Chi si è avvicinato alla NBA già da una decina di anni, non ho può non aver riservato nel cuore uno spazietto per Tracy McGrady, uno dei giocatori più dominanti e sfortunati della prima decade di questo millennio. Dopo gli anni a Houston in cui sembrava finito psicologicamente e fisicamente, ha ritrovato il feeling con il basket a Detroit, dove con grande umiltà ha firmato un contratto annuale al minimo salariale per un veterano, dopo aver guadagnato nei primi tredici anni di carriera la bellezza di 160 milioni di dollari. Gli Atlanta Hawks lo hanno ripescato in estate nel mercato dei free agent, dandogli nuovamente un annuale al minimo salariale; T-Mc con la sua inarrivabile classe, ma la mai troppa leadership, sembra aver trovato ad Atlanta il luogo giusto per esprimersi al meglio alla soglia dei 33 anni. Da sesto uomo, senza troppa pressione addosso, Tracy sta dando un grosso contributo in termini di punti, esperienza ed ecletticismo potendo giocare praticamente in tutti i primi quattro ruoli.
McGrady, nonostante abbia perso moltissimo in esplosività e atletismo rimane un giocatore spettacolare, e, almeno in questo inizio di stagione, decisamente più concreto rispetto al passato: nelle due partite giocate non ha ancora tentato un singolo tiro dalla lunga distanza (del quale era innamorato perso ai tempi di Houston), e sta tirando con il 53% da due (8/15) ed un ottimo 7/8 dalla lunetta. Il suo contributo si quantifica così in 11.5 punti e 3 rimbalzi in soli 19 minuti di media.
Nella speranza di rivederlo nuovamente con un minimo di continuità sopra il ferro, godiamoci le immagini del suo esordio in maglia Hawks: