Obiettivamente succede solo una volta nella vita di vedere la Borsa svizzera perdere in una seduta quasi il 9% ed in quella successiva all’incirca il 6%, ma gli aspetti da considerare a riguardo sono molteplici.
Si legge, anche su giornali “autorevoli” che gli investitori sul mercato elvetico dell’equity avrebbero perso il 15% in due giorni, naturalmente ciò è vero per i “locali”, non per i risparmiatori dell’eurozona che si sono visti compensare le perdite sui titoli dal guadagno sul cambio.
A tal proposito se ne sono lette di cotte e di crude, su “Il Sole 24 Ore”, ad esempio, in una serie di brevi articoli nei quali si cerca di capire “chi ci guadagna e chi ci perde” dopo la decisione della Banca Nazionale Svizzera si legge che i cittadini e le imprese elvetiche “Trovandosi in tasca una moneta il cui valore di scambio nei confronti dell’euro è cresciuto nel giro di un giorno del 30% …”
Orbene io capisco che scrivendo un articolo, per semplificare, si possano dare valori approssimati, ma in questo caso il dato è completamente sballato! Visto che prima della decisione della Banca Centrale svizzera il franco veniva scambiato ad 1,20 rispetto all’euro ed ora siamo intorno alla parità, cioè un franco pari ad un euro, il calo è del 16,67% non del 30%!!!
Quindi, se vogliamo, ragionando statisticamente (sappiamo infatti che non tutti i titoli quotati a Zurigo hanno fatto registrare gli stessi cali), prendendo l’indice di Borsa per quello che è, e cioè una media di valori, possiamo affermare che un investitore dell’eurozona al momento registra ancora (ribadisco “mediamente”) un utile, visto che sta guadagnando il 16,67% sul cambio e perdendo all’incirca il 15% sui titoli in portafoglio.
Si legge inoltre, su tanti siti e blog, che la Banca Nazionale Svizzera prendendo questa decisione ha fatto “una porcata”, ebbene sì, ha fatto una porcata, MA NON ADESSO, bensì tre anni fa quando ha preso quella decisione “stupida” come sono tutte le decisioni che vanno “contro il mercato”.
E che quella decisione fosse stupida non lo dico io … MA LA LOGICA E LA MATEMATICA.
Una decisione che per le casse pubbliche svizzera, oggi strapiene di euro svalutati, si è rivelata, finanziariamente, un disastro, un vero bagno di sangue, ma la buriana ormai è alle spalle ciò che deve chiedersi il mercato è: ed ora? Cosa accadrà?
Perché se la Svizzera, come da logica, volesse “disfarsi” di tutti gli euro che ha in corpo otterrebbe come risultato di svalutare ancor di più la moneta unica creando un ulteriore danno alle proprie casse pubbliche, riteniamo così che agirà in maniera “soft”, ossia diluirà gradatamente la propria esposizione nei confronti dell’euro.
All’orizzonte però, ci sono nuvoloni nerissimi, giovedì prossimo Draghi annuncerò il Quantitative easing e ora si parla di una cifra superiore ai 500 miliardi di euro, e la domenica successiva la Grecia andrà alle urne.
Due appuntamenti che potrebbero influenzare e deprimere ulteriormente il valore della moneta unica, anche se sul primo, e cioè il Quantitative easing non ci sono dubbi, più alto sarà l’importo e maggiore la “svalutazione” susseguente dell’euro, mentre non è così scontata la reazione dei mercati valutari all’esito delle elezioni in Grecia, ma questo aspetto merita un discorso a parte che svilupperò in un prossimo articolo.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro