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Svegliata nel cuore della notte da un ospite inatteso: Il ladro

Creato il 30 dicembre 2010 da Nicol Lynne
Tre e zerootto del mattino.
Apro gli occhi all'improvviso e la prima cosa che vedo è l'ora proiettata dal raggio laser rosso della sveglia sul soffitto. Sono le 03:08. E' questa l'ora in cui è entrato in azione il mio cossiddetto 'topo da appartamento', l'ora in cui il vile furfante ha timbrato il cartellino, armato di piede di porco, pronto per iniziare il suo faticoso turno di lavoro. Inutile dirlo, il vizio non dorme mai e mentre io invece, misero essere mortale, cerco di ricaricare le batterie sdraiata sul mio letto, il crimine serpeggia indisturbato, viscido e subdolo.
Il mio cane abbaia in maniera forsennata e subito capisco che qualcosa sta andando storto. Spartacus - così rinominato dopo questa avventura per il suo indomito coraggio - è un rumoroso cagnolino dotato di uno smisurato super-Io che lo ha convinto di essere niente meno che un leone incastrato nei panni di un pechinese. Affronta la porta come se si fosse improvvisamente trasformata nel suo peggior nemico e corre in camera da letto per avvertirmi che un intruso sta cercando di scassinare l'entrata di casa. Gli manca solo il distintivo, per il resto è un perfetto agente di polizia.
Sgancio una vigorosa gomitata al mio compagno che ancora dorme beatamente nel letto ignaro della minaccia al pian terreno e, dopo averlo sconquassato in abbandonza per accertarmi di aver svegliato una buona porzione delle sue assopite sinapsi, gli chiedo di andare a controllare il balcone avendo cura di tenere le luci spente: mi sono svegliata arrabbiata, furiosa, inviperita e ora voglio acciuffare quel maledetto malfattore. I ladri dovrebbero saperlo: svegliare all'improvviso qualcuno che dorme placidamente nella fase più profonda dello stadio rem può essere fatale.
Il mio compagno, per nulla compiaciuto del mio diabolico piano, mi asseconda pensando di chiudere in fretta questa spiacevole avventura e si veste con aria circospetta per affacciarsi con passo felpato al balcone. Al buio inciampa praticamente in tutti i suppellettili della stanza - che si sa, non aspettano occasione migliore di una passeggiata notturna per mettersi in mezzo ai piedi - e tra una sommessa imprecazione e una più manifesta maledizione giunge finalmente alla porta finestra. Per mille diavoli! Il ladro sta scappando e il mio compagno lo vede scavalcare roccambolescamente la siepe del giardino e iniziare un'improbabile fuga a piedi.
Scendo le scale armata del battipanni che, per quanto antiestetico, tengo sempre al lato del comodino e mi dirigo verso la porta per calmare il cane e verificare l'entità dei danni. Il mascalzone dal passamontagna grigio mi ha divelto con cura la serratura estraendola del tutto dalla porta e riponendola, devo dire con una discreta precisione, sul muretto delle veranda.
Che affronto! Che ingiustizia! Quale scortesia!
Devo assolutamente trovare questo gentiluomo e scambiare con lui quattro chiacchiere sull'ospitalità. Nonostante mi sia svegliata di sopprassalto, lucida e infuriata, una buona parte del mio cervello sta ancora dormendo e con il senno di poi posso presumere che la parte ancora assopita fosse proprio quella razionale e senziente.
Torno al piano di sopra e seguita dagli occhi smarriti del mio compagno indosso una camicia, prendo le chiavi della macchina e mi dirigo in garage (si, avete letto bene, mi sono messa solo una stupida ed elegante camicia bianca con dei fiori ricamati sul colletto senza pensare che un paio di pantaloni avrebbero potuto completare la mia improvvisata investitura da 'dea della giustizia') con il preciso obiettivo di far valere i miei diritti.
Come agire? Il piano?
Controllare se la fuga del malafattore fosse proseguita a piedi - nel qual caso avrei desiderato gambizzarlo per poi chiamare i carabinieri orgogliosa del mio operato e accertarmi che venisse asscurato alla giustizia - oppure scoprire se qualche complice lo avesse aspettato in macchina.
Giro la chiave dell'auto alla Gil Grissom in cerca di prove e faccio una ronda del quartiere che ai miei occhi assopiti ha ormai del tutto assunto le sembianze di una scena del crimine. Dopo pochi metri, costretta dalla guida a svegliarmi del tutto, mi rendo conto di essere sola, nel cuore della notte, con il pattipanni al posto del passeggero, a caccia di fantasmi e, perdipiù, in mutande. Se i carabinieri fossero arrivati in quel preciso istante mi avrebbero di sicuro arrestata per atti osceni, per non dir peggio.
I fari di una macchina a pochi metri dal baule della mia Lancia Ypsilon mi fanno crollare del tutto. Sono sola e me ne rendo conto solo adesso. Ho paura e inizio a farmela sotto. Se fosse l'automobile dei ladri ora sarei alla loro totale mercé e faccio appello a tutti i santi che conosco affinché mi assistano in questo frangente. Paralizzata, fermo la macchina e abbasso il finestrino pronta a un faccia a faccia col destino.
I miei appelli a colui che presiede i Piani Alti sono stati ascoltati. Dalla macchina scende il mio compagno che pur essendo mooooolto più lento di me nell'atto di svegliarsi, è di sicuro dotato di molto più senno. Mi tira le orecchie e mi riporta a casa sgridandomi a perdifiato per lo scriteriato inseguimento in cui mi sono andata a cacciare.
Chiamiamo i carabinieri e rimaniamo in attesa del loro prezioso, sebbene inutile, aiuto.
Il mattino successivo scopro di essere, insieme a Spartacus, l'eroe del quartiere. Il ladro infatti aveva tentato di entrare in altre quattro case prima del mio roccambolesco intervento.

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