Ai miei tempi – sembro una centenaria, in realtà sono solo una che ha vissuto pienamente e in totale “coscienza” modaiola gli anni ’90- la tuta si portava solo per fare ginnastica. E badate bene, ho detto ginnastica, non sport.
Lo sport, con le relative tutine più aggraziate e meno pigiama-formi, è venuto dopo, con l’aumentare delle palestre e l’accrescersi di quel mito del fitness, in incubazione già dagli ’80.
![Immagine 1 Sweatpants: iole x Naplestreetstyle](http://m2.paperblog.com/i/1/12760/sweatpants-iole-x-naplestreetstyle-L-2.png)
Ginnastica, dunque, che poi era quella che si faceva a scuola, durante la cosiddetta ora a lei dedicata, quando ti mettevano in fila in base all’altezza e ti costringevano a correre per una ventina di minuti, in cerchio. Almeno dalle mie parti funzionava così.
Poi per anni, il pigiamone-tutone, soprattutto nella veste di pantalone abbondante e senza forma, è stato sostituito dall’abbigliamento sportivo più consono. Sono nati così i leggins – noi li chiamavamo pantajets- che però avevano la zampa e si portavano esclusivamente nei luoghi deputati a soffrire per sembrare belli.
![a5hi0h Sweatpants: iole x Naplestreetstyle](http://m2.paperblog.com/i/1/12760/sweatpants-iole-x-naplestreetstyle-L-3.jpeg)
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