Fondata nel 1861, l’università di Washington si trasferì nel nuovo campus (che è ancora l’attuale) nel 1895. Quando, vent’anni dopo, Henry Suzzallo venne nominato preside dell’istituto, si adoperò per la realizzazione di un nuovo edificio per la biblioteca, che iniziava a richiedere molto spazio. Nelle sue idee essa doveva essere l’anima dell’università e direi che, guardando le foto qui sotto, è riuscito perfettamente nel suo intento. Alla morte, nel 1933, gli venne intitolato l’edificio che è oggi appunto conosciuto come la Suzzallo Library.
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In pieno stile gotico, all’esterno la struttura è composta da arenaria, terracotta e mattoni, con un tetto di ardesia. Tutto attorno, grandi finestre in vetro colorato e diciotto figure di terracotta, incastonate in nicchie, a simboleggiare l’insegnamento e la cultura: Mosè, Louis Pasteur, Dante, Shakespeare, Platone, Benjamin Franklin, Giustiniano, Isaac Newton, Leonardo Da Vinci, Galileo, Goethe, Erodoto, Adam Smith, Omero, Gutenberg, Beethoven, Darwin e Ugo Grozio. Sopra le tre porte principali, invece, tre statue rappresentano il pensiero, l’ispirazione e l’abilità.
All’interno c’è una grande scala in travertino che conduce fino al terzo piano, dove ha sede la sala di lettura. Nel percorso potete ammirare anche uno dei più grandi libri del mondo, che raccoglie fotografie del Bhutan scattate da Michael Hawley. Protette da una teca di cristallo, una volta al mese le pagine vengono girate dal personale della biblioteca.
Alta 20 metri, lunga 76 e larga 16, la sala di lettura della Suzzallo Library ha un soffitto a volta con dettagli dai colori vivaci e particolari in oro. Lungo le pareti trovano spazio librerie in legno di quercia, sormontate da fregi intagliati a meno, che rappresentano le piante autoctone dello Stato di Washington.
A ciascuna estremità della sala pende dall’alto un mappamondo dipinto a mano, riportante i nomi dei più grandi esploratori della storia. Nell’abside meridionale, ad esempio, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci e Magellano, in quello settentrionale Ponce de Leon, Francisco Pizarro e Fernando de Soto.
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