A me piace il modo di raccontare della Tamaro e nonostante l’asprezza dell’ultimo suo libro ma che è anche il suo inizio letterario , mi riferisco al romanzo “Illmitz” che non ha avuto un grande successo editoriale, penso che poterla leggere quotidianamente sull’Avvenire è un buon inizio di giornata.
Ho letto i suoi primi scritti (saranno 200 parole ad articolo, in centro pagina) e a differenza dei vari autori precedenti, più legati alla teologia o comunque a riflessioni su temi sacri, la Tamaro ci offre un senso di religiosità che è riflessione del perché sentiamo, proviamo forti emozioni, e delle ambiguità nostre interiori e dei fatti che ci accadono.
Un respiro che pur sfiorando l’apnea riesce a proseguire, andare oltre e provando magari per brevi momenti anche quella grazia, difficile da illustrare a parole ma , se ci togliamo la maschera di ferro, abbiamo provato noi tutti.