Negli ultimi anni, il ristorante giapponese ha ottenuto un’ampissima fama; Torino non fa ovviamente eccezione, con i suoi molti locali in cui si preparano sushi, sashimi e affini prodotti della cultura gastronomica nipponica.
Proprio i sushi bar, tra cui quattro nel torinese, sono stati messi sotto inchiesta, avviata dal PM Guariniello in queste ultime ore, per mancata attinenza alle norme igieniche. I controlli sono stati effettuati anche con l’aiuto del Corpo Forestale dello Stato e dal personale di NIPAF, ASL e SIAN. I locali in questione sono tutti nella zona centrale della città: la perquisizione ha infatti interessato un percorso che comprende corso Matteotti, corso Vittorio Emanuele II, via XX Settembre e via San Quintino.
La motivazione del blitz è da ricercare nel mancato rispetto dei protocolli HACCP e delle norme igienico-sanitarie. Seppur per motivazioni diverse, tutti e quattro i ristoranti si sono resi colpevoli di illeciti penali per la salvaguardia della salute pubblica.
In primis, nei sushi bar era assente o molto scarsa un’adeguata igienizzazione dei locali e delle attrezzature; inoltre, sono stati comprovati l’assenza di un’etichettatura esatta delle materie prime, alimenti conservati in modo non appropriato e la mancanza di procedure igieniche idonee al tipo di alimento trattato. in particolare, non era rispettato il procedimento dell’abbattimento termico, che richiede una conservazione almeno a -20 gradi centigradi per poter servire il pesce fresco. Una tale temperatura è necessaria per l’eliminazione del batterio dell’Anisakis, dannoso per l’uomo. In uno di essi, inoltre, il titolare spacciava il grongo per anguilla, modificando quindi la tipologia di pesce servita all’insaputa dei clienti.
Le sanzioni previste raggiungono la cifra di migliaia di euro; tre dei titolari sono stati denunciati con l’accusa di violazione della legge sugli alimenti, mentre il quarto per frode in commercio. Sono stati inoltre riscontrati i reati di commercializzazione di sostanze nocive e quello, come già riportato, riguardante la tutela salute pubblica in caso di commercio di sostanze nocive.