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“Swimming Home” – Deborah Levy

Creato il 10 gennaio 2013 da Temperamente

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“Swimming Home” – Deborah Levy

I’m not a writer, but if I were so, I’m sure I wouldn’t sit at my desk with a decalogue of good writing, trying to produce a perfect piece of fiction. I would not subordinate my creativity to someone else’s rules, even if this ʻsomeone elseʼ were a great writer, the best writer. Someone like Italo Calvino.

So it is most unlikely that Deborah Levy was thinking about Calvino’s Six Memos for the Next Millennium while writing her latest, successful novel Swimming Home. A work which came in 2011 after Levy’s 15 years of silence and was shortlisted for the Man Booker Prize 2012, turning out to be a masterstroke of its publisher.

The plot is simple and not too original at first glance: a dysfunctional, middle-class couple (Jozef, an acclaimed British poet, and Isabel, a war reporter) with their teenage daughter, Nina, are holidaying in the French Riviera with Mitchell and Laura, who are trying to forget the failure of their exotica shop in London.

A stranger comes and destroys this precarious balance: it’s Kitty Finch, a beautiful, mysterious woman, most of the time naked, a botanist, a would-be poet with an unclear history of mental illness. They find her floating in their swimming pool, like a corpse, and Isabel, for some inexplicable reason, invites her to stay. Her presence turns out to be devastating, and the consequences are completely unpredictable.

I read the book, and decided it was worth a good review. And then I reread Calvino’s Memos, and I found some analogies between some passages in these lectures and Levy’s writing.

As everyone knows, Italo Calvino didn’t write ‘rules’: he just pinpointed some universal literary values which were to be preserved by future generations of writers. Let’s start from the first one: Lightness. A good writer should be able to convey the gravity of life using the simplest words and the most enjoyable images. And Levy’s novel hits the mark: it’s a page-turner about depression and sorrow, it «wears its darkness lightly».

Then comes the second ‘value’: Quickness. Deborah Levy knows the importance of moderation (114 pages only), rhythm, coherence. She writes the essential, then she proceeds with allusions; some passages seem to recur, as happens in some folktales, in which repetitions give harmony and coherence, like rhymes in poetry.

The third value is ‘Exactitude’: precision and clarity of language, a perfectly shaped narrative scheme, incisive, memorable images and sentences. In Swimming Home, an image is definitely memorable: Kitty Finch floating in the swimming pool is symbolic of the character’s background but it’s also a premonition of what is to come. The simple, precise language (something which is really difficult to achieve) is what makes the book so enjoyable. A few pages are enough to outline every single character  with plenty of details.

‘Visibility’ is the fourth essential feature: it concerns the visual imagination, which is sometimes better than rational thinking in an attempt to understand the world, and oneself. Swimming Home’s characters are not just what they say: they’re also what they dream, or what they wear (or they don’t wear).

At last, ‘Multiplicity’, or the capability of conveying the infinite possibilities open to people, in every single day of their lives: people are what they are, but also what they should have been. A good novel has to provide as many interpretations as possible. And Swimming Home is, at the same time: a novel about depression and mental illness; a novel about ‘human demolition’, that Isabel has known in the war zones she visited, but also at home, in which she has nothing but  a ‘transient place’; a novel about poetry and words; a novel about Nina, real heir of her family’s dysfunctionality.

The sixth memo should have been called ‘Consistency’ but, as we known, Calvino died before writing about it.

The fact that some of his ‘thoughts’ can be found in writing of another time and from another culture, confirm their universality, but also means that some contemporary authors deserve more attention. Deborah Levy is definitely one of them.

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Non sono una scrittrice, ma se lo fossi, di certo non siederei alla scrivania con un decalogo di buona scrittura, cercando di produrre il racconto perfetto. Non sottometterei la mia creatività alle regole stabilite da qualcun altro, anche se questo qualcun altro fosse un grande scrittore, il più grande. Qualcuno come Italo Calvino.

È quindi del tutto improbabile che Deborah Levy avesse in mente le Lezioni Americane mentre scriveva il suo romanzo più recente, Swimming Home. Pubblicato nel 2011 dopo 15 anni di silenzio della scrittrice, ha avuto grande successo ed è entrato nella rosa dei candidati per il Man Booker Prize 2012, rivelandosi un vero colpo da maestro del suo editore.

