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Sviolinata per Wu Ming 1, allegretto dal Kanal.

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
  • Categoria Cuore
  • Categoria Stopmaco

È il Tag der Deutschen Einheit e, per festeggiare, Berlino fa 25 gradi.

Scrivo dalle rive del Kanal, quella destra, che dall’altro lato dicono ci siano i pischelli. Attorno a me: un gruppetto che suona una chitarra reggae, un tipo ‘too cool for school’ che legge un romanzo, e a destra tre ragazze che fumano. E l’aria si improfuma.

Guardo il Kanal e sono entusiasta. Sono entusiasta perché ho appena finito di leggere l’intervista di akaOnir a Wu Ming 1. È uno dei documenti che studierò per preparare il mio intervento a Librinnovando, ma in questa intervista c’è molto più di Twitter. È la schiettezza di Wu Ming 1, la sostanza e la forma, che colpiscono, feriscono quasi.

"Il campo letterario è troppo putrido, non si riesce
a lavorarci dentro, bisogna creare un altro campo,
lavorando bene in Rete e continuando a tenere il culo
in strada con le presentazioni, disertando per quanto
possibile le grandi kermesses, disertando per quanto
possibile il gossip letterario sulle pagine culturali
dei giornali e il criticume."

Dal

Dal Kanal scrivo e un po’ mi sento come un bambino: ho difficoltà a parlare, ma non sono stupido, imparo. E in questi mesi di Zagreb, qualcosa l’ho capita da me. Ho capito cosa davvero sono alcuni premi letterari, quanto insignificante possa essere la parola “intellettuale“, quanto sia scorrelato il numero delle copie vendute dal merito e dal valore, quanto pericolosa possa essere la sovraespozione (Saviano che risponde a tutti su tutto, per esempio).

Wu Ming 1 conclude la sua intervista così:

"Quella baracca dovrebbe proprio crollare, così com'è
non è ristrutturabile, il Premio Strega e tutte queste
raggelanti sfilate di freaks. Ecco: l'ecomostro letterario
italiano prima si diserta, poi (se si ha la forza per farlo)
si abbatte, per costruire un edificio meno offensivo per
il paesaggio, l'ambiente e l'intelligenza di chi guarda.
Non c'è modo migliore di esprimere questo concetto."

Prima della presentazione di Zagreb a Torino, ricordo chiara l’esigenza di dover parlare della situazione italiana. Molti mi dicevano cose tipo: è politica che c’entra con il tuo romanzo; stai attento, sei solo un esordiente; non ti sbilanciare troppo; non fare polemica. Ma io continuavo a sentire l’impossibilità di tacere. Ne parlai con una delle redattrici della mia casa editrice, che mi disse: ” Vai tranquillo, schierati! Schierarsi paga!”.

Sono solo all’inizio, è ancora piuttosto facile schierarsi, ma c’è tanto da imparare.

Intanto, sviolino Wu Ming 1.

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