Multiculturalismo e discriminazione interetnica, razziale e sessuale ai danni delle comunita’ afro e latino americane sono temi costantemente al centro dell’interesse mediatico dal momento in cui il presidente Obama ha conquistato la Casa Bianca. Come ho scritto in diversi post (vedi alla voce Obama) ogni giorno C-Span trasmette simposi, conferenze, meetings, caucus e chi piu’ ne ha piu’ ne metta, tenuti da “autorevoli” psicologi comportamentali e studiosi di “Afro-American e African Studies” e “Latin- American Studies” a Washington e negli Stati Uniti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della “discriminazione razziale”. Migliaia di dollari vengono buttati in questo tourbillon propagandistico ogni anno da 4 anni a questa parte. D’altro canto e’ comprensibile: ai Democratici servono disperatamente i voti delle cosidette “minoranze etniche” per continuare il suo nefasto programma di annichilimento di questa nazione e fintanto che il partito ricevera’ cospicui finanziamenti da importanti corporazioni come la Comcast, la Dreamworks, la Goldman Sachs, la Citi Bank etc., cio’ sara’ possibile e la risonanza nazionale di questi dibattiti sara’ ottima.
WE WANT POWER: il rapporto della comunita’ afro-americana con lo Stato
(nella foto a fianco, risalente agli anni ’90: il futuro presidente Obama, editor della “Harvard Law Review” arringa folle di studenti)Si tratta di un trend ormai consolidato, figlio della propaganda marxista diffusa dai dipartimenti universitari sopra citati gia’ dagli anni ’70, che mira tutt’oggi a ri-leggere la storia americana secondo noti e obsoleti parametri storico-deterministici, al fine di screditare l’influenza anglosassone ed europea additando loro la causa di tutti i mali moderni, capitalismo compreso, per ribaltare la situazione politico-istituzionale e ottenere cariche politiche e denaro in nome della “giustizia sociale” negata. In due parole i media oggi ripropongono in maniera “soft” il programma delle Black Panthers, il guppo marxista che vede nello scontro razziale il mezzo per ottenere giustizia sociale (ricordo in proposito lo scandalo che ha coinvolto l’amministrazione Obama lo scorso anno).
Cosa produce questa continua accusa all’establishment? Una cospicua erogazione di denaro. Cito due esempi: 1) nel 2010, quando i Democratici godevano ancora della maggioranza anche al Senato, fu approvato un cospicuo risarcimento economico in favore dei contadini afro-americani, vittime, di discriminazioni razziali: “Senate Approves Payment of Black Farmers’ Claims (NY Times)“. Si tratto’ pero’ di cosi’ tanti soldi dati in fretta e in maniera poco trasparente, che i Repubblicani domandarono una inchiesta parlamentare per verificare caso per caso la legalita’ dei rimborsi. La National Black Farmers Association non perse occasione per citare in causa il “razzismo” dei Repubblicani richiamando le minoranze al voto compatto in favore di Obama alle prossime elezioni: “These recent laws should be even more motivation for minorities to go to the polls in record numbers in this year’s presidential election. And while we are rightfully celebrating the history of Bloody Sunday, let’s step up the movement to send those elected officials home to roost who want to deny minorities the right to vote.” 2) Il sindaco di NY Michael Bloomberg e il finanziere George Soros investono per “Empower Black and Latino Men”.
WE WANT POWER: il rapporto della comunita’ latino-americana con la storia, il suo insegnamento nei licei e lo Stato
In rete sono disponibili numerose “risorse per licei” che esplorano il tema razziale facendo una vera e propria “pedagogia degli oppressi” per dirla con il pedagogo brasiliano seguace della Teologia della Liberazione, Paulo Freire. Fin qui niente di male: ne hanno fatti di errori (anche) gli europei ed e’ giusto considerare le ricadute nefaste che il colonialismo ha avuto sulle popolazioni indigene. Quando pero’ la storia diventa solo un pretesto per trasmettere il “morbo marxista” gia’ in tenera eta’, come si prefigge ad esempio l’Education Liberation Network (che mi ricorda un po’ l’iniziativa italiana La Sinistra e la Scuola) che ha lo scopo di : “We are a national coalition of teachers, community activists, youth, researchers and parents who believe a good education should teach people—particularly low-income youth and youth of color—to understand and challenge the injustices their communities face“, allora non va bene. Quando la propaganda politica cioe’ sostituisce la trasmissione oggettiva della storia e ai fatti si sostituiscono le opinioni, allora non ci siamo. Mi e’ capitato per le mani un testo di storia americana di questo tipo, per licei, e sono rimasta basita. La storia la scrivono studiosi ricercatori e cultori della materia e di studi obbiettivi ce ne sono migliaia; non credo si possa applicare il famoso detto “la storia la scrivono i vincitori” perlomeno agli studi moderni e contemporanei e per questo motivo trovo amorale voler forzare degli accadimenti storici in una cornice politica che giustifichi una “lotta di classe”.
RIPENSARE CRISTOFORO COLOMBO: bambini indottrinati all’odio verso la propria storia e cultura in nome di una politically correctness che non si puo’ applicare oggi in base a fatti avvenuti secoli fa (!).
Questo video mi ha fatto venire in mente l’indottrinamento che subiscono spesso i bambini palestinesi di Gaza… Altro mondo, altra situazione, la verita’ sta’ nel mezzo certo, ma sempre indottrinamento e’. Avete notato per l’appunto anche la menzione al presidente Obama al 4:22 minuto?
La controffensiva pero’ inizia ad arrivare da alcuni stati del sud, uno su tutti l’Arizona, uno stato alle prese con enormi problemi di integrazione e violenza (cerca nel blog alla voce ‘Arizona’). “Rethinking Columbus: The Next 500 Years: Resources for Teaching about the Impact of the Arrival of Columbus in the Americas“, un libro di testo adottato per legge dalle scuole di diversi stati americani che legge la storia della scoperta e della conquista dell’America dall’esclusivo punto di vista degli indigeni e rappresenta Colombo come uno sprovveduto esploratore avido di oro e razzista, e’ oggi al centro di numerose polemiche. Il libro, che avrebbe il merito di essere “packed with useful teaching ideas for kindergarten through college” secondo alcuni, e’ stato bandito dal Board of the Tucson Unified School District (TUSD) in accordo con la legge in vigore nello stato dell’Arizona HR 2281 che mette al bando i corsi di studi etnici. A denuciare il fattaccio, e’ stato anche un tale Manuel Barcia, Senior Lecturer in “Latin American Studies” presso la School of Modern Languages and Cultures, nonche’ Deputy Director presso l’ “Institute for Colonial and Postcolonial Studies at the University” di Leeds in questo articolo apparso su Al Jazeera.
Il complesso tema dell’integrazione della realta’ latino-americana nel tessuto americano viene affrontato anche attraverso diversi film, me ne vengono in mente un paio: “Una cameriera a Manhattan” e il recente “From Prada to nada“ e libri come “Translation Nation: Defining a New American Identity in the Spanish-Speaking United States” (foto a fianco) o “Searching for Whitopia: An Improbable Journey to the Heart of White America” di Rich Benjamin“.
Conferenze e simposi con relativa risonanza sui quotidiani rimangono pero’ il veicolo primario per una sensibilizzazione sociale ad ampio raggio: perche’ finanziato spesso e volentieri da fondazioni e corporazioni legate al partito o dal partito Democratico stesso (come accennavo in principio). E’ il caso del simposio da cui prende il titolo questo post: “Symposium Examines the State of Race in America” che ha avuto luogo oggi a Washington ed e’ andato in onda su C-SPAN, curato dall’ Aspen Institute e inaugurato niente popo’ di meno che da David L. Cohen, vice presidente esecutivo della quarta piu’ influente internet e cable provider degli Stati Uniti, la Comcast Corporation, azionista di maggioranza della NBC e fra i maggiori finanziatori del presidente Obama (leggi il mio post I “bundlers” di Obama: chi sono i donatori e quanto hanno versato per la campagna elettorale del 2012);
“The Aspen Institute hosts an all-day symposium on issues of race and ethnicity in politics, media, culture, education and public policy. Prior to panel discussions Executive Vice President David L. Cohen of the Comcast Corporation speaks to educators, followed by University of Michigan Professor James Jackson presenting demographics of Race. Jackson is a professor of Psychology, Professor of Health Behavior and Health Education as well as Afro-American and African Studies. Panel discussions on Political Factors, the Latino Vote, the New American Identity, Education, and News Media are moderated by Fox News Political Analyst Juan Williams (dovevano inserirlo nel dibattito per mitigare l’evidente sbilanciamento a sinistra del pannello, ma comunque Williams proviene dalla NPR – National Public Radio, quindi…) and Jose Diaz-Balart of Telemundo. Panelists include New York Times Op-Ed Columnist Charles Blow, Author and Political Analyst Leslie Sanchez, TIME Magazine White House Correspondent Michael Scherer, former Baltimore, Md. Mayor Kurt Schmoke and Chancellor of DC Public Schools Kaya Henderson.”
Unite i puntini e capirete che aria tira oggi in America…
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