La trama è semplice e, a prima vista, non troppo originale: una coppia borghese, eterogenea e conflittuale (Jozef, poeta inglese di successo e Isabel, reporter di guerra) e la figlia adolescente Nina sono in vacanza in Costa Azzurra con Mitchell e Laura, altra coppia in cerca di distrazione dopo il fallimento del proprio negozio londinese di articoli esotici.

Un’estranea giunge ad alterare un equilibrio già di per sé precario: Kitty Finch, ragazza bella, misteriosa, spesso nuda. Esperta di botanica e aspirante poeta, ha un oscuro passato di instabilità mentale. La trovano che galleggia nella piscina della loro villa, immobile, come fosse un cadavere. Isabel, inspiegabilmente, la invita a restare. La sua presenza si rivelerà del tutto sconcertante, con conseguenze imprevedibili.

Dopo aver letto il libro, ho pensato valesse la pena recensirlo. Poi, mentre rileggevo le Lezioni Americane di Calvino, ho trovato delle analogie fra alcuni passaggi delle Lezioni e la scrittura di Deborah Levy.

Come tutti sanno, Italo Calvino non scrisse una lista di regole: semplicemente, fissò alcuni ‘valori universali’ in letteratura che riteneva dovessero essere conservati dalle future generazioni di scrittori. Iniziamo dal primo: la Leggerezza. Scrittore capace è colui che riesce a rappresentare la pesantezza del vivere con le parole più semplici e le immagini più luminose. E il romanzo di Deborah Levy coglie nel segno: parla di dolore e depressione, sì, ma si legge tutto d’un fiato, «indossa con leggerezza la sua oscurità».

Poi c’è il secondo valore: la Rapidità. Deborah Levy conosce l’importanza della sintesi (solo 114 pagine), del ritmo, della logica. Scrive l’essenziale, poi procede per allusioni; alcuni passaggi sembrano essere ricorrenti, come accade nei racconti popolari, in cui le ripetizioni conferiscono armonia e coerenza, così come fanno le rime in poesia.

Il terzo valore è l’Esattezza: precisione e chiarezza nel linguaggio, un disegno dell’opera ben definito, immagini ed espressioni incisive e memorabili. In Swimming Home c’è una scena decisamente memorabile: Kitty Finch che galleggia nella piscina è un’immagine simbolica della natura del personaggio ma è anche premonizione di ciò che sta per accadere. Il linguaggio limpido e lineare (caratteristica veramente difficile da ottenere) è ciò che rende il libro così godibile. Poche pagine sono sufficienti per delineare ogni singolo personaggio con abbondanza di dettagli.

La Visibilità è il quarto valore essenziale: riguarda l’immaginazione, che talvolta è più efficace del pensiero razionale nel tentativo di comprendere il mondo e se stessi. I personaggi in Swimming Home non vengono definiti semplicemente da ciò che dicono: essi sono anche ciò che sognano, o ciò che indossano (o non indossano).

Infine, la Molteplicità, ovvero la capacità di rappresentare le infinite possibilità che la vita concede alle persone ogni giorno: ciascuno di noi è ciò che è, ma anche ciò che avrebbe potuto essere. Un buon romanzo deve fornire più spunti interpretativi possibili, e Swimming Home è, nello stesso tempo: un romanzo sulla depressione e la malattia mentale; un romanzo sulla ‘demolizione umana’, che Isabel ha conosciuto nei teatri di guerra ma anche a casa, in una famiglia, la sua, in cui non ha altro che un ruolo precario, passeggero; un romanzo sulla poesia e sulle parole; il romanzo di Nina, vera erede della disarmonia familiare.

La sesta lezione avrebbe dovuto intitolarsi ‘Coesione’ ma, come è noto, Calvino morì prima di scriverla.

Il fatto che alcuni dei suoi pensieri possano essere rintracciati nella scrittura di un altro tempo e di un’altra cultura, ne conferma l’universalità, ma significa anche che ci sono alcuni autori contemporanei che meriterebbero maggiore attenzione. Deborah Levy è sicuramente uno di questi.

Marina Lomunno

Deborah Levy, Swimming Home, And Other Stories, 114p., £10


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