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Sveglia il morto #3: speciale NWOBHM dimenticata

Creato il 17 febbraio 2016 da Cicciorusso

Eccoci, come promesso, alla seconda ed annunciata parte della nostra rubrica per nostalgici del metallo d’Albione. I morti che sveglieremo oggi sono infatti sei gruppi dell’era della Nwobhm che, per qualche motivo, non ce l’hanno fatta ad assurgere alla fama che probabilmente meritavano. Munitevi di pala e lanterna perché stanotte si va a scoperchiare bare. Qui la prima puntata.

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TROJAN– Chasing the Storm

Ci troviamo davanti a un autentico capolavoro di speed/power metal europeo. Punto. La band del Lancashire ha perso il treno della Nwobhm durante gli anni più prosperi del genere, barcamenandosi tra demo e promo, salvo poi arrivare a un livello che gli avrebbe permesso di uscirsene con questo autentico tornado che spazza via gran parte della concorrenza di quegli anni.

Il perché questo album non sia considerato un caposaldo imprescindibile è davvero un mistero. La title-track Chasing the Storm, Only the Strong Survive, Icehouse… Pezzi che vi spettinano e che vorreste pompare sul vostro impianto tutto il giorno in loop, rovinando il sabato pomeriggio al vicino di casa che magari è un nemico del vero metallo. In tal caso: CRANK IT UP TO 11, come diceva quel personaggio a noi metallari tanto caro.

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JAGUAR – Power Games

Stavamo parlando di velocità e riff suonati a rotta di collo, no? Allora avrete presente Power Games dei Jaguar. Se così non è, provate a sentire l’opener Dutch Connection e capirete. L’energia che trasuda da questi 10 pezzi vi metterà letteralmente KO. Il quartetto di Bristol faceva parte anch’esso della gloriosa scuderia della Neat Records, che per l’heavy metal e’ stata quello che la Motown fu per il funky ed il “black sound”, diciamo.

Oggi circola una versione in compact disc con incluse le bonus tracks dell’EP Axe Crazy, anch’esso vivamente consigliato. Altro classico Nwobhm/speed che non deluderà gli amanti delle sonorità più frenetiche e fragorose.  Heavy metal suonato a 100 all’ora che abbatte tutto e tutti come birilli. Procuratevelo!

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BLADE RUNNER – Hunted

C’è una curiosa storiella che riguarda questo album e quello di cui si parlerà immediatamente sotto, Loose ‘n Lethal dei Savage. La casa discografica che al tempo gestiva entrambi i gruppi, la Ebony Records, aveva inizialmente destinato la copertina del disco di cui si parla qua per il debut dei Savage ma per un errore questa venne stampata con su il logo dei Blade Runner e finì su Hunted. Ad ogni modo le due proposte musicali sono difficilmente confondibili. Piu’ classicamente hardrockeggianti  ed eleganti i Blade Runner, più furiosi e scellerati i Savage. Too Far Too Late, Back Street Lady, la title-track… Tutti ottimi pezzi ben composti e ben suonati che si fanno apprezzare. Buono pure il sequel Warriors of Rock.

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SAVAGE – Loose ‘n Lethal

Per farvi capire l’importanza di questa band nel plasmare quello che fu il suono successivo degli anni ottanta, vi dirò che il primo pezzo di questo disco, la trascinante Let It Loose, fu coverizzato dai Metallica sul loro primo demo Hit the Lights. Un album fragoroso e che lascia poco respiro, questo Loose ‘n Lethal, pur assestandosi su ritmi meno frenetici dell’opener nei successivi pezzi. Heavy metal classico che più classico non si può, che di tutto se ne frega e invoglia a stappare un’altra birra e ruttare in faccia a chi vi sta sulle palle. I pezzi sono tutti rumorosi e cazzuti. Se volete sentire come doveva essere una band senza alcun compromesso agli inizi della decade della “metal explosion”, allora andate sul sicuro e recuperateli se già non li conoscete, come del resto dovreste.

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MYTHRA – Death & Destiny

Permettete due parole in difesa dei “perdenti” e dei “secondi” (o anche terzi o quarti)? Il gruppo di cui vi parlerò adesso si è formato nel 1976 e ha visto uscire il primo full length nel 1998. Credo che basti per farvi capire quale fu l’impatto commerciale dei Mythra sulla nascente scena della new wave britannica.

Il 1979 vide l’uscita del bellissimo EP Death & Destiny e il fiorire di promesse e possibilità, che la band del Nord-Est non riuscì, ahimè, a sviluppare adeguatamente. Ciò che ci rimane oggi di quell’epoca è una raccolta, appunto intitolata Death & Destiny LP, in cui troverete 13 canzoni stupende e indimenticabili. Le ultime quattro della tracklist sono appunto quelle che apparirono sul già citato EP, arricchite qua dal contenuto dei due demo pubblicati nel 1980 e 1981, cui seguì un silenzio discografico di ben diciassette anni. Fino appunto all’uscita di questa raccolta essenziale, opera della “antologica” British Steel. Pezzi che in un mondo più giusto sarebbero stati considerati come dei capiscuola, se invece di essere sepolti dal tempo, avessero ottenuto il meritato riconoscimento. Tracce come Warrior of Time, vero pezzo-paradigma dello stile dell’epoca o la struggente The Death of a Loved One, sicuramente scritta in un momento di sincero abbattimento. Nomino solo alcune canzoni ma non voglio assolutamente far torto alle altre, tutte bellissime e con la rara qualità di rimanere impresse nella memoria. Che dovete assolutamente avere questa raccolta ve l’ho già detto?

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OMEGA – The Prophet

Ultimo ma non meno importante, The Prophet degli Omega. Ovvero il lato più progressivo della Nwobhm. Un lato al contempo cupo e misterioso come la musica del quartetto londinese.

Il suono degli Omega è unico e inconfondibile. Davvero difficile da classificare. Cambi di tempo e di umore per un suono notturno che sa essere allo stesso tempo trascinante, avvincente e permeato di un ottimo gusto melodico. Qualità che coloro che prediligono il suono più progressivo apprezzeranno sicuramente. Il tutto condito dalla interessante e malinconica timbrica vocale di Nick Brent. I testi sembrano essere incentrati sulla vita di un profeta che verosimilmente dovrebbe essere Gesù Cristo. Il concept è bello e ambizioso, gli arrangiamenti e le melodie curatissime. Consigliato a chi apprezza il lato più epico e melodico dell’heavy metal.



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