Magazine Diario personale

Svip italioti che sbarcano su twitter e altri usi (errati) dell’uccellino blu.

Creato il 22 novembre 2011 da Cuoredilattice @cuoredilattice

Non sono un’esperta di tuider.

Ho attraversato la stessa parabola discendente che accompagna ormai da due anni la mia vita virtuale: apro un profilo, scrivo cazzate, nessuno mi caga,lo chiudo e ne apro un altro altrove. Ho fatto così con live space,splinder,blogger e ora wordpress (magari su blogger piacevo anche a più di quattro gatti, probabilmente però ero io che non piacevo a lui visto lo stato in cui riduceva i miei post e il fatto che mi facesse accedere un giorno no e l’altro pure).

Anyway, ho aperto ben due volte il profilo su twitter,con nomi improbabili e follower inesistenti. E tre settimane fa l’ho riaperto, guarda caso, per la terza volta. Il ritorno del numero tre mi ha fatto pensare a Dante. Voi direte: cazzo c’entra? Ho pensato al fatto che il sommo poeta sarebbe diventato in poco tempo quella che si dice una twitter-star.

Ebbene sì, perchè, al contrario dei miei pensieri che si inerpicano per dedali inestricabili di frasi sgrammaticate,incomprensibili ai più, Dante pensava in terzine dantesche. Che, nel linguaggio moderno, è un po’ come dire che pensasse in 140 caratteri.

Solo un navigatore dell’uccellino blu può capire quanto possa essere difficile far rientrare il tuo pensierino quotidiano in quelle due righe stentatissime in cui spesso gli spazi vengono sacrificati per primi,seguiti dai caduti tra le fila della punteggiatura. E non fatemi parlare di come è dura fare entrare l’ashtag.

Come ormai avrete capito, la prolissità è la mia fedele compagna ed è questo il motivo per cui su tuider mi limito a scrivere commenti (monchi) alle trasmissioni trash tv del momento, o a condividere foto di cibo, libri o del mio pataorso (che si legge il mio cane).

D’altra parte mi consolo pensando sia solo una fase: anche su facebook (ormai dimenticato nell’0blio) all’inizio scrivevo solo quante nuvolette ci fossero nel cielo terso, poi è venuta la fase juke-box dove condividevo solo canzoni o scene di film sconosciuti per tirarmela un po’. Successivamente ho attraversato la fase poeta-maledetto dove cercavo di scopiazzare un po’ ovunque e fare un bricolage mal riuscito di un pensiero profondo che misurava la sua profondità in base al numero di mi piace. E infine, ho smesso di scrivere su facebook. Mi piace pensare al mio percorso come all’evoluzione di una stella anche se so che più che altro c’entra col fatto che facebook è più adatto ai quattordicenni con la reflex.

Ultimamente su tuider mi sono data ad un altro sport: ritwittare. Un neologismo che fa quasi spavento ai puristi della lingua italiana ma con il quale dovranno cominciare a convivere. Un po’ come ho fatto io con rebloggare su tumblr. Non sapete cos’è tumblr? Meglio.

Ritwittare è un’ arte. Io non ce l’ho e ritwitto le peggio cose. Da ieri mi si è spalancato un mondo,ad esempio. Vecchi babbioni incapaci e pseudosimpatici che vengono considerati VeryImporatantPeople in Italy!! Di chi sto parlando? Massimo Boldi, Gerry Scotti, Ornella Vanoni…ma è un elenco che si arricchisce ogni giorno che passa di nuovi elementi! è uno spasso leggere twitt come questi:

Svip italioti che sbarcano su twitter e altri usi (errati) dell’uccellino blu.

Gerry con i ragazzi dell'oratorio

Svip italioti che sbarcano su twitter e altri usi (errati) dell’uccellino blu.

Massimo che ritrova i suoi amici italoameriggani

Ho trovato anche Jerry Calà ma oggi tramite questo long-twitt (un altro giorno vi spiegherò cos’è quando avrò capito anch’io come si usa) si autorivelato un fake (effettivamente era troppo bello per essere vero).

Molti utenti erano un tantinello arrabbiati per l’invasione di questi tizi che scrivevano cose che non interessavano a nessuno, ridicole e patetiche ma che soprattutto non c’entravano nulla con internet. Sì, perchè questi dinosauri,è chiaro,parlano un linguaggio diverso. Quello vecchio della televisione. E ogni media ha il suo,che è incompatibile con quello di un altro. Certo, direte, le starz americane hanno tutti twitter. Sì,aggiungerei che le starz americane sono più giovani di tre secoli (minimo) e sono molto più flessibili e attenti al mercato. Twitter in America è quasi un obbligo per la pubblicità. Qui è ancora un mezzo marginale, oscurato dal monopolio di fb.

Io,al contrario, di questi utenti snob, mi sono rivelata entusiasta. Ho cominciato subito a ritwittare tutta la valanga di stronzate che riuscivano a digitare. All’inizio volevo twittargli qualcosa di veramente cattivo. Anche cose risapute e banali,eh. Tipo: quando la smetterete di fare tv e cinema di merda? Poi però ho visto come rispondevano in maniera cortese e gentile a tutti e non me la sono sentita. In fondo non è nemmeno colpa loro. Per cui ho deciso di tenermeli stretti questi babbioni allegrotti. Me li tengo stretti per il LOL. E NON PROVATE A TOGLIERMELI,EH. NON CI PROVATE.



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