“NON C’E DISTINZIONE TRA PREVENZIONE E TERAPIA SE AL CENTRO METTIAMO UNA GIUSTA STRATEGIA ALIMENTARE”
In tanti. Ma davvero in tanti. Al punto che gli organizzatori hanno dovuto bloccare l’ingresso a quanti speravano di poter partecipare al convegno con qualche minuto di ritardo.
E’ così che al Sana di Bologna lo speciale dedicato al The China Study ha centrato l’obiettivo. “La rivoluzione delle forchette vegan”, questo il titolo scelto dal Gruppo Macro, ha attirato in sala più persone di quante lo stesso Red Ronnie, moderatore dell’incontro, ha ammesso di aver mai visto in una fiera e con un argomento così specifico.
Eppure così è.
L’argomento alimentazione e The China Study oggi interessa. Interessa medici e pazienti, giovani e meno giovani. Al punto che il termine “rivoluzione”, provocatoriamente usato dagli organizzatori, sembra descrivere una realtà non troppo diversa dal vero. Soprattutto dopo i servizi realizzati dalle trasmissione “ Le Iene” nella primavera scorsa che hanno scosso molte coscienze tra italiani, in particolare modo tra gli ammalati e i parenti di persone ammalate.
E proprio in questo clima di richiesta e ricerca il prof. Campbell è intervenuto con una video intervista chiarificatrice di quello che è il suo pensiero e il suo personale punto di vista su ciò che è oggi la ricerca scientifica e ciò che questa può dire sul rapporto alimentazione e salute.
A cominciare dall’impossibilità, per Campbell, di palare di certezza.
“Raramente- dice- nella scienza della salute c’è certezza. Avere certezza significa che abbiamo una risposta finale e che nessun ulteriore progresso è possibile”. E questa non è scienza.
Tuttavia alcune cose si possono dire. Soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la terapia di molte malattie.
“Cerchiamo di non distinguere tra terapia e prevenzione – dice T. Colin Campbell- Una dieta basata su cibi vegetali integrali (WFPB), con una minima o nessuna aggiunta di oli e carboidrati raffinati, ha una notevole capacità di migliorare la salute umana, sia prima della malattia e prima che la malattia sia diagnosticata (cioè, come prevenzione), sia dopo che la malattia sia stata diagnosticata (quindi, come terapia). E’ tempo che si smetta di fare questa finta distinzione, come se non avessero nulla in comune e come se ciascuna di queste condizioni richiedesse una strategia medica molto diversa. Naturalmente, alcuni farmaci possono essere utili per alcune condizioni di malattia, ma dobbiamo sottolineare la strategia alimentare come la principale priorità per mantenere la salute, prevenire e invertire il percorso della patologia”
Nel dirlo, il prof. Campbell ricorda a tutti di non essere un medico, bensì un ricercatore. Sottolineando il fatto che queste “sono opinioni personali e non parole spese non per conto di organizzazioni ufficiali”.
Tuttavia 60 anni di ricerca sperimentale svolta ai massimi livelli negli Stati Uniti, gli fanno dire con fermezza che una dieta basata su cibi vegetali e integrali, senza oli, sale e zuccheri aggiunti (WFPB) come quella da lui promossa “non è la stessa cosa di una dieta vegana. Quest’ultima utilizza probabilmente troppo cibo lavorato innalzando, secondo i più recenti dati, il consumo di grassi fino al 30% delle calorie ingerite rispetto al 10% presentato invece da una dieta vegetale e integrale come il WFPB, ovvero Whole food plant based”.
Una differenza importante, specie sul risultato ottenuto sulla salute. Che vede una dieta vegetale e integrale come quella “meglio indicata nella letteratura scientifica per apportare cambiamenti sensibili a malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e obesità. Ma ci sono prove evidenti anche riguardo ad alcuni tipi di cancro, diabete di tipo 1 e altre malattie.”
“Vi è oggi – precisa T. Colin Campbell- una prova sostanziale che una vasta gamma di malattie possono essere trattate con questo stile di vita alimentare e in molti casi, i benefici si possono osservare molto rapidamente, in pochi giorni o poche settimane. Ho sentito di molti individui che dichiarano benefici sorprendentemente impressionanti nel controllo e nella regressione del cancro, ma non bisogna dimenticare che questi racconti diventerebbero molto più significativi se fossero verificati da uno studio sistematico, con risultati pubblicati su riviste scientifiche sottoposte a referaggio professionale“.
Perché la ricerca prosegua e si trovino maggiori evidenze scientifiche del beneficio apportato da questo stile alimentare alla salute, occorre tuttavia studiare ancora.
“Abbiamo bisogno di fare uno studio accuratamente progettato – spiega T. Colin Campbell- che comprenda:
un numero sufficiente di soggetti per rilevare differenze significative indotte dalla nutrizione;
una dieta WFPB adeguatamente preparata (efficace, gustosa e conveniente)
un tempo sufficiente per osservare i risultati (effetti precoci non vogliono dire necessariamente risultati successivi)
monitoraggio periodico dei risultati di un ampio pannello di biomarcatori clinicamente validi e indicativi degli esiti della malattia
una attenta ana
una supervisione trasparente da parte di osservatori qualificati.”
Un grande progetto di ricerca, lanciato un po’ come una sfida ai ricercatori di oggi e di domani. Che tuttavia non lascia dubbi su quali dovrebbero essere i passi successivi da compiere per il professore americano. Che aggiunge: “Purtroppo, ho osservato un preoccupante processo decisionale sul fare ricerca su dieta e cancro, soprattutto in riferimento allo stile di vita alimentare WFPB. Vale a dire che, a dispetto di un gruppo impressionante di prove a sostegno tratte da molti studi indiretti, le comunità di ricerca «consolidate» hanno avuto una forte tendenza a rifiutare di riconoscere anche solo la possibilità di finanziare o di eseguire questa ricerca, perché non produce risultati che siano in linea con i trattamenti attualmente utilizzati.”
“E’ molto chiaro per me che – aggiunge T. Colin Campbell-, quando confrontiamo la prova preliminare indicativa di un nuovo farmaco per il trattamento del cancro e la prova preliminare di una verifica sugli effetti di una dieta WFPB, l’avanzamento della ricerca sul nuovo farmaco anti cancro sarà preferito e finanziato. Sono sicuro che questo si verifichi perché esiste un pregiudizio molto serio a favore dello sviluppo del farmaco rispetto allo sviluppo della dieta. Ed in effetti, questo è un grave problema etico.”
“Non c’è posto migliore dell’Italia per iniziare tutto ciò, un rinnovo del Rinascimento iniziato in questo paese così tanti secoli fa. – T. Colin Campbell-”
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