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Swimtrekking

Da Filelleni

SwimtrekkingAnche a chi nuota può venire il mal di mare. Perché non lo sapevi? Non lo sapevo. Non avevo mai nuotato in mare così a lungo per capirlo: guardo giù e il fondale sta fermo, ma io sono in balia delle onde e ballo. E quanto ballo! Poi mi piglia il mal di terra quando sono a terra. E la notte mi sogno tra i flutti, in mezzo al mare come i pesci. È questo il bello dello swimtrekking: ti fa sentire pesce tra i pesci. O almeno io mi sento così. Non sono brava a vedere e riconoscere i pesci: non ho l’occhio allenato. Così non li cerco con sguardo attento, bracciata dopo bracciata, ma osservo semplicemente quel che incontro. Come fanno i pesci, credo, quando non cercano cibo. O lo devono cercare sempre, il cibo?

Lo swimtrekker è anche un po’ Robinson. Io mi sento tanto Robinson quando si fa la sosta a terra, su quel che capita: uno scoglio, una baia, un gruppo di sassi. Sei lì, solo coi tuoi compagni. La roccia a picco alle spalle, il mare davanti, e per te il sedile più scomodo che c’è. È vero, prima hai dovuto issare il barkino – lo zaino galleggiante dello swimtrekker – e toglierti pinne, muta, calzari: credetemi, è una croce. Poi però sei Robinson come nessun altro: chi altri può arrivare laggiù? Chi va in barca, certo. Tu però, in quello scoglio scomodo, puoi stare quanto ti pare: ci pranzi e ci pigli il sole, lo esplori, ci giochi e ci passi pure la notte, se vuoi. Tu hai tutto con te, e puoi. Chi è in barca, invece, se ne torna in barca. Vuoi mettere la differenza?

Swimtrekking
E poi, tu quello scoglio l’hai conquistato, mentre loro molto meno. E’ come raggiungere una vetta di montagna a piedi o in funivia. Chi va a piedi vede e vive tutto, metro dopo metro; ha un contatto fisico e osmotico con terra, alberi, macchia e roccia. Chi va in funivia, ammira in volo dall’alto: la montagna non lo penetra. Ecco, lo swimtrekker entra in osmosi col mare, i pesci, le rocce. Mica è poco, no? E non è finita: c’è la bellezza di arrivare in baia a fine giornata, nella baia che vuoi tu e non al solito porto, e la fatica allegra di tornare a casa a piedi con mute e barkino sulle spalle. Oppure l’approdo finale sullo scoglio perduto, la lunga attesa e il gommone che ti viene a recuperare: sei Robinson, ma sei anche salvo.

E per favore, non fatevi troppo fregare dai pesci quando siete in mare. Guardarli è bello ma la costa lo è anche di più. O almeno a me donna di terra, la costa piace di più. Mi piace vedere come i monti che da fuori vedi tagliati dal mare, poi continuano sott’acqua chi a picco e chi meno, chi più frastagliato e chi no. E non sempre l’emerso coincide col sommerso: non sempre indovini e la sorpresa è bella. Per studiare bene la costa, però, devi uscire con la testa dall’acqua e distrarti dai pesci, e lo fanno in pochi: quando emergo, vedo sempre le teste dei compagni chine sugli abissi. Ma tiratele su un po’ di più, quelle teste! Lasciatevi sedurre dalla roccia che vi sovrasta! Swimtrekking è vivere le coste, tutte le coste. Sopra e sotto l’acqua.

Effe

Nota: questo non è un post di argomento strettamente filelleno, ma anche i Filelleni ogni tanto vanno in vacanza. E poi, con tutte le coste che ha la Grecia, non basterebbe una vita a percorrerle tutte a nuoto. Chi invece volesse partecipare a uno dei campi organizzati dall’ASD Swimtrekking, in perfetto spirito filelleno potrà scegliere Itaca. Informazioni su www.swimtrekking.com.



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