. Ma siamo solo nel XVII secolo e Alessandro Allori voleva solo rappresentare una donna nuda e sessualmente disponibile all’interno di un contesto socialmente accettato (e erudita, in quanto si tratta di una citazione dotta) come un racconto biblico. Al centro del dipinto fa capolino un piccolo cagnolino, simbolo di fedeltà; ma come può essere fedele una donna che sta palesemente tradendo suo marito?
- Per quanto riguarda il Veronese, prendiamo in considerazione la versione di Susanna e i vecchioni realizzata nel 1580. Una bionda e pacata Susanna con una collana di perle nasconde interamente la propria nudità con una coperta. Mentre due distinti vecchioni discutono pacati e uno dei due le tocca un braccio. Alle spalle della fanciulla, la statua di un satiro dal ghigno malvagio rivela la malvagità dei vecchioni. In basso a sinistra un cagnolino testimonia la fedeltà della giovane, che in questo caso non si concede ai molestatori.
- Rubens nel 1607 dipinge per primo la gravità della situazione in cui si trova Susanna, rappresentando una fanciulla terrorizzata anziché una signorina aggraziata come gli artisti precedenti. Il giardino è buio e una luce colpisce in pieno il corpo nudo della giovane spaventata al centro del dipinto, che cerca di ritrarsi dai vecchioni. Uno dei due anziani le fa segno di restare in silenzio.
- Nel 1615 De Ribera realizza Santa Susanna e i vecchioni. La giovane, coperta da dei panni bianchi e azzurri e con i capelli che le nascondono il seno, siede su un gradone al centro del quadro, di fianco ad una statua. I vecchioni, i cui indumenti rossi sono in contrasto con il panno azzurro, la minacciano dall’alto.
- Nel 1620, Guido Reni raffigura un brillante gioco di gestualità e espressioni tra un’originale Susanna coperta da un panno e un turbante giallo e un vecchione vestito di rosso: un vecchione afferra il panno della fanciulla che si ritrae e le fa cenno di restare in silenzio.
- Una scena molto simile viene dipinta da Mattia Preti (1656-1659), le due opere si distinguono essenzialmente per il fatto che in questo caso Susanna è in piedi e il secondo vecchione non compare alcentro dell’opera ma a sinistra, dietro il proprio compare.
- Nel 1622 Van Dick ritrae una terrorizzata Susanna coperta da un manto rosso ai piedi di una fontana.
- La Susanna di Rembrandt (1634), intimorita dal volto di un vecchione appena abbozzato che fa capolino da una siepe, è troppo spaventata per concedersi l’eleganza e la raffinatezza delle fanciulle delle opere precedenti: la giovane è goffamente ricurva per sottrarsi al pericolo, si copre sbrigativamente il pube con una mano e un lenzuolo, infila malamente le pantofole per alzarsi e ha un’espressione chiaramente spaventata. La scena si svolge in un giardino. Nel 1647 l’artista riprende lo stesso tema modificandolo radicalmente: i personaggi si trovano in riva all’acqua, ai piedi di una scogliera, alle loro spalle si intravede un sontuoso palazzo. Susanna è nella stessa posizione del quadro del 1634 anche se non porta le pantofole, un panno bianco la copre interamente e cerca invano la fuga verso l’acqua; sulla roccia giacciono le sue sfarzose vesti rosse e delle scarpette in tinta. I vecchioni questa volta sono interamente in scena e indossano ricchi indumenti, turbanti e gioielli.
- Guercino rappresenta Susanna inondata di luce, seduta sulla destra del dipinto e china sul proprio piede, ignara della presenza dei due anziani che, sul lato sinistro dell’opera, si agitano dietro ad una siepe.
- Nel 1727 Jean-François de Troy raffigura Susanna seduta in un elegante cortile di marmo, circondata da statue; la fanciulla è coperta da panni bianchi e azzurri (come nell’opera di De Ribera), fatta eccezione per un seno e si ritrae con pudore dai due vecchioni che la circondano.
- Pompeo Batoni nel 1751 ritrae Susanna sempre avvolta da panni bianchi e azzurri e seduta su dei gradoni in un cortile di marmo come nell’opera di De Ribera, sulla sinistra si erge una fontana in controluce. Un vecchione avvolto in un drappo rosso incombe minacciosamente sulla fanciulla da destra mentre il suo compare allunga le mani verso di lei per scoprirla.
- Hayez realizza due versioni: nella prima un vecchione molesta fisicamente Susanna in un giardino inondato di luce, nella seconda la ragazza è seduta in una spoglia stanza dalle pareti di pietra, da unafinestra si intravede un bosco.
- Nel 1840 Theodore Chassierau raffigura una Susanna dal velo e dai gioielli orientali ingenuamente e romanticamente assorta, mentre i soliti vecchioni la spiano dietro una siepe. L’atmosfera orientale è evocata anche grazie ad un panno rosso con degli unguenti in primo piano.
- La Susanna di Botero del 1998 è obesa e si copre con le mani da due vecchioni nascosti dietro ad una siepe.
Lo stesso tema è stato raffigurato più volte nei secoli, gli artisti si sono soffermati ora sulla bellezza di Susanna, ora sulla sua purezza, ora sul suo terrore, dipinto una fanciulla nuda, seminuda o castamente coperta, con i vecchioni più o meno presenti in scena e minacciosi. Artemisia Gentileschi, con la sua sensibilità femminile, rappresenta la gravità della molestia subita da Susanna al pari di Rubens e Van Dick; la sua Susanna non si ritrae elegantemente o pacatamente, ma manifesta realisticamente il terrore e il disgusto che ogni donna proverebbe nella sua situazione. Artemisia Gentileschi realizza tre versioni di Susanna e i vecchioni, noi ci soffermeremo su quella del 1610, mentre potete visionare gli altri due dipinti qui e qui
Susanna è al centro dell’opera nuda, scomposta in un gesto di paura per ritrarsi dai vecchioni. I due magistrati, separati dalla giovane da un muretto di marmo, si protendono incombendo su di lei dall’alto intimandole di fare silenzio. In scena non sono presenti oggetti o decori e l’ambientazione è minima, lo sguardo dell’osservatore è attratto dalle mani di Susanna che allontanano i vecchioni e dal suo volto spaventato.
In passato gli studiosi ritenevano che il dipinto fosse opera di Orazio Gentileschi, il padre di Artemisia, e che l’opera fosse stata attribuita alla giovane a scopo promozionale; attualmente i critici attribuiscono la maternità dell’opera ad Artemisia. Quando la tela fu terminata la ragazza aveva solo diciassette anni perciò, pur non escludendo qualche “aiutino” da parte del padre, si tratta di una testimonianza dello straordinario e precoce talento di Artemisia, che all’epoca era alla ricerca della sua identità nella pittura di maniera di Caravaggio.
Alcuni considerano l’opera una testimonianza delle difficoltà riscontrate nella vita quotidiana da Artemisia, continuamente molestata dagli uomini che frequentavano la bottega di suo padre. Qualche anno dopo subirà uno stupro, al quale seguirà il famoso processo.