Mariacristina ha risposto ad un annuncio in cui una società svizzera, con sede a Lugano, stava cercando una receptionist part-time per l’area marketing. La donna, dopo aver inviato il curriculum si è presentata per il colloquio che però è stato brevissimo e poco rispettoso.
La donna, che vanta 15 anni di esperienza nel settore, non è stata giudicata in base alle sue competenze ma, come lei stessa dichiara «mi hanno detto che avevo tutti i requisiti ma non potevano assumermi per via del mio accento meridionale. Mi hanno fatta parlare per 20 secondi prima del verdetto e sono rimasta sbalordita. Mi avevano anche già sentita parlare al telefono quando hanno chiamato per fissare la data del colloquio e sul curriculum c’è scritta la mia provenienza».
L’azienda ha poi cercato di giustificarsi spiegando che non esiste alcun pregiudizio sui meridionali (anche se risulta difficile crederlo) ma la scelta è stata dettata sui riscontri passati. Ma è chiaro, sottolineato proprio dai dirigenti aziendali, che il razzismo nei confronti degli immigrati italiani stia prendendo piede nel Canton Ticino vista la pressione che la crisi italiana genera sulle aziende Ticinese con gli svizzeri che vedono minacciate le proprie posizioni lavorative.
Per Dario Cadenazzi dell’Unia, il principale sindacato del Ticino «simili episodi sono da condannare fermamente, anche se finora non erano mai arrivate segnalazioni del genere» ma nella società svizzera, probabilmente, essere italiani del sud è visto come segno di inferiorità